Adriano Barrì, Corriere Economia 2/7/2012, 2 luglio 2012
DIVIDENDI IL MONDO CHE GIRA AL 4%
Il cassettista è globale. Con i mercati dominati dall’incertezza gli investitori vanno alla ricerca di porti sicuri. Anche sui mercati emergenti. I titoli ad alto rendimento stanno crescendo di importanza nel portafoglio dei grandi investitori che oggi trovano opportunità dalla vecchia Europa alle tigri asiatiche. Non di rado si incontrano cedole con yield (il rapporto tra dividendo e prezzo di Borsa) che superano il 4% dando un prospettiva di rendimento in un momento in cui invece il trend dei profitti, anche nei Paesi emergenti, inizia a dare segnali di stanchezza.
Foto di gruppo
Una fotografia globale è stata fatta da Morgan Stanley in un recente report che ha illustrato quelle che sono le idee top della casa di investimento statunitense in fatto di dividendi. Secondo gli analisti di MS l’importanza delle cedole è crescente e rappresenta ormai oltre il 50% del rendimento totale di un investimento nel lungo periodo. E nella prospettiva di un rallentamento globale identificare le società con le cedole più generose ma soprattutto sostenibili nel tempo consente di mettere in cascina fieno prezioso in attesa di tempi migliori.
La lista di Morgan Stanley è lunga. Una sintesi, elaborata da CorrierEconomia, è riportata nella tabella a fianco, per ciascuna area geografica sono stati scelti titoli caratterizzati da rendimenti generosi ed elevata capitalizzazione. Negli Stati Uniti la fanno da padrona i grandi nomi del settore dei consumi e gli industriali mentre in Europa contano farmaceutici e petroliferi. Secondo Marco Simion responsabile investimenti del comparto Global Opportunities della Sicav Zenit Multistrategy, «il tema dei dividendi è quanto mai d’attualità se pensiamo che Nike per la prima volta dal 2009 ha annunciato che registrerà un trend di profitti in flessione proprio a causa del rallentamento delle vendite in Cina». La risposta del mercato è stata pesante -10%. La ricerca di porti sicuri è una strategia abbastanza banale che porterà a performance interessanti solo se si selezionano bene le opportunità.
Simion cita in particolare il mondo statunitense dove convivono stabili e generosi dividendi con storie di crescita consolidate. È il caso di Apple che per i prossimi 4 trimestri staccherà una cedola, cosa che non accadeva da anni. «Il tema della cedola — continua Simion — diventa quindi interessante anche per società growth». Negli Stati Uniti la sostenibilità del dividendo è visibile anche grazie alla solida struttura finanziaria. Prendendo in considerazione le prime 4 società citate da Morgan Stanley per gli Usa si scopre come, con l’eccezione di General Electric, le altre presentano un rapporto debito/Ebitda di poco superiore a 1 volta. Una soglia di tutta sicurezza.
Attenzione però a non prendere abbagli. Secondo Emanuele Oggioni gestore del fondo azionario European Equity Yigh Dividend di Saint George Capital Management, «il crollo delle quotazioni ha creato un fenomeno illusorio sul tema del dividendo soprattutto nel caso del settore delle telecom e delle utilities». Da tempo assistiamo a un costante calo dei livelli di pay out, ovvero la percentuale di utili distribuita da parte di queste società alle prese con una flessione strutturale del business e la sostenibilità del debito. Il calo dei prezzi più che proporzionale alla riduzione delle cedole ha mantenuto alto lo yield che tuttavia non può essere giudicato solido come in passato.
Terreni di caccia
Oggioni consiglia di fare selezione anche in settori apparentemente meno generosi, per esempio come quello industriale/ciclico, ma con elevate generazione di cassa e che in prospettiva possono alzare il pay out ovvero dare la prospettiva di yield crescente. È questo il caso di Ericsson che secondo Morgan Stanley offre un rendimento di poco inferiore al 4% sulle cedole attese nel 2013. Oggioni cita anche il settore farmaceutico, promuovendo Sanofi e Roche che hanno un portafoglio prodotti in fase di sviluppo, consentendo quindi di guardare con fiducia al futuro. Diversa la situazione di Astra Zeneca che è a rischio di cannibalizzazione da parte dei generici. E infatti la società ha tagliato il prossimo dividendo nel 2012.