Vittorio Da Rold, Il Sole 24 Ore 5/7/2012, 5 luglio 2012
PROJECT BOND, LEVA DA 189 MILIARDI
Per tornare a crescere la Ue punta sui project bond, uno dei principali strumenti messi a punto al vertice del 28-29 giugno per rilanciare gli investimenti infrastrutturali nella Ue e far ripartire la crescita. Certo i project bond difficilmente avranno un grande impatto nel breve, ma potrebbero dare un forte impulso all’economia nel medio termine, secondo un nuovo rapporto realizzato dallo studio legale internazionale Freshfields Bruckhaus Deringer.
Secondo il report l’Italia ha un controvalore di project finance pari a 49 miliardi di euro di cui 8 miliardi in finanziamento, 31,36 in gara 9,35 in pre-approvazione. I sei progetti italiani in finanziamento per poco più di otto miliardi di euro sono: Ponte sullo Stretto di Messina (su cui ieri il ministro dello Sviluppo Corrado Passera ha detto però che «non è una priorità»); Autostrada Asti-Cuneo; Centrale elettrica di Salerno; Centrale elettrica di Modugno (Bari); Produzione Energia Calabria; Concessione sistemi idrici della Calabria.
Un bella sommetta, visto che la lista delle operazioni di project finance europee comprendono attualmente 585 progetti per un controvalore complessivo di 234,8 miliardi. Di questi, solo 35 progetti, per un controvalore complessivo di poco più di 16 miliardi, sono già finanziati e quindi attuabili pronti per essere realizzati ("shovel ready", "ruspa pronta"): ossia, sono state nominate le banche e concordate le modalità di finanziamento. Si stima che questi progetti possano essere sviluppati tra i sei mesi circa e i due anni e mezzo.
La stragrande maggioranza, 479 progetti di project finance, dal controvalore complessivo di 189 miliardi, sono invece nella fase di gara: sono stati approvati e la selezione dei partecipanti è in corso. Il progetto prenderà avvio probabilmente tra sei mesi e cinque anni dall’inizio. Altri 71 progetti, per un totale di 29 miliardi, sono ancora nella fase di pre-approvazione: sono stati annunciati, ma sono in una fase iniziale, con avvio previsto in qualsiasi momento tra i tre anni e dieci anni.
Gli operatori lanciano però un grido di allarme dopo la crisi finanziaria che ha rallentato l’accesso ai mercati per questo tipo di operazioni. «Sono lieto che il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy abbia fatto un esplicito riferimento all’importanza della Bei e alla fase pilota dei project bond, che verranno lanciati quest’estate – dice
l’avvocato Emiliano Conio partner dello studio legale Freshfields –. Senza la soluzione del project bond, temo che quello che vedremo sia solo il decollo di una piccola percentuale di nuovi progetti infrastrutturali e non investimenti con una dimensione tale da migliorare significativamente gli indicatori economici».