Maurizio Stefanini, Libero 5/7/2012, 5 luglio 2012
AL DITTATORE PIACE L’HAMBURGER SÌ AI FAST FOOD IN COREA DEL NORD
Patatine fritte e hamburger; orecchini, pantaloni per donne e scarpe pure femminili con la zeppa. È da queste straordinarie concessioni ai nord-coreani di Kom Jong Un, terza generazione della dinastia dei Kim dopo Kim Il Sung e Kim Jong Il, che inizierà la riforma anche nell’ultima roccaforte stalinista del mondo? Oppure si tratta del semplice capriccio di un ragazzino viziato che una volta arrivato al potere non intende celare le proprie preferenze per gli stili di vita cui si è abituato durante gli studi in un collegio svizzero? Le notizie che stanno rimbalzando sulla stampa mondiale a partire da Abc News e New York Daily News andrebbero forse confrontate con un paio di altre informazioni che vengono dal passato della famiglia Kim. Una è di quando il 41enne Kim Jong-am, fratello maggiore dell’attuale dittatore, il primo maggio del 2001 fu arrestato all’aeroporto giapponese di Narita mentre cercava di entrare con un falso passaporto della Repubblica Dominicana: per sua stessa ammissione, nell’intento di visitare il parco Disneyland di Tokyo. Espulso come un qualunque clandestino, il primogenito cessò allora di essere il favorito di Kim Jong Il per la successione, spianando così la strada a Kim Jong Un. Morale: anche i principi del sangue del «Regno Eremita», evidentemente, non ne possono più del Romitaggio. L’altra cosa da ricordare è quel che disse Kim Jong Il nel momento più acuto di una penuria alimentare che ammazzò 2,2 milioni di persone, e durante la quale i figli dei nord-coreani che riuscivano a scappare venivano spesso sorpresi oltre confine a disegnare banchi di macelleria dove c’erano membra umane al posto delle costolette: «Non c’è carestia, è solo che i nord-coreani si ostinano a voler mangiare riso invece di patate». Il fatto che tuttora l’erede offra patatine piuttosto del riso fa ricordare quella vecchia barzelletta in cui un leader del Pci, spiega in un comizio le delizie del futuro mondo socialista. «Compagni, quando verrà il comunismo potremmo mangiare bistecca tutti i giorni!». Anche maiale? «Certo anche Maiale?» Pesce? «Pesce a volontà». Pollo? «Pollo per tutti». Coniglio? «Sì, coniglio tutti i giorni». Ma a me il coniglio non piace… «E lo mangerai lo stesso!». Se già Kim Jong Il voleva trasformare i gusti alimentari dei nord-coreani da modelli asiatici e stili teutonici, però, è vero che finora il regime permetteva alla donne di mettere i calzoni solo come parte dell’uniforme di lavoro di fabbriche e fattorie. Chi era sorpresa a trasgredire, poteva dire di essersela cavata a buon mercato se la polizia si limitava a tagliarle l’abito incriminato in modo da trasformarlo direttamente in gonna in mezzo alla strada. Inoltre Kim Jong Un sta incoraggiando la gente a andare anche in zoo e parchi di divertimento: non più solo a quel Mausoleo di Kim Il Sung alla cui visita sono stati tradizionalmente obbligati i viaggiatori stranieri. Anche una diavoleria tipicamente capitalista come il telefono cellulare sta diventando sempre più facile da trovare. Fuggitivi in Corea del Sud riferiscono pure di parenti che con sorpresa parlano della comparsa di pizzerie, bar e pasticcerie dove si trovano «vere torte di compleanno, non fatte di riso ». Ma soprattutto rispetto al nonno e al padre, famosi per l’aurea di mistero che gravava loro attorno, il giovane leader sembra volersi distinguere col farsi riprendere spesso in tv e anche farsi fotografare, mentre è intento in bagni di folla. Soprattutto con bambini e giovani: lui stesso d’altronde è sotto i trent’anni (anche se non si sa se sia nato esattamente l’8 gennaio del 1983 o del 1984). Tuttavia, il fatto che una recente visita in un parco di divertimento si sia tradotta in una valanga di cicchetti e cazziatoni ai dipendenti le scritte scrostate e per le erbacce infestanti che invadevano tutti dimostra da una parte che lo stile resta autoritario. Dall’altra, che la mania per i luna park non era solo del fratello maggiore. Riuscirà comunque da questi primi passi Kim Jong Un a rendere la Corea del Nord un Paese un po’ più vivibile per i suoi abitanti? Oppure i parchi di divertimento diventeranno l’equivalente di quelle che erano le brioches di Maria Antonietta alla vigilia della Rivoluzione Francese?