Enrico Marro, Corriere della Sera 4/7/2012, 4 luglio 2012
TAGLI AGLI ECCESSI DELLA SPESA PUBBLICA I PARTITI NON SI METTANO DI TRAVERSO
I problemi della spesa pubblica li conosciamo da troppo tempo, ma nessun governo è riuscito a risolverli. C’è qualcuno che possa dubitare di quello che ha detto ieri il consulente del governo, Enrico Bondi? Cioè che alla voce «acquisto beni e servizi» della pubblica amministrazione ci sono 60 miliardi di euro sui quali si potrebbero tagliare gli sprechi dal 20 al 60%, risparmiando tra 12 e 36 miliardi? C’è qualcuno pronto a giustificare che una siringa sia pagata 3 centesimi da una Asl e 65 da un’altra? O che una protesi all’anca possa variare da 284 a 2.575 euro?
Così come tutti sappiamo che i dipendenti pubblici, pur non essendo troppi rispetto ai Paesi nostri concorrenti, sono mal distribuiti, hanno un’età media elevata e sono, spesso non per colpa loro, indietro nell’uso delle tecnologie. Risultato: abbiamo nel settore pubblico tanti posti di lavoro che potrebbero essere cancellati senza che il servizio ne risenta. «Posti finti» li definì già nel ’93 l’allora presidente del Consiglio, il socialista Giuliano Amato. Due anni e mezzo fa (governo Berlusconi) Renato Brunetta, nel pieno del suo impeto riformatore, annunciò la riduzione di 300 mila dipendenti pubblici nell’arco di un quinquennio (2008-2013). Quattro anni prima, Nicola Rossi, ex consigliere di Massimo D’Alema a Palazzo Chigi, aveva proposto il prepensionamento di 100 mila statali. Ma ogni volta veti politici e resistenze sindacali hanno bloccato qualsiasi intervento. Tutti fanno a gara nel denunciare gli sprechi della spesa pubblica e nell’invocare tagli, a patto che riguardino qualcun altro.
Adesso il governo tecnico ha la possibilità di agire al di sopra degli interessi di parte e delle resistenze corporative. I partiti sbaglierebbero se si mettessero di traverso. Tanto più che Monti promette una gestione non traumatica degli esuberi nel pubblico. I licenziamenti saranno evitati e, come avviene nelle grandi aziende private, giustamente interverranno gli ammortizzatori sociali e i prepensionamenti. La manovra di revisione della spesa deve però essere equilibrata e credibile. Per questo è indispensabile che il governo colpisca anche tutti gli altri sprechi già individuati: dalle auto blu ai consigli di amministrazione delle società pubbliche, dall’eccesso di province agli enti inutili.
Enrico Marro