ANDREA MALAGUTI, La Stampa 3/7/2012, 3 luglio 2012
Internet, i numeri dell’altro mondo - C’è un luogo virtuale in cui i miliardi di anni e le frazioni di secondo si scambiano continuamente di posto
Internet, i numeri dell’altro mondo - C’è un luogo virtuale in cui i miliardi di anni e le frazioni di secondo si scambiano continuamente di posto. In cui si esce dal modo normale di contare. Esattamente come quando si perde il baricentro emotivo e saltano i parametri classici della comprensione della realtà. Quel luogo è la Rete. Un contenitore mitico, metafisico, che dilata il tempo e i confini fino a farli esplodere e collassare in un buco nero della conoscenza e dell’informazione, in cui le idee, le scelte e le curiosità di 2miliardi di esseri umani si incrociano ogni giorno. Il limbo. La terra che separa l’inferno dal paradiso promettendo di contenere entrambi. Così un terzo del pianeta è costantemente connesso in un flusso di coscienza fuori controllo e senza precedenti i cui effetti sono chiari e presenti nell’esistenza reale. Sempre ammesso che tra le due dimensioni esista ancora una differenza. Ma quanto materiale mangia, mastica, lavora e consegna lo spazio sacro del web per ogni minuto che sparisce nel nulla? Secondo i calcoli dell’Università di Stanford ogni 60 secondi vengono scambiati centomila tweet. Neanche troppi se confrontati con i 200 milioni di mail, le 48 ore di video precipitate su YouTube, i due milioni di richieste digitate su Google, i 658 mila elementi di confronto condivisi su Facebook o i 350 nuovi blog postati nello stesso lasso di tempo. Il respiro dell’umanità restituito dagli schermi bollenti dei computer. Foto, documentari, desideri, oggetti comprati e venduti al ritmo di dodici milioni di euro all’ora, 288 milioni al giorno, per un mercato che non chiude mai. La società liquida. Il complicato gioco della vita che si trasferisce sulla tastiera, che si nasconde dietro uno schermo, rendendo impossibile l’identificazionedei visi edegli scopi di chimuove i fili. La Apple sta per aprire un nuovo data-centre da 800milioni di dollari in Nevada per ospitare servizi on line come iTunes store, App Store o iCloud. Sarà il terzo, gli altri du esono in North Carolina e nell’Oregon. Microsoft di datacentreinvecenehasei, mentreFacebook sta costruendo una mini città da 700 milioni di dollaria Lulea, nel Nord della Svezia. Fiumi di progetti e di pensieri archiviati, selezionati e registrati nel più gigantesco accumulo di proprietà intellettuali della storia. Tesori da proteggere gelosamente in strutture più segrete di Fort Knox. Chi sono i nuovi padroni? Magnati digitali che conservano come dei dell’Olimpo la memoria di questo piccolo brufolo della via lattea, in cui sempre di più i microscopic iabitanti non chiedono altro che chiudersi nella propria stanza tra oggetti che diffondono familiarità e calore, con la certezza che almeno la solitudine di una tastiera non richiede impegno a nessuno. Alienati, soli, ultraconnessi. Liberi o definitivamente schiavi? Integrati o disintegrati? Individui o semplici click?