MAURIZIO MOLINARI, La Stampa 5/7/2012, 5 luglio 2012
Il Manchester cerca il gol a Wall Street - Sconfitta dal rivale Manchester City nella corsa al titolo della Premier League e oberata da un debito di 663,2 milioni di dollari la squadra del Manchester United punta su Wall Street per trovare in fretta i fondi necessari per recuperare la vetta del calcio inglese ed europeo
Il Manchester cerca il gol a Wall Street - Sconfitta dal rivale Manchester City nella corsa al titolo della Premier League e oberata da un debito di 663,2 milioni di dollari la squadra del Manchester United punta su Wall Street per trovare in fretta i fondi necessari per recuperare la vetta del calcio inglese ed europeo. Lanciare un’offerta pubblica di acquisto al New York Stock Exchange è una decisione senza precedenti per una delle squadre regine del “soccer” europeo e in effetti la famiglia americana Glazer, che ne è proprietaria dal 2005, aveva pensato di puntare sulla piazza finanziaria di Singapore per tentare di fronteggiare un rosso in bilancio che minaccia la bancarotta. A suggerire Singapore era anche il fatto che proprio in Asia risiedono molti dei 659 milioni di tifosi del Manchester United che invece negli Stati Uniti - nonostante il recente aumento di popolarità del “soccer” conta su un seguito assai minore. Ma la crisi del debito sovrano e le brusche oscillazioni dei mercati asiatici hanno suggerito a Joel e Avram Glazer, co-presidenti del club, di ripiegare sulla meno precaria Borsa di New York, presentando i relativi documenti finanziari nei quali si afferma di avere l’obiettivo minimo di raccogliere 100 milioni di dollari. La strada della City londinese invece era impraticabile perché i titoli vi hanno perso valore negli anni Novanta, senza riuscire più a recuperarlo. Salvare la squadra che fu di George Best, Bobby Charlton e David Beckham con i soldi degli investitori americani attanagliati dall’incubo di una nuova recessione lascia intendere il rischio della scommessa intrapresa. Anche perché le azioni che saranno quotate - il valore iniziale ancora non è noto - avranno solo un decimo dei diritti di voto detenuti da quelle in possesso dei Glazer, lasciando intendere che non c’è alcuna possibilità di scalata della squadra più blasonata d ’ In gh i l t e r ra , vincitrice di tre Coppe dei Campioni, ma si tratta solo di una raccolta fondi per rimetterla in sesto, promettendo un veloce recupero di risultati e popolarità. Dalla loro i Glazer, figli dell’84enne patriarca Malcom proprietario del team di football dei Tampa Bay Buccaneers, possono vantare il fatto che secondo il magazine finanziario “Forbes” il Manchester United resta il team sportivo di maggior valore al mondo grazie a una rete globale di partner commerciali in 72 nazioni, fra i quali vi sono l’americana Nike, la birra Singha e la compagnia aerea Turkish Lines. A indebolire l’offerta invece c’è il deterrente della mancata promessa di dividendi nel breve periodo a dimostrazione del fatto che “l’intenzione è attirare l’interesse per l’aumento di valore della squadra grazie a successi sul campo” come riassume Karish Andrews, specialista finanziario nel settore sportivo, sottolineando che “il successo nella vendita dei diritti sportivi della Premier League” potrebbe riscuotere un “certo interesse” visto che le 20 squadre che la compongono hanno signato un accordo triennale per 4,6 miliardi di dollari, con un aumento del 70 per cento rispetto alla precedente intesa. La speranza dei tifosi è che l’Ipo a Wall Street consentirà di trovare le risorse necessarie per strappare il titolo ai cugini del Manchester City, di proprietà dello sceicco di Abu Dhabi Mansour Bin Zayed Al Nahyan, perché “liberarci dai debiti significa tornare ad essere forti” come assicura Duncan Drasdo, capo del “Supporter Trust” del Manchester United, che venne fondato nel 1878 e non si è mai trovato in simili acque.