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 2012  luglio 05 Giovedì calendario

MA I MUTUI COSTANO DI PIÙ IL RICARICO DELLE BANCHE È TRIPLICATO NELL’ULTIMO ANNO


Comprare casa oggi potrebbe essere un affare. Il mercato langue (-20 per cento le compravendite) e i prezzi scendono. Peccato però che oggi accendere un mutuo costa molto più di un anno fa. Un controsenso perché i tassi cui sono indicizzate le rate dei mutui, l’Euribor per quelli variabili e l’Irs per i fissi, sono diminuiti. Nell’ultimo anno, l’Euribor a un mese è calato di 0,96 punti, mentre quello a tre mesi è andato giù di 0,91. Dunque rate più leggere? Tutt’altro perché lo spread applicato dalle banche ha invece preso la strada inversa. Il ricarico applicato all’Euribor è mediamente passato per i mutui ventennali a tasso variabile dall’1,31% di giugno 2011 al 3,36% dei primi giorni di luglio di
quest’anno. Due punti in dodici mesi. Un rincaro che fa lievitare le rate dei nuovi mutui. E che trova, almeno in parte, una giustificazione nella difficoltà che da tempo hanno le aziende di credito a finanziarsi sul mercato.
Per rendersi conto del forte impatto dello spread sui tassi è sufficiente un esempio. Su un mutuo ventennale a tasso variabile di 100mila euro stipulato nel luglio scorso le banche applicavano un anno fa uno spread di 1,4 punti. Chi l’ha sottoscritto paga oggi una rata di 508 euro. Ma chi volesse accendere in questi
giorni lo stesso mutuo si ritroverebbe con uno spread pari a 3,3 punti e vedrebbe lievitare il costo della rata a 603 euro. Quasi cento euro in più.
«La situazione generale di stagnazione e di incertezza economica — spiega Roberto Anedda, vicepresidente di MutuiOnline
— prosegue ormai dall’estate 2011 e la sua soluzione non sembra ancora alle porte. È uno stallo che genera da mesi una divergenza quasi paradossale tra il costo del denaro sul mercato e quello dei capitali per le banche». Il problema è il costo che le aziende di credito pagano
per finanziarsi. Un costo alto perché, aggiunge Anedda, «condizionato sia dal diminuito valore dei titoli di Stato che hanno in portafogli, sia dal maggior livello di costo e di garanzie che devono offrire per finanziarsi».
Il caro-spread ha vanificato anche la
forte riduzione dell’Irs (il parametro utilizzato per indicizzare il mutui a tasso fisso). Un mutuo ventennale a rata “inchiodata” il primo luglio del 2011 aveva un Irs del 3,86%. Oggi l’Irs sullo stesso mutuo è del 2,31%. Una riduzione dell’1,55%, incamerata però dall’aumento degli spread (tra 1,80%-1,90%).
«Le famiglie che non possono rinviare la richiesta di un mutuo per acquistare casa — spiega Egidio Vacchini, amministratore delegato di Progetica — hanno poche possibilità di vedere la rata dei mutui a tasso variabile ridursi nel breve termine. La prospettiva — aggiunge Vacchini — è quella di attendere il ritorno a momenti economicamente meno agitati. A quel punto varrà la pena rinegoziare le condizioni con la banca o surrogare il mutuo». Ma prima di accenderlo vale la pena
confrontare le molte offerte per individuare quali siano le banche che operano con maggiore competitività sul mercato. Su MutuiOnline, per i mutui ventennali a rata “inchiodata” i tassi oscillano fra un minimo del 5,10% e un massimo del 6,74%. La forbice per i variabili della medesima durata va dal 3,13% al 4,95. Dalla probabile sforbiciata dei tassi che potrebbe essere decisa oggi dalla Bce c’è poco da attendersi. Il trend dell’Euribor conferma che il mercato ha anticipato le decisioni della Banca centrale europea.