Giovanna Pezzuoli, Corriere della Sera 5/7/2012, 5 luglio 2012
UNA PRINCIPESSA INCA PER BOBO
Due giorni fa, il 3 luglio, ha festeggiato un anniversario, 38 anni dal primo bacio scambiato sulla scalinata della stazione di Firenze con Bruna, sua moglie, nonché Bibi, compagna di Bobo, l’alter ego di Sergio Staino, vignettista e regista che ha costruito la sua vita sul filo dell’ironia. «Lo ricordo sempre perché non è stato un bacio qualunque, ma è arrivato dopo anni di esitazioni, ripensamenti. Eravamo sposati tutti e due, in più io ero un dirigente dei marxisti leninisti e loro sono dogmatici come i cattolici più oscurantisti. Quell’amore immenso che mi era nato dentro si scontrava con dei macigni. Se restavo solo con lei dovevo fare sforzi enormi per non abbracciarla. E poi mi sentivo come Sant’Antonio nel deserto».
Staino, laureato in architettura, nei primi anni 70 insegna materie tecniche nelle scuole medie e non ha ancora ritratto i turbamenti della sua generazione in Bobo, «un nasone enorme sotto due occhiali grandi come fanali e una foresta di capelli e peli sempre fuori posto», come lo descrive Oreste del Buono ai tempi del suo esordio su Linus nel 1979. Quando conosce Bruna, giovane studentessa peruviana, è da poco avvenuto il golpe cileno del 1973. «Molti latino-americani erano diventati marxisti leninisti e io che parlavo lo spagnolo ero responsabile di quel settore. Prima di incontrare Bruna ero già innamorato di Neruda e delle sue Alture del Machu Picchu. L’ho vista e mi è sembrata la tipica bellezza incaica che avevo sognato. Era una visione hollywoodiana perché i veri inca sono un’etnia sfruttata e logorata, poi lei era figlia di italiani, mi sono innamorato di una principessa inca che non lo era! Bruna era sposata con un peruviano e quando ci siamo seduti su quella scalinata della stazione, piangendo mi ha detto: "Io quest’uomo non lo amo, quando torno in Perù lo lascio". E allora mi sono sentito un cretino: sto facendo sacrifici enormi e inutili. Lì è iniziata la disgregazione di tutti i peccati, da quel bacio è nato un amore strepitoso. Mi hanno subito destituito da tutte le cariche, un putiferio. Ma un anno dopo è nata Ilaria, poi Michele, la storia è stata bella anche se è nata dal peccato, del resto siamo partiti in preda al demonio e siamo finiti quasi "wojtyliani" con famiglia tranquilla, femminuccia e maschietto».
«Quel bacio è stato rivelatore. Avevo 34 anni, tante storie alle spalle, compresa quella con mia moglie. Ma fino ad allora avevo pensato che l’amore fosse una cosa casuale. Ma lei no, era l’unica fra un miliardo di persone. Con le altre l’idea di un figlio mi terrorizzava, mentre la prima volta che ho visto Bruna spogliata, le ho detto: "Come sei bella, hai due fianchi adatti a fare un bambino". Beh, mia moglie non è come me, è più scettica, non crede al grande amore anche se adesso lei ha 61 anni, io 72 e siamo sempre insieme!».
Staino che stuzzica la sinistra con l’autoironia, non risparmia la sua vita di coppia. Nel libro «Stainoterapia dell’amore», c’è una vignetta con la scritta: «Fu il 19 gennaio del ’94 che Bruna… ebbe per la prima volta la sensazione netta che quell’uomo che si stava mettendo le lenti a contatto e che conviveva con lei da quasi vent’anni forse era davvero l’amore della sua vita… Tutta la notte cercò di capire se il sentimento che provava era gioia o disperazione». «Litighiamo, ma io non ho mai pensato a separarmi, lei invece dice subito: allora in questa casa di Scandicci chi rimane? Ma sono brividi preparatori dell’atto sessuale. Abbiamo sempre avuto una fortissima attrazione di pelle, ci uniscono le idee, i viaggi, l’atteggiamento verso i figli, pur essendo diversi. Io italiano, zeppo di ideologie, con la voglia di catalogare il mondo, Bruna pragmatica, con studi in un college canadese. Ma in fondo le altre le ho lasciate per noia, lei ha il dono dell’imprevedibilità».
Un amore così grande non può essere esclusivo «perché la possessività è una forma di debolezza». Ci sono stati innamoramenti, magari platonici, o «effusioni provvisorie». «Forse in un’altra vita ero nella Polinesia prima dell’arrivo del Bounty… L’importante è che Bruna non mi lasci, se no, lo dico alla napoletana, mi si schianta il cuore!».