MCav, il Giornale 1/7/2012, 1 luglio 2012
E la fellatio diventa un fatto politico - Non ci fossero già abbastanza polemiche, ci mancava il caso della «fellatio censurata»
E la fellatio diventa un fatto politico - Non ci fossero già abbastanza polemiche, ci mancava il caso della «fellatio censurata». Per di più da uno come Sgarbi, gran libertino e difensore della libertà artistica. Però, a tutto c’è un limite. «una fellatio si pratica in privato non in pubblico », sostiene. Supervisionando l’allestimento delle mostre di Spoleto Arte a Palazzo Racani Arroni, il critico ha scoperto che lo scultore russo Mikhail Misha Dolgopolov aveva presentato un’opera decisamente provocatoria.Una scultura in bronzo particolarmente imponente e pesante che rappresenta in modo assolutamente naturalistico una donna nuda inchinata davanti a un uomo nell’atto della fellatio , con una vistosa ostentazione degli attributi. Come conferma lo stesso artista russo, il volto dell’uomo richiama quello di Silvio Berlusconi. «Ma in quello che io considero un Atto divino , così s’intitola la mia opera,la figura dell’ex premier potrebbe essere positivamente idealizzata », precisa. «È una pura provocazione- commenta risentito Sgarbi - di cui, nonostante i miei principi, non sono stato avvertito e non ho visto preventivamente la documentazione fotografica». Per questo il critico curatore dell’esposizione ha disposto di coprirla: «Non posso tollerare che si facciano simili affronti senza esserne informato ». Ma Dolgopolov sostiene che la fellatio era inserita nella documentazione fotografica inviata a Spoleto e, in assenza di un chiarimento, minaccia di abbandonare la rassegna. In realtà, con lui i problemi sono cominciati già all’arrivo delle sue opere da Mosca su un camion lungo 18 metri. Alcune sculture, in bronzo e sagome di pelle, sono pesanti oltre sei quintali. «Non sarò certo io a scandalizzarmi di una fellatio - dichiara Sgarbi ma ho ritenuto che non fosse praticabile altra strada che quella di coprire la statua per impedirne la visione». «Il mio scopo non era far scoppiare uno scandalo mediatico - replica Dolgopolov - . Il gesto che rappresento è un atto divino, è il mio modo di fare arte. Ho inserito questa scultura perché è l’apice di una storia. È più estrema, ma sono tutte normali, nessuna è più scandalosa di altre».«Vorrei evitare finimondi », chiude Sgarbi con una battuta.