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 2012  luglio 06 Venerdì calendario

VERSO I TAGLI CHE FANNO PIÙ MALE


Èpanico da spending review nel circuito della pubblica amministrazione. Tagliare gli sprechi è l’operazione più difficile, tant’è che nessun governo in Italia è mai riuscito a farlo (forse semplicemente perché nessuno degli interessati si considera uno spreco di risorse pubbliche).
Dunque, le pressioni sui leader politici nazionali si stanno facendo di ora in ora sempre più pesanti: dai sindaci, ai presidenti delle province, ai rettori delle università, ai medici dei piccoli ospedali, ai giudici dei piccoli tribunali, ai manager delle ex municipalizzate. Tutti pronti a dichiarare guerra al governo, ad aizzare l’opinione pubblica. Piuttosto di convertire in legge il decreto sui tagli si decreti la fine del governo Monti, è il leit motiv che si sta facendo strada nel mondo delle tante piccole caste della politica e dell’amministrazioen pubblica.
Monti comincia da palazzo Chigi per essere credibile
Per essere credibile l’operazione dovrà cominciare dalla presidenza del consiglio dei ministri e così avverrà. Come per il taglio dei dirigenti e del personale si è cominciato da palazzo Chigi, così sono in arrivo altri tagli (da 5 milioni di euro solo per il 2012 e 10 milioni per il 2013) per la presidenza del Consiglio, e la scure si abbatterà anche sui ministri senza portafoglio e i sottosegretari. Il decreto prevede anche il «contenimento delle spese per le strutture di missione e la riduzione degli stanziamenti per le politiche dei singoli ministri senza portafoglio e sottosegretari, con un risparmio complessivo non inferiore a 20 milioni di euro per l’anno 2012 e di 40 milioni a decorrere dall’anno 2013». Basterà dare il buon esempio per superare la bufera che inevitabilmente si abbatterà sul governo?
Per Casini sarà un passaggio delicato, anche per il governo
All’ordine del giorno ci sono gli sprechi conservati per anni e il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, massimo sostenitore del governo teme davvero che il governo rischi grosso. «Sono quei tagli, quei sacrifici dolorosi che da anni abbiamo rinviato e che andavano fatti. Mario Monti ha chiesto alla politica di condividere un disegno di risanamento del Paese», ha spiegato, «sappiamo che è un passaggio delicato, ma per anni abbiamo detto che gli sprechi andavano rimossi, che bisognava tagliare la burocrazia inutile, che era necessaria la cura dimagrante dello Stato. Oggi si avvia questo processo e noi siamo ancora una volta a sostenere l’impopolarita di scelte del governo perché sono utili all’Italia». Qui rischia Monti ed anche Casini perché c’è ormai chi sta lavorando apertamente per il 2013.
Lo stop di Alfano alla grossa coalizione 2013
Sì, perché ieri il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ha detto ieri di non sapere, ma non lo esclude, se Silvio Berlusconi si candiderà ancora al governo oppure no, ma di una cosa si è detto certo: «Alle prossime elezioni politiche noi saremo da una parte mentre il Pd e i suoi alleati dall’altra. Questo è il nostro elemento di trasparenza per le elezioni 2013». A cosa mira Alfano? ««Se Casini fa un’alleanza con Pier Luigi Bersani sarà un alleato della sinistra e, quindi, nel campo moderato ci sarà’ un solo protagonista, il Pdl». Che organizzerà le primarie.
La Cassazione conferma le condanne sui fatti della Diaz
Confermate in via definitiva le condanne per falso aggravato inflitte agli alti funzionari di polizia coinvolti nei fatti di violenza avvenuti alla scuola Diaz di Genova, il 21 luglio 2001 in occasione del G8. Lo ha deciso la quinta sezione penale della Cassazione, confermando la condanna a 4 anni inflitta a Giovanni Luperi e Francesco Gratteri, quella a 5 anni per Vincenzo Canterini, nonché le pene, pari a 3 anni e 8 mesi, inflitte a Gilberto Caldarozzi, Filippo Ferri, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Spartaco Mortola, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi, Davide Di Novi e Massimiliano Di Bernardini. Prescritti, invece, i reati di lesioni gravi contestati a nove agenti appartenenti al settimo nucleo speciale della Mobile all’epoca dei fatti. Per gli alti funzionari di polizia condannati in via definitiva scatta ora l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. La Suprema corte ha infatti confermato anche questa pena accessoria destinata a decapitare parzialmente i vertici della Polizia. Questo il commento della titolare del Viminale Annamaria Cancellieri: «La sentenza mette la parola fine a una vicenda dolorosa che ha segnato tante vite umane in questi 11 anni. Questo non significa che ora si debba dimenticare. Anzi, il caso della Diaz deve restare nella memoria. Ma proprio le definitive parole dei giudici ci devono spingere a guardare avanti sicuri che le Forze di Polizia sono per i cittadini italiani una garanzia per la sicurezza e per la democrazia. Del resto nessuno può dimenticare l’attività quotidiana di tante donne e uomini della Polizia che, con dedizione, professionalità e coraggio, lavorano al servizio dello Stato per il bene di tutti».