Silvia Fumarola, la Repubblica 6/7/2012, 6 luglio 2012
LUCE IN RETE
Le miss del dopoguerra, nemiche delle creme depilatorie, le folle che inneggiano Mussolini, i baci ai soldati e quelli delle star, il brivido del volo, le benedizioni papali, la fatica degli sconfitti e i sorrisi dei campioni, le scene di vita familiare. Nel 1958 un cinegiornale spiega «com’è
cambiata la vita delle donne grazie alla vita all’aria aperta... Ci spaventano un po’ quando guidano, ma volteggiano lievi quando vanno a cavallo». Gli archivi dell’Istituto Luce raccontano come eravamo e cosa siamo diventati, un patrimonio che adesso grazie a un accordo tra la piattaforma video di Google e l’Istituto si può consultare on line su un canale di YouTube. Una miniera di immagini, ricordi, emozioni; per orientarsi sono state create playlist tematiche, proprio come avviene per la musica.
Quarant’anni di vita. Le parole più usate per spiegare il progetto sono «giovani» e «memoria», perché la storia con un clic diventa accessibile a tutti. Colpisce che l’accordo in difesa della memoria arrivi mentre cresce la protesta negli studi di Cinecittà, destinati alla dismissione industriale. I lavoratori hanno piantato le tende per occupare la cittadella cinematografica. Da due anni pesa il progetto di trasformare gli storici studi in un megacomplesso con alberghi, beauty farm e parcheggi: si chiude un’era dell’industria cinematografica, col relativo allontanamento delle maestranze. Un mondo che scompare ma vive nelle immagini in bianco e nero, con le dive e i registi che sorridono. Sul canale dedicato www.youtube.com/cinecittaluce, sono stati caricati già trentamila
video.
«La storia non è necessariamente un busto al Gianicolo ma è importante far capire che può essere raccontata come un telefilm » spiega Giovanni Minoli, inventore di
La storia siamo noi,
testimonial del progetto insieme a Paola Cortellesi. «Il consumismo ha fatto dimenticare la memoria, con la crisi c’è voglia di riscoprire
le nostre radici. Un progetto come questo consente di farlo, così come di far conoscere al mondo la nostra storia. La rete unisce locale e globale, avvicina i giovani». Filmati con numeri da record: 9.452 balli, 5.608 miss, 33.813 sfilate, 20.451 eventi sportivi, 15.096 saluti, 12.457 aerei, 4.702 moto, e, ovviamente, 24mila baci. I trentamila
video sono l’avanguardia, perché l’archivio, nato nel 1924 (raccoglie materiali fino agli anni ‘80-’90), conta su 3 milioni di foto e oltre centomila filmati grazie ai Giornali Luce (dal ‘27 al ‘45) e alla Settimana Incom (dal ‘46 al ‘64), nati per la propaganda.
«È una svolta storica, tecnologica
e culturale che consente di
aprirci al mondo. Credo sia un bell’esempio di come si possa rendere la cultura a portata di mano » dice Rodrigo Cipriani Foresio, presidente di Istituto Luce-Cinecittà «Se finora 400, 500 persone al giorno si collegavano al nostro sito, da quando abbiamo iniziato a caricare il materiale sono salite a 500mila nel mondo.
Una svolta tecnologica e culturale: la memoria storica italiana, e degli altri paesi, a disposizione di tutti online. Bisogna essere intelligenti e aperti alla modernità, spero che questa iniziativa possa essere un modello per l’archivistica ».
«Grazie a questo accordo contribuiremo
a preservare e tra-
mandare la storia e la nostra cultura cinematografica alle generazioni future, un valore che non possiamo permetterci di perdere », aggiunge Carlo d’Asaro Biondo, presidente dell’area Sud e Est Europa, Medio Oriente e Africa di Google, che da tempo si dedica a progetti culturali come Art Project, World Wonders in collaborazione con l’Unesco e il recente Endangered Languages per salvaguardare le lingue in estinzione. La partnership prevede che i costi tecnici siano a carico di Google, mentre la maggior parte dei ricavi derivanti dalla pubblicità vadano all’Istituto Luce. L’operazione si avvale di ContentID, il sistema tecnologico gratuito per la tutela del copyright su You-Tube contro la pirateria.