Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  luglio 05 Giovedì calendario

REALCONOMICS

Bella questa. Il professor Mario Monti la recessione la sta creando apposta: è un obiettivo, una strategia, anzi una teoria detta del deprezzamento reale. Serve a ottenere gli effetti di una svalutazione senza fare una svalutazione: anche perché, non avendo più la lira, non potremmo più farla. La teoria l’ha esposta il professor Ernesto Screpanti (non so quanto credendoci) ed è una teoria che esiste: in pratica si cerca di abbassare il costo del lavoro per rendere le imprese più competitive e rilanciare le esportazioni, ma come? Con una valanga di tasse e di aumenti - versus i ceti meno abbienti - e poi con tagli e che deprimano l’economia. Da qui la recessione, ergo disoccupazione, terrore di perdere il posto, lavoratori meno aggressivi e perciò più condiscendenti: dalla flessibilità alla malleabilità. Un bel quadro. In termini medici la chiamerebbero «malattia iatrogena», cioè causata dallo stesso medico (un tecnico, sapete) che doveva curarti. Se anche si ossequiasse a questa teoria, peraltro, il premier Mario Monti non potrebbe mai confessarlo: il cinismo e i sacrifici umani che comporta non sarebbero moralmente tollerati. Ed è ingiusto. Perché corre il rischio, Mario Monti, di essere comunque ricordato come un gratuito succhiasangue, questo anche nel giorno in cui le cose dovessero migliorare. Non possiamo tollerarlo. Si sta sacrificando per noi.