Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  luglio 06 Venerdì calendario

APP, SITI E SOCIAL NETWORK ECCO LA RICOSTRUZIONE 2.0


Ripensare, ricostruire, ripartire. Si chiama Protezione civica ed è una rete di strumenti e di persone per affrontare l’emergenza. Per uscire dal terremoto che ha colpito l’Emilia (ma anche parte del Veneto e della Lombardia) in modo trasparente, partecipato, intelligente. Come non si è quasi mai fatto prima, insomma. E come sicuramente non è accaduto all’Aquila, purtroppo. Come si fa? Usando anche la potenza di Internet. Gli strumenti di questa rete sono le applicazioni che abbiamo sul telefonino. Oppure siti web per raccogliere fondi e fare segnalazioni. O social network per raccontare storie e condividere progetti. Le persone fanno il resto: sono gli “emiliani brava gente”, come recita il titolo di un evento che va in scena oggi a Ferrara: nella biblioteca comunale ci saranno tanti sindaci delle zone colpite, alcuni dei volontari che stanno nei campi e un drappello di attivisti digitali. «Vogliamo gettare le basi per una ricostruzione sostenibile», è l’auspicio dell’assessore comunale Rossella Zadro che spera di far incontrare visioni e concretezza, innovazione e realismo.
Questa storia non comincia oggi. Erano i giorni della Repubblica
delle Idee, a metà giugno, a
Bologna, e in Sala Borsa sette gruppi di “smanettoni” erano arrivati da tutta Italia, richiamati da una semplice pagina su Facebook, per partecipare ad un hackathon, espressione che sta per hackers’marathon: una maratona di sviluppatori. Trentasei ore filate a scrivere codici per uscire con le occhiaie scavate e delle applicazioni utili pronte all’uso. Utili in caso di terremoto. Come la app per trovare alloggi se la tua casa è crollata, o quella per verificare facilmente la agibilità della propria abitazione.
Quella lunga notte bolognese si svolgeva mentre decine di altre iniziative analoghe avvenivano sul territorio. Una delle prime è stato il sito creato in poche ore dal blogger Gianluca Diegoli per uno dei comuni più colpiti dal sisma: San Felice sul Panaro. Lì c’è tutto: storie, informazioni, strumenti per aiutare. Semplice,
utile. Un modello per gli altri. I terremotati infatti non hanno bisogno di fuffa ma di cose concrete, è la filosofia di Diegoli che ha demolito la app di una grande
agenzia pubblicitaria che invitava a mandare tweet di solidarietà che eguagliassero il numero di scosse sismiche (si chiamava Scosse vs Tweet ed è stata
fatta sparire in poche ore).
Solo cose utili, quindi. Come il portale, che verrà presentato oggi a Modena, per consentire alle imprese danneggiate di vendere
subito i loro prodotti, messo su da un altro esperto di social media, Beppe Leoni (si chiama “facciamo adesso” e ha già arruolato una cinquantina di aziende). In molti altri casi le applicazioni sono state hackerate, ovvero modificate per diventare utili. È il caso di Metwit: serve a segnalare il meteo attraverso un tweet, mentre ora, nella sua versione Extreme consente, in caso di sisma, di condividere informazioni in tempo reale con gli enti preposti al primo soccorso; oppure (Im)possible living che individua gli edifici abbandonati nel mondo per favorire un recupero ed ora si concentra sull’Emilia; o come Decoro Urbano, uno strumento per segnalare buche stradali e simili, trasformato nella Mappa della Protezione Civica con centinaia di segnalazioni di danni, aiuti e buone pratiche, strada per strada.
L’obiettivo principale di Protezione Civica non è però l’emergenza: è la ricostruzione. Che deve avvenire selezionando i migliori progetti e spendendo bene ogni singolo euro disponibile. Sul primo aspetto sta nascendo nella zona di Parma un Hub che vuole raggruppare esperti di tutti i settori. Il secondo aspetto è più complesso: perché richiede di monitorare le donazioni e tracciare dove finiscono effettivamente i soldi. Per far questo sono in campo i volontari di Action Aid, gli sviluppatori di openpolis e il magazine Vita. Ma anche le istituzioni sono pronte a fare la propria parte. «Faremo trasparenza assoluta» va dicendo in questi giorni il commissario alla ricostruzione Vasco Errani quando incontra le popolazioni. Ci saranno probabilmente due siti, anticipa il segretario generale dell’Associazione nazionale dei comuni Angelo Rughetti: uno per documentare le donazioni e uno per seguire le opere di ricostruzione.