VALENTINA ARCOVIO, La Stampa 5/7/2012, 5 luglio 2012
La scienziata italiana: “Un lavoro di 20 anni” - Se il suo cuore batteva all’impazzata, è stata davvero brava a nasconderlo
La scienziata italiana: “Un lavoro di 20 anni” - Se il suo cuore batteva all’impazzata, è stata davvero brava a nasconderlo. Perché quando la 48enne Fabiola Gianotti, coordinatrice dell’esperimento Atlas, ha annunciato in mondovisione che il suo gruppo di ricercatori ha finalmente trovato il Sacro Graal della fisica, il bosone di Higgs, sembrava molto calma e sicura di sé. Con un abbigliamento informale, una maglietta rossa e i pantaloni chiari con i tasconi, è salita in cattedra e ha lanciato questa bomba sulla comunità scientifica internazionale, che la osservava con il fiato sospeso. «Ci sono forti indicazioni della presenza di una nuova particella attorno alla regione di massa di 126 GeV», ha detto. «È il bosone più pesante mai trovato», ha aggiunto. Entusiasta, ma con un’umiltà disarmante, la scienziata non ha però mai dichiarato apertamente che quella particella speciale individuata sia proprio quella che tutti i fisici del mondo stanno cercando da quasi mezzo secolo. «Siamo dinanzi a risultati preliminari – sottolinea – e prima di sbilanciarci troppo è necessario ancora un po’ di tempo». Ma quando una scienziata dice «abbiamo osservato chiaramente una nuova particella, con probabilità di 5 sigma», significa che c’è una probabilità di errore dello 0,000028%. Prudenza a parte, Gianotti sa bene di avere per le mani la scoperta del secolo, anche perché arrivare fino a qui le è costato una gran fatica. «Sono più di vent’anni – dice – che lavoriamo su questo. Non avrei mai immaginato di essere proprio io a coordinare il gruppo di tremila scienziati di 38 Paesi che oggi ha conseguito un così importante obiettivo». Ma evidentemente era scritto nel destino. Nata a Torino da padre piemontese di professione geologo e madre siciliana amante delle lettere, ha vissuto e studiato a Milano. All’inizio l’idea di una carriera letteraria, poi la scelta di dedicarsi alla fisica. Da lì la sua carriera sempre in ascesa: prima come ricercatrice del Cern, poi responsabile del progetto Atlas, che ieri ha raggiunto il maggior risultato possibile.