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 2012  luglio 04 Mercoledì calendario

PERCHÉ LA RIFORMA SANITARIA NON PIACE A TANTI AMERICANI


Perché negli Usa i democratici sono a favore della legge sanitaria e i repubblicani no? Che cosa ha di particolare questa legge per cui addirittura un intero schieramento è contrario? Normalmente nessuno di buon senso dovrebbe essere contrario ad una legge che garantisce il servizio sanitario a tutti. O non è così?
Angelo Ferrara
ferrarangelo@virgilio.it
Caro Ferrara,
L a legge di Obama non garantisce l’assistenza medica a tutti gli americani e non ha nulla a che vedere con il servizio sanitario nazionale introdotto dal governo laburista britannico di Clement Attlee dopo la fine della Seconda guerra mondiale, poi imitato dalla maggior parte delle democrazie europee. Se il presidente degli Stati Uniti avesse adottato questa soluzione, la maggioranza dei suoi connazionali lo avrebbe definito «europeo» e «socialista»: due definizioni che in America si equivalgono e hanno sempre avuto, ora più ora meno, una connotazione negativa. Per estendere un certo numero di benefici a circa 30 milioni di americani privi di qualsiasi protezione, Obama si è ispirato ai sistemi mutualistici utilizzati in Europa fino alla Seconda guerra mondiale (in Italia, per gli impiegati dello Stato, fu istituito nel 1942 l’Enpas, Ente nazionale previdenza e assistenza).
Per grandi linee le cose funzioneranno così. Entro una certa data tutti i cittadini americani privi di assistenza saranno obbligati a contrarre una polizza con una compagnia d’assicurazione, mentre le compagnie dovranno assicurare anche coloro che hanno malattie pregresse e rappresentano quindi un rischio maggiore. Per evitare polizze intollerabilmente costose e superare le resistenze di alcune categorie professionali (medici, ospedali, assicuratori), Obama ha dovuto impegnare il bilancio federale e stanziare somme che si dimostreranno, in corso d’opera, piuttosto consistenti.
L’obbligo dell’assicurazione e l’onere a carico dello Stato hanno suscitato l’opposizione dei repubblicani e di quella parte della società americana per cui anche questa riforma sanitaria è statalista e socialista. È stato sostenuto che le norme volute dalla Casa Bianca e approvate dal Congresso sono contrarie ai principi della Costituzione ed è stato chiesto alla Corte Suprema, oggi composta da una maggioranza di giudici conservatori, di pronunciarsi sulla materia. Con grande sorpresa di tutti gli osservatori, il presidente della Corte John Roberts (un conservatore cattolico nominato da George W. Bush nel 2005) si è schierato con i progressisti e ha salvato la legge. Ma ha usato un argomento che potrebbe essere motivo di un certo imbarazzo per Obama e per i democratici. Le legge è costituzionale, ha scritto Roberts nella sua opinione, perché è in realtà una tassa approvata dal Congresso. E anche la parola «tassa», per molti americani, è sinonimo di socialismo e statalismo.