Ettore Bianchi, ItaliaOggi 4/7/2012, 4 luglio 2012
PATH NON È UNA RETE MA UN CLUB
Si chiama Path, è stata creata due anni fa e ha sedotto da allora 3 milioni di internauti, di cui un milione soltanto da febbraio a oggi. Viene definita rete personale piuttosto che rete sociale ed è stata inventata da Dave Morin, che è stato uno dei creatori di Facebook Connect, il sistema che permette di identificarsi su siti terzi con il proprio nome e la password del network di Zuckerberg.
Path mette anche a disposizione un’applicazione mobile che riporta la rete sociale a una funzione di giornale personale, accessibile al massimo a 150 conoscenti o cosiddetti amici.
Vi si pubblicano fotografie, pensieri più o meno nobili, luoghi da rivivere. Dopo gli Stati Uniti, Path è particolarmente diffuso in Cina, in Giappone e in Francia. Morin ha spiegato che la crescita è molto forte e che la società segue con attenzione il comportamento degli utilizzatori per offrire un servizio di grande qualità con un profondo senso di intimità.
Per finanziare lo sviluppo internazionale e il miglioramento del prodotto, Path ha raccolto recentemente 30 milioni di dollari (23,8 mln euro) su una valorizzazione della società stimata in 250 mln di dollari (198 mln euro). Tra gli investitori figurano i fondi Kleiner Perkins Caufield & Byers e Index Ventures, ma anche il fondatore di Virgin, Richard Branson, e Yuri Milner, patron del fondo russo Dst Global.
Morin, che dirige un’equipe di 50 persone, non ha intenzione di vendere la sua quota: si investirà molto nel marchio e l’obiettivo è essere una realtà indipendente come Twitter e Foursquare.
Rispetto a Facebook, Path è il capofila di una nuova generazione di reti sociali che puntano all’intimità: Nextdoor mette in relazione i vicini di casa, Pair e Avocado si limitano alle coppie. Come spiega Morin, c’è la tendenza a creare dei club in seno ai club, perché Facebook non può servire tutti i contesti sociali. Path non intende sfruttare commercialmente i dati dei suoi frequentatori virtuali. Il modello economico non si appoggia sulla pubblicità: si scommette sulla gratuità dei servizi e sulla vendita di beni a valore aggiunto. Per ora si tratta di filtri fotografici e di un meccanismo per scaricare la musica online.
Il numero uno della società dice che Path è un luogo dove è possibile esprimersi: e, per farlo, le persone sono disposte a pagare. Un pubblico limitato e, al tempo stesso, più esigente. Come sottolinea Morin paragonando le due realtà, Facebook crea le città, Path le case. Quest’ultima è la tavola alla quale invitare a cena, mentre la società di Zuckerberg è il posto pubblico dove assumere un volto sociale. Nessuna voglia di concorrenza, visto che Facebook conta 900 milioni di utenti in tutto il mondo. Semplicemente, la volontà di essere diversi.