Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  luglio 01 Domenica calendario

ORLANDO SINDACO INNAMORATO DI CAVILLI E ONOREVOLI POLTRONE


L’Orlando innamorato. Delle poltrone. L’avvocato onorevole Leoluca Orlando Cascio ama sedere su due poltrone. Potenza del sedere! Eletto per la quarta volta sindaco di Palermo — era il 21 maggio — non si è ancora dimesso dalla carica di deputato. E dire che la Corte costituzionale ha sancito, con una sentenza del 2011, che i sindaci dei Comuni superiori a 20.000 abitanti sono incompatibili con le cariche parlamentari. O Roma o Orte, cioè Palermo. Non come fece il suo concittadino ed ex sindaco di Palermo Sergio Cammarata (balzato di recente alle cronache perché, pur accusato di una gestione delle finanze cittadine non oculata, era stato chiamato a Palazzo Madama come consulente per i tagli alla spesa degli Enti locali; incarico a cui ha rinunciato nei giorni scorsi). Ebbene, questo Cammarata è diventato famoso perché, non rinunciando all’indennità da parlamentare, infranse una prassi di incompatibilità e costrinse nel 2002 la Giunta delle elezioni della Camera ad affermare che «non sussistevano motivi che ostassero al cumulo degli incarichi di sindaco di grande città e di parlamentare» (la cosiddetta «giurisprudenza Cammarata»).
Anche Orlando fa ricorso a questa vituperata giurisprudenza? Il neosindaco si difende: «Non vedo quale sia il problema, mi sembra una polemica sterile. Torno a ripetere che mi dimetterò da deputato appena si insedierà il consiglio comunale, cioè il prossimo 9 luglio... Appena giurerò da sindaco lascerò la carica di parlamentare».
Nell’attesa del «giurin, giurello», Orlando si aggrappa al cavillo e all’orpello, dando adito a illazioni: spinto da Di Pietro il neosindaco rallenterebbe non per prendere due stipendi ma per tenere lontano Giuseppe Vatinno, primo dei non eletti in Lazio, passato nel frattempo dall’Italia dei Valori a Francesco Rutelli (l’Italia dei Lusi e Delusi). A parti invertite, Orlando avrebbe già gridato allo scandalo e Di Pietro sventolato le manette. Ma forse, in Sicilia, ogni legge si deve intendere a statuto speciale.
L’Idv ci sta dimostrando che i valori bollati sono più importanti dei giudizi di valore. Del resto, il valore di una persona si misura sempre alla prova dei fatti.