Chiara Maffioletti, Corriere della Sera 6/7/2012, 6 luglio 2012
IL FANTASMA DELLA MISS PERDUTA
Non è stato semplice per Enrico Bertolino credere nell’amore. Innanzitutto per colpa del calcio. O meglio, di un allenatore. «Fino a 19 anni ho giocato a calcio in modo serio. E l’allenatore ci impediva di uscire con le ragazze. Ci ripeteva che ci facevano male. Questo ha implicato un certo ritardo nello sviluppo delle relazioni con l’altro sesso. In discoteca, per dire, io restavo nell’angolo con il gin tonic. Per molto tempo ho lasciato perdere. Sono arrivato a 20 anni in condizioni tremende e mi sono detto: se continuo così vado in seminario».
Il coraggio per provare a vincere il «il senso di inadeguatezza», è arrivato quando il cuore del comico ha iniziato per la prima volta a battere molto più veloce dopo che — nel paesino di montagna dove andava in vacanza, poco fuori Torino — ha incontrato la ragazza più bella mai vista. «Era la miss del posto. Prendevo la mia 500 giallo ocra e partivo da Milano per andare a trovarla. Ma dopo essere cresciuto nel terrore della donna, non riuscivo a sbloccarmi». Il primo bacio c’era già stato, anni prima: «L’avevo dato al cinema, a un’amica di mia cugina. Terrificante. Avevo 17 anni, non sapevo dove mettere la lingua. Lei avrà pensato di essere vicino a un formichiere: sono uscito dalla sala col torcicollo».
Ma con la miss era entrato in scena il primo amore. «Per me era una specie di Madonna. Facevo fatica a toccarla. Non sapevo cosa fare. E così le parlavo d’amore. Ma a forza di non provarci mai non so che idea si fosse fatta. Avrà pensato "fammi capire, fatti avanti". Alla fine è andata con il mio migliore amico. Mi sono arrabbiato tantissimo. Era la prova che le donne erano delle nemiche. Lei di colpo da Madonna mi è sembrata l’opposto. Ovviamente non era vero, era solo una persona che ha fatto una scelta, forse non aveva il coraggio di dirmi che non c’era feeling. Quel giorno ero arrivato con un regalo per lei, un orologio bellissimo. L’ho buttato nel fiume». Ma ha fatto davanti a tutti il grande gesto? «No. Forse l’unica che si è accorta è stata lei. Avrà pensato: un deficiente. E subito dopo sono tornato indietro. Altre 4 ore sulla 500. Di quel viaggio non ricordo di aver visto molto la strada».
Da allora per Bertolino è stato complicato tornare a fidarsi delle donne: «Partivo dal presupposto che fossero tutte uguali. Tutte da trattare male». Finché a una festa, quando aveva 27 anni, vede una donna «elegantissima, molto bella». Aveva 14 anni più di lui, ma se ne innamorò. «Siamo stati insieme 5 anni. E’ indelebile il suo ricordo: mi ha insegnato a vivere». Perché è finita? «A un certo punto c’è un limite fisiologico: capisci che dopo un po’ di tempo ti riconosci meno. Con gli anni si cambia. Ma siamo rimasti in ottimi rapporti. L’amore è una forma di rispetto e anche quando una storia finisce devi mantenerlo. Restare uniti da una sorta di cordone ombelicale è gratificante: vuol dire che entrambi abbiamo lasciato un buon segno».
Anche l’incontro con la sua compagna attuale è uno di quelli difficili da dimenticare: «Era seduta due file davanti a me, in aereo. Al suo fianco c’era Adriana Lima ma io ho notato lei e non la modella. Ci siamo parlati al nastro bagagli. Le ho chiesto di darmi lezioni di portoghese. Lei è brasiliana ma viveva da tempo in Italia. Siamo ancora insieme dopo 12 anni: abbiamo superato difficoltà culturali non indifferenti. Abbiamo avuto una figlia con inseminazione, tra parecchie ansie, quando avevo 49 anni io e 44 lei. Più vai avanti e più l’amore è fatto di cose concrete: rispetto, sopportazione delle differenze altrui. La chiamano complicità ma la complicità è subire. E’ sapere che se dico una cosa lei si arrabbia e quindi non la dico».
All’amore «da Baci Perugina» proprio non crede: «Mi viene da ridere quando mi si presentano le coppie felici. Quelli che ti dicono: siamo felicissimi, stiamo benissimo, andiamo d’accordissimo. I superlativi mi spaventano». E’ per questo che non si è mai sposato? «Non ho avuto mai la tentazione di farlo, nessuna mi ha messo con le spalle al muro. Al matrimonio di mio fratello ero testimone: in chiesa sono stato male. La notte prima l’abbiamo passata insieme: lo guardavo e gli dicevo "cosa stai facendo, sei pazzo"». È il fantasma della miss? «Può essere — ride —. È lei che mi dice "guarda che ti fregano". Comunque per fortuna mi ha lasciato. Altrimenti magari staremmo ancora insieme». Ma i suoi genitori non sono sposati da 58 anni? «E infatti quando gli ho chiesto come hanno fatto mi hanno detto che essere sposati e essere innamorati non è sempre la stessa cosa».