Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  luglio 02 Lunedì calendario

IN BANCA, SENZA BILANCIO


Il bilancio era splendido, ma l’azienda è fallita. Succede sempre più spesso che, nonostante i conti siano in ordine e il business plan faccia invidia ai concorrenti, l’imprenditore si trovi costretto a portare i libri in tribunale. Evidentemente, negli ultimi anni le imprese e i loro consulenti hanno cambiato il modo di pensare alla contabilità. Mentre fino a pochi anni fa era predominante la cosmesi dei dati finalizzata a ridurre il carico fiscale, ora il problema prioritario è quello di ottenere congrue linee di credito. Perciò anche il conto economico è spesso piegato a questa esigenza. E’ evidente che così non può andare avanti. Tanto che le banche più importanti stanno cercando modalità alternative di valutazione dei rating aziendali. È quello che sta facendo per esempio Intesa Sanpaolo, che ha messo a punto un meccanismo innovativo per valutare l’affidabilità delle piccole e medie imprese. Dove le valutazioni cartacee contano meno del 10% per valutare la solidità e la solvibilità e il peso di gran lunga maggiore è dato dalla storia dell’azienda e dell’imprenditore, dalla capacità di guadagno dimostrata nel corso degli anni. È una vera e propria rivoluzione dei criteri di valutazione della solidità delle aziende ai fini della concessione dei crediti bancari. Se anche le altre grandi banche seguiranno questa linea, le pmi dovranno cambiare l’approccio al credito. Inutile sprecare troppe energie per redigere un bilancio impeccabile o, soprattutto, un business plan ridondante se poi non si sono rispettati scrupolosamente gli equilibri aziendali. Sarà più importante tornare a curare il rapporto personale con il direttore di filiale, dedicare tempo ed energie a renderlo partecipe dei propri progetti e dei risultati conseguiti. Il business plain continuerà a essere valutato, ma con prospettive di breve termine, perché una previsione troppo lunga non può essere credibile, stante la congiuntura economica, e l’elaborato non può che risultare un bel libro dei sogni. Negli ultimi mesi non sono certo mancati strumenti interessanti messi in campo per risolvere il problema, drammatico, della mancanza di liquidità: credit bond, certificazione del credito, compensazioni, congelamento temporaneo delle rate, Confidi, cambiali finanziarie ecc. Ma questa svolta che si comincia a intravvedere nel mondo bancario è forse la novità più importante.