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 2012  luglio 05 Giovedì calendario

“Sarò bruttissimo in scena per piacere anche di più” - A chi lo accusa di sfruttare il fisico apollineo, il viso d’angelo, il sorriso da bravo ragazzo che incanta le mamme e le ragazzine (e molti gay) a scopo di lucro artistico Roberto Bolle risponde: «Ok

“Sarò bruttissimo in scena per piacere anche di più” - A chi lo accusa di sfruttare il fisico apollineo, il viso d’angelo, il sorriso da bravo ragazzo che incanta le mamme e le ragazzine (e molti gay) a scopo di lucro artistico Roberto Bolle risponde: «Ok. Adesso faccio il gobbo, lo storpio, Quasimodo. Va bene?» Sarà la prossima stagione alla Scala in Notre Dame de Paris di Roland Petit. Intanto il nostro ballerino dalla fama planetaria, affronta un’altra sfida: riportare la danza all’Arena di Verona, dove mancava da 19 anni. Sarà il prossimo 23 luglio con i suoi Friends. Le vendite vanno bene. È già esaurita tutta la platea, stanno attaccando le gradinate. Bella scommessa riportare la danza in Arena «Sì, l’ultimo balletto è stato Spartacus nel 1993» Ma lei in questi anni non se l’è fatta mancare l’Arena. «Ho ballato nelle opere, Aida e Gioconda in diversi allestimenti. E già allora è stata una emoziona unica. L’arena è uno spazio magico, ti dà delle sensazioni speciali. Dovremo puntare sulla presenza scenica perché non è facile riempire questo spazio». L’opera in Arena ha scenografie monumentali, ma la danza, un gala, solo i ballerini e le luci. Le fa paura la prospettiva? «Useremo molto la luce per creare effetti speciali e poi ci saranno ai lati del palcoscenico due grandi schermi, il pubblico potrà vedere nel dettaglio, lo abbiamo già fatto in Piazza Plebiscito a Napoli, in Piazza Duomo a Milano». Sarà un gala tradizionale? «Sarà una vera festa della danza con ballerini che arrivano un po’ da tutto il mondo. Alcuni habitué come Alicia Amatriain o i gemelli Bubenicek. Poi nuove stelle che si aggiungono come Alina Cojocaru e Johan Kobborg del Royal Ballet, Alina Somova del Mariinskij di Pietroburgo, con cui riproporrò Excelsior che avevamo fatto in Scala a Gennaio, le ballerine della compagnia di Tolosa, con cui danzerò Who Cares di Balanchine e dove ora mi trovo proprio per studiare questo ruolo, Maria Kochetkova del San Francisco Ballet, Dinu Tamazlacaru dello Staatsballet di Berlino». Programma solo classico? «Ci sarà di tutto. Per esempio Alina Cojocaru farà L’adagio della rosa da Bella addormentata , ma con i gemelli Bubenicek danzo Canon , loro fanno Les Indomptés . E poi a Verona non mancherà Romeo e Giulietta di MacMillan». L’altro impegno dell’estate è Trittico 900 con cui sarà il 18 a Bolgheri, il 20 a Caracalla,il26aMacerataeil28aPalermo. «È per proporre una formula nuova al pubblico che ha già visto il Gala. La novità è Who Cares di Balanchine. Poi ci sarà un brano di Kylian 27’52’ , infine Le Jeune Homme et la Mort dove danzerò con Jia Zhang. L’anno scorso ho portato le Jeune Homme in tour e l’impatto emotivo sul pubblico è stato grande. Per questo ho deciso di riproporlo e pensare a una serata con balletti brevi di tre grandi maestri del 900». Dopo l’estate torna alla Scala con Onegin . «L’ho appena fatto all’American Ballet Theatre di New York con Julie Kent. È stato un bel ripasso: è un personaggio sfaccettato e ricco, più lo danzi e più diventa tuo». Ma più avanti farà Quasimodo e non il bel Phoebus in Notre Dame . Perché? «È la scommessa più grossa. Era più semplice per esempio fare Frollo, il cattivo, Phoebus, il bello l’ho già danzato. Il gobbo stravolge completamente quel che ho sempre dimostrato di essere e quello che il pubblico si aspetta». A proposito di belli. a che punto sono le trattative fra il San Carlo e Matthew Bourne per il balletto su Dorian Gray ? «Il progetto c’è, ma per ora non ci sono novità». Come si vede nei prossimi anni? «Oggi mi interessa trovare ruoli che mi stimolino, che sono sfide sul piano interpretativo, come il gobbo. A novembre riprendo Manon con Zacharova. Mi piace avere grandi partner con cui confrontarmi e scoprire i ruoli in maniera diversa». Chi vede dopo Bolle fra i danzatori italiani? «Alla Scala sicuramente Claudio Coviello. Gli stanno dando delle possibilità: ha fatto di recente Giselle . È il talento più evidente che ho visto, è una gemma pura da coltivare».