STEFANO RIZZATO, La Stampa 4/7/2012, 4 luglio 2012
In Italia se ne fanno 10 mila l’anno - Test di paternità a fianco di cerotti e aspirine. Il sospetto sbarca in farmacia
In Italia se ne fanno 10 mila l’anno - Test di paternità a fianco di cerotti e aspirine. Il sospetto sbarca in farmacia. E si allontana un po’ dal web, dove negli ultimi anni si sono moltiplicati i siti per padri dubbiosi. «In questo campo, Internet è una giungla», conferma Valentina Cesati, ad di Gentras. La sua azienda è la prima in Italia a portare in farmacia i kit per l’autoprelievo di materiale genetico. «Finora sono disponibili in 40 farmacie, ma presto ne raggiungeremo molte altre. Negli Stati Uniti avviene da dieci anni e i test di paternità si trovano ormai anche nei supermercati». Anche se dati certi non ce ne sono, in Italia il fenomeno è in crescita. «C’è chi addirittura ha parlato di 70 mila richieste ogni anno, ma mi pare esagerato prosegue Cesati - tra laboratori grandi e piccoli, possiamo ipotizzare circa 10 mila test di paternità eseguiti ogni anno. Di certo, accertare la paternità è una richiesta legittima e per questo portare i kit in farmacia ci sembra un passo importante. Ovviamente resta indispensabile spedire i campioni in laboratorio. Insieme ai moduli di autorizzazione, inclusi nel kit: per legge, il prelievo del Dna può avvenire solo con il consenso di entrambi i genitori». E forse, dopo quella dei kit in farmacia, la vera rivoluzione sarà quella dei test pre-natali, possibili senza aspettare i nove mesi. La conferma arriva dagli Stati Uniti (dove nel 2010 i test sono stati 380 mila): presto basterà un campione di sangue della madre per determinare la paternità a gravidanza in corso. Il patrimonio genetico del feto è infatti contenuto nel plasma materno e può essere isolato in laboratorio. Grazie al confronto con il sangue del (presunto) padre, si potrà avere il responso – assicurano negli Usa – già all’ottava settimana dal concepimento. Un notevole passo in avanti rispetto alle attuali tecniche: amniocentesi e villocentesi, praticate sul feto, sono metodi invasivi e che presentano un minimo rischio di aborto.