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 2012  luglio 03 Martedì calendario

POLITICA OSSESSIONATA DALLA TV DI STATO SE MI MANDANO VIA MI BUTTO SUL WEB


ALESSIO Gorla è, dopo Berlusconi, il più grande venditore professionista della storia d’Italia. Qualunque cosa abbia avuto in mano lui l’ha
affatturata.
Ha piazzato al meglio su Canale 5 il varietà Premiatissima, trovato un mercato per i piatti cinesi e le tovaglie ricamate in cambio di fertilizzanti per l’agricoltura, smistato quando possibile attori e attrici, e poi il Raffaella Carrà Show, e prima il Rabarbaro Zucca, e dopo le tovaglie ricamate, e anche Forza Italia. Un professionista dalla carriera insuperabile, berlusconiano al cento per cento. Eppure oggi è forse il suo ultimo giorno da consigliere di amministrazione della Rai.
La estromettono e non si riesce a capirne il motivo.
«Lei è sicuro che non sarò riconfermato? ».
I suoi amici stanno valutando l’esonero.
«Peggio per loro, se lo fanno. Mi fiondo sul web, una nuova avventura. Lì è il mondo che si apre».
Da consigliere Rai ha fatto il giusto e il possibile, assecondato quando ha potuto.
«La politica è ossessionata dalla Rai».
Lei rispondeva con fastidio alle telefonate.
«Alcune volte sì, quando davvero non se ne poteva».
Alcune volte no. A Berlusconi sempre riverenze.
«Non è vero, a parte il fatto che lui è la persona che telefonava di meno in assoluto».
Esaudiva i desideri?
«Poche volte e per quel che ho potuto: segnalare alcune attrici e alcuni attori, ma senza impegno».
Il senza impegno è prova di autonomia.
«Sono un professionista, non ho mai accettato di candidarmi con Forza Italia e ho sempre badato agli interessi dell’azienda che mi ingaggiava ».
Pirlo ha fatto grande il Milan e ora sta dando gloria alla Juve.
«Esattamente. Quando cambio casacca smetto di pensare a quella precedente».
Ha fatto gli interessi della Rai, mai della Fininvest.
«Mai».
Mai?
«Ho anche col mio voto fatto sì che Minzolini fosse estromesso dalla direzione del Tg1»
Ah, ecco qua l’inghippo.
«Poi mi ha fatto scrivere letteracce,
insulti».
Lei cambia casacca e si scorda della vita precedente.
«Sono e resto un liberale però».
Bene così.
«Però il mio voto è servito a salvare il programma della Gabanelli
»
Allora se le chiama le cattiverie.
«Sono un professionista».
Resta il fatto che pareva anche un po’ intristito negli ultimi tempi.
«Un po’ triste, sì».
La politica ha bisogno di facce allegre.
«Buonasera».