Giovanna Cavalli, Corriere della Sera 3/7/2012, 3 luglio 2012
DA TRAVAGLIO A RADIO PADANIA L’IRA DI ABETE SU CHI TIFA CONTRO
«Mi vergogno di chi non tifa Italia» dice il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete (foto in alto), che se la prende con chi ha tifato per la Spagna e contro la Nazionale. Una ridotta ed eterogenea compagnia — da percentuale irrilevante, paragonata agli oltre 22 milioni di spettatori in tv e alle migliaia di bandiere in piazza — tra cui spicca Marco Travaglio, che peraltro ha fatto il suo outing anti-azzurri già per la sfida con la Germania.
«Penso che siano la migliore espressione di un calcio marcio dalle fondamenta, detesto quest’orgia di retorica, demagogia e zucchero filato da cui siamo stati travolti con l’Europeo» ribatte il giornalista, convinto che «una vittoria avrebbe reso più difficile fare pulizia». Non gli basta che Abete, chiamandolo in causa — insieme all’ex pm di Calciopoli Giuseppe Narducci — prometta: «Voglio tranquillizzarli, nessuno ha mai pensato a indulti o colpi di spugna, neanche se avessimo vinto noi 4 a 0. Chi ha commesso errori paga. Io però ho sempre tifato Italia». Travaglio no. E insiste: «L’insuccesso gli ha dato alla testa, Abete non riesce nemmeno a tollerare che 2 o 3 persone abbiano idee diverse, pretende lo sbandieramento a reti unificate. Ha fatto bene Prandelli a dire che siamo un paese vecchio, ti credo, Abete era in Parlamento nel 1979, ai tempi di Breznev, prima di essere sistemato in Figc, su cui regna da 25 anni. Sono antipatico a tutti, pazienza. Non mi sento meno italiano. Tiferò per i nostri atleti alle Olimpiadi. Nessuno di loro, sono sicuro, compra orologi in tabaccheria».
Ipercritico anche Beppe Grillo, che infierisce sul sogno infranto («Abbiamo fatto la parte del toro, anzi del bue») e dal suo blog scrive: «L’Italia ha perso, l’Italia ha vinto. Chi ha perso? Gli italiani, come al solito, ma forse per loro questa sconfitta vale più di cento vittorie. Hanno vinto le banche spagnole, che hanno finanziato le squadre, ha vinto il calcio più indebitato».
Tra chi ha gioito per il poker spagnolo e riso delle lacrime inconsolabili di Bonucci e degli occhi rossi di Pirlo, ci sono i No Tav che domenica sera saltavano — contenti loro — al grido di «Spagna! Spagna!». E i telecronisti di Radio Padania che hanno urlato di gioia alle reti di Silva, Alba, Torres e Mata che umiliavano il «nemico» italiano. Un gemellaggio ideale che non piace nemmeno al controtifoso Travaglio: «Loro fanno un altro tipo di sragionamento, non riconoscono l’Italia, se non quando incassano i rimborsi elettorali».
Giovanna Cavalli