SANDRA RICCIO, La Stampa 6/7/2012, 6 luglio 2012
Cosa cambia con il taglio Bce? - La Banca centrale europea (Bce) ha tagliato i tassi d’interesse di un quarto di punto, portandoli al minimo storico dello 0,75%
Cosa cambia con il taglio Bce? - La Banca centrale europea (Bce) ha tagliato i tassi d’interesse di un quarto di punto, portandoli al minimo storico dello 0,75%. Per la prima volta dall’introduzione dell’euro, il costo del denaro scende sotto la soglia psicologica dell’1%. La mossa di ieri di Mario Draghi era attesa dagli addetti ai lavori: ma che cosa significa per l’economia reale e per le tasche delle famiglie? Il taglio dei tassi d’interesse ha l’effetto di iniettare più liquidità nel sistema. Il costo del denaro si riduce e dunque l’accesso ai finanziamenti per le aziende ma anche per le famiglie (attraverso mutui o prestiti personali) risulta più vantaggioso. È una delle armi di politica monetaria in mano alle Banche centrali per cercare di dare una scossa all’economia in una fase di forte difficoltà Alla vigilia dello scandalo subprime negli Usa, quando l’economia globale girava a pieno ritmo, il tasso Bce viaggiava a quota 4,25%. Con la crisi finanziaria che progressivamente si è riflessa anche sull’economia reale, il costo del denaro è stato via via ridotto. In questo periodo avrebbe dovuto riattivare l’economia, ma l’effetto è stato smorzato dalla crisi finanziaria e del debito che ha portato le banche a ridurre i crediti. Ci saranno altri tagli? Per alcuni osservatori la decisione di ieri potrebbe essere soltanto l’inizio di una serie di sforbiciate che porteranno il costo del denaro su livelli molto più bassi e più consoni al contesto economico che sta vivendo l’Europa. Gli Stati Uniti, che hanno in questo momento un economia un po’ più vivace di quella europea, hanno tassi d’interesse vicini allo zero. Per l’Europa in profonda recessione potrebbero quindi arrivare nuovi tagli in modo da riportare la politica monetaria a un livello più favorevole al contesto attuale dell’economia europea, come deciso in passato dalla Banca centrale americana (Fed). Che cosa cambia per le imprese? Sicuramente per gli imprenditori l’accesso al credito da ieri è diventato più vantaggioso. Le aziende italiane che invece hanno già finanziamenti in corso potranno risparmiare sugli interessi da pagare alle banche: la decisone della Bce dovrebbe consentire una riduzione della spesa media pari a 432 euro l’anno per ogni singola impresa italiana. Il calcolo lo ha fatto la Cgia di Mestre. L’associazione degli artigiani della città veneta stima infatti che, a fronte di un livello di indebitamento delle nostre imprese nei confronti del sistema bancario italiano pari a 904,2 miliardi di euro, la riduzione del Tus allo 0,75%, dovrebbe dar luogo ad una contrazione degli interessi annui a carico del mondo imprenditoriale italiano pari a 2,26 miliardi di euro. Quali altri benefici ci saranno per le aziende? Ieri la Bce non ha soltanto ritoccato il costo del denaro. Ha anche tagliato a zero il tasso sui depositi, vale a dire il tasso di remunerazione per le banche private che depositano i propri capitali presso la Banca centrale. Significa che le banche private non guadagneranno più ridepositando i soldi presi a prestito nei depositi della Banca centrale. Quindi per loro diventa più conveniente investirli e prestarli. Si tratta dunque di un’altra misura di stimolo per l’economia e per la crescita dell’area euro. E per le famiglie che vantaggi ci sono? La speranza di molti è naturalmente che con il costo del denaro sotto all’1% anche la rata del mutuo possa scendere. Il tasso Bce impatta soprattutto sui mutui a tasso variabile indicizzati all’Euribor (che risente dell’andamento dei tassi Bce), oltre che sui mutui indicizzati direttamente al tasso Bce (che però sono poco diffusi). La sforbiciata della Banca centrale era largamente attesa e di conseguenza è già stata anticipata dall’Euribor che sul mercato è già da tempo sotto la soglia dell’1% (ieri questo tasso è sceso di un centesimo rispetto alla vigilia a quota 0,64% per il tre mesi e a quota 0,36% per il tasso a un mese). Quindi per gli esperti, le rate dei mutui cambieranno ben poco. Sono già scese nei mesi scorsi. Saranno o simili ad ora o di qualche euro più basse per i mutui a tasso variabili. I mutui a tasso fisso invece sono meno influenzati dal tasso Bce e guardano invece all’Irs che è proiettato su periodi lunghi di dieci anni. Sul mercato oggi i tassi variabili più convenienti sono al 2,6%. Le medie sono al 3,10 e 3,40% con punte sopra al 4%. Per i fissi le proposte migliori sono al 5%, con le medie tra il 5,10 e 5,30%. Rimane invece bassa la voglia di indebitarsi delle famiglie. La conferma arriva dal dato sulle compravendite immobiliari, scese nel nostro Paese del 18% nel primo trimestre, secondo l’Agenzia del Territorio. Perchè dopo il taglio della Bce, la Borsa è caduta e lo spread è di nuovo schizzato in alto? La Borsa di Milano ieri ha perso il 2% mentre lo spread è risalito a 457 punti base. A gelare i mercati sono state le parole di Mario Draghi durante la conferenza stampa di ieri, il presidente della Bce ha dato indicazioni caute sullo stato dell’economia della zona euro mettendo di nuovo in fibrillazione i mercati.