ELIO PIRARI, La Stampa 3/7/2012, 3 luglio 2012
Rai, un Europeo da dimenticare - Il trauma resta, non solo per lo 0-4. Riavvolgere la bobina è un’impresa, dunque la sola via percorribile è la sintesi
Rai, un Europeo da dimenticare - Il trauma resta, non solo per lo 0-4. Riavvolgere la bobina è un’impresa, dunque la sola via percorribile è la sintesi. L’Europeo dagli ascolti record di viale Mazzini è stata una ipnotica commedia all’italiana che forse ha trovato il suo picco nella coppia Gentili-Dossena. Anche il naturale ricorso al remake e ai riferimenti storici (cover tentate di Carosio, Martellini e Pizzul), i microfoni in tilt (incomprensibile l’intervista a Prandelli dopo il ko finale), lo strabismo di alcuni telecronisti, gli elicotteri che stringono sul pullman degli azzurri (manco fosse un cargo di narcos alla conquista di Roma), non provoca più nostalgia. Perché se è vero che il conformismo di certi “talent” Sky è insopportabile, anche la nostalgia forse non è più quella di un tempo. Il centro del caos per alcuni è stato Dossena, un veggente amatoriale. Perché chi come lui dopo 14” postula uno dei teoremi più spinti di mago Nicola: «La situazione tattica è chiarissima», oppure: «Gli spagnoli non cantano l’inno», tralasciando che l’inno spagnolo è privo di testo, o ancora: «Ho visto Prandelli toccarsi i flessori, spero non abbia problemi» da tempo s’è lasciato alle spalle il bene e il male. La parola trapassa il piombo, popoli e idiomi, anche se raramente il filo elettrico dei microfoni Rai, la prova è Bruno Gentili, un diluvio di «Roonnni’i» (Rooney), «Uuèèlckkee» (Welbeck) etc. Ma non solo le prime voci, anche vocioni e vocine hanno farfugliato cose fantastiche: «Mario Prandelli», «Damiano De Rossi», «Cicci Buffon», «Ioe Parkkk» (Scott Parker), «Torry» (John Terry), così da far nascere il sospetto che alcuni errori fossero voluti. Anche il grande Martellini in Messico per 10’ chiamò Altobelli, Jacobelli. Ma se non sono gaffes cosa c’è dietro queste voci?, cosa vogliono?, e perché oltre al saldo del canone pretendono di farci impazzire? Un fuorionda, in tutti i sensi possibili, «Ah, questi sovietici», è Collovati. Commentando la tragedia di Beslan (dove un gruppo di separatisti ceceni provocò una strage orrenda), Lollobrigida ha suscitato l’umana pietas dell’opinionista: «Una storia molto bella». Dopo l’ultimo sproloquio: «La Grecia è una squadra di m...», nel web Collovati se la sta giocando con il duo Dossena-Gentili. L’Europeo Rai è stata poesia sino all’epilogo: «De Rossi è sui carponi ardenti», «Il gol di Montolivo è fuori». E quando la camera non inquadrava il campo le cose, sembra impossibile, peggioravano. Epico per la ricchezza documentaria e per la presenza-assenza del protagonista, Montingelli, in collegamento con il Circo Massimo (22 milioni 470mila spettatori). «Tutto bene...», da studio perplessi: «E gli scontri?, le bandiere hitleriane?»; nel tentativo di intercettare l’invisibile (nel frattempo i nazi se ne erano andati), saltellando di vuoto in vuoto Montigelli ha incontrato quello assoluto, che come sappiamo non ha un orizzonte certo.