Marco Moussanet, Il Sole 24 Ore 3/7/2012, 3 luglio 2012
L’ESMA INDAGA SUI DECLASSAMENTI
L’Esma, l’authority europea con sede a Parigi e incaricata di vigilare sulla stabilità dei mercati finanziari, ha deciso di avviare un’inchiesta sull’operato delle tre grandi agenzie di rating – vale a dire Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch – per quanto riguarda le modalità e le procedure di valutazione della solidità patrimoniale delle banche. La decisione è stata anticipata dal presidente Steven Maijoor in un’intervista al Financial Times e confermata ieri direttamente dall’European securities and markets authority.
L’obiettivo dell’indagine, come ha precisato lo stesso Maijoor, non è ovviamente quello di giudicare nel merito i risultati cui sono giunte in questi mesi le diverse agenzie, non è cioè quella di realizzare quello che potrebbe diventare "un rating dei rating", bensì di capire se le tre società dispongano al loro interno delle risorse e degli strumenti di analisi sufficienti a svolgere nel modo migliore e più accurato possibile il loro lavoro.
«I rating delle banche – spiega il presidente del l’Esma – sono molto importanti per la loro interazione con i rating sovrani e con i bond governativi». Quindi, ragiona l’authority parigina, è fondamentale che i processi decisionali siano improntati al massimo del rigore e della trasparenza.
Sotto la lente
Nel mirino dell’Esma, che solo dall’anno scorso ha il compito di controllare le agenzie, ci sono in particolare i declassamenti di massa. Cioè i downgrade collettivi, negli ultimi tempi sempre più frequenti, con i quali le agenzie procedono all’abbassamento dei rating di molte banche contemporaneamente. Com’è stato il caso, nel novembre scorso, del downgrade di 15 delle 37 principali banche deciso da S&P. O di quello, sempre di 15 banche globali, annunciato un mese fa da Moody’s.
«La variazione di rating di un intero blocco di banche – aggiunge Maijoor – non può assolutamente giustificare il fatto di dedicare minor tempo a ogni singolo istituto, il quale richiede lo stesso livello di attenzione al dettaglio e di analisi». Indipendentemente, insomma, dal fatto di appartenere a una stessa area, come per esempio può essere l’eurozona. «Vogliamo capire – conclude il presidente dell’Esma – se le loro scelte siano logiche e abbiano, quindi, un senso economico».
Le reazioni
I risultati dell’inchiesta dovrebbero arrivare al massimo alla fine di quest’anno. «Saremo lieti di spiegare all’Esma – ha risposto in una nota Standard&Poor’s – i passi che abbiamo fatto per massimizzare la qualità, la trasparenza e la coerenza dei nostri rating bancari. I nostri nuovi criteri forniscono una guida chiara su come attribuiamo le valutazioni alle banche e cosa potrebbe causare una loro variazione. Siamo orgogliosi del forte track record dei nostri rating bancari in Europa come indicatori del rischio di insolvenza».
In Italia
La decisione dell’Esma è stata commentata anche da Adusbef e Federconsumatori. Le due associazioni italiane hanno apprezzato l’iniziativa, sottolineando però come siano stati «necessari l’intervento della magistratura, nello specifico del pubblico ministero di Trani Michele Ruggiero, e le valutazioni della Corte dei conti sui danni per il nostro Paese».