Varie, 3 luglio 2012
Zar per Sette - Condizione affinché la Germania possa accettare gli eurobond: l’istituzione di uno «zar dei conti europei» con ampi poteri sulle finanze dei singoli paesi
Zar per Sette - Condizione affinché la Germania possa accettare gli eurobond: l’istituzione di uno «zar dei conti europei» con ampi poteri sulle finanze dei singoli paesi. L’ha detto Wolfgang Schäuble, ministro dell’Economia tedesco. (Marco Zucchetti, il Giornale 29/6) Zar, dal latino Caesar, titolo usato per i governanti dell’Impero Russo dal 1546. Il primo a farsi chiamare così fu Ivan IV il Terribile. (etimo.it) Famiglia dello zar: zariza (zarina in italiano) la moglie; zesarevič il primogenito maschio erede; zarevič un figlio maschio; zarevna la figlia; zesarevna la nuora, moglie dell’erede. (etimo.it) Sportivi soprannominati “zar”: Pietro Vierchowod (calcio), Sergey Bubka (salto con l’asta), Alexander Popov (nuoto), Evgeny Plushenko (pattinaggio su ghiaccio). (ricerche in frammenti) «Tutti gli zar russi sono autocrati e nessuno ha il diritto di criticarli, il monarca può esercitare la sua volontà sugli schiavi che Dio gli ha dato. Se non obbedite al sovrano quando egli commette un’ingiustizia, non solo vi rendete colpevoli di fellonia, ma dannate la vostra anima, perché Dio stesso vi ordina di obbedire ciecamente al vostro principe» (Ivan il Terribile). (wikipedia) Lo zar Pietro il Grande ordinò per i suoi sudditi guance perfettamente rasate per essere moderni come i tedeschi e i francesi. Altrimenti, tassa: funzionari e nobili, per portarla, dovevano versare cento rubli l’anno, i servitori e i cocchieri trenta, i contadini mezzo copeco ogni volta che entravano o uscivano dalle città. (Henry Troyat "Pietro il Grande", Club del Libro, 1982) Ivan il Terribile nel 1570 chiese asilo politico all’Inghilterra e la mano di Elisabetta I. Rifiutata la proposta di matrimonio, gli fu detto che sarebbe stato accolto se si fosse pagato le spese di viaggio e soggiorno. Lo zar accusò la sovrana di essere «una vecchia cameriera, in balia di rozzi mercanti e zotici consiglieri». (Cesare Medail, "Corriere della Sera" 4/1/2004) Luigi XVIII rifiutava allo zar Alessandro I il favore di dare un incarico all’ex generale napoleonico Savary, amico dello zar. Motivo: aveva condannato a morte il francese duca di Enghien. Risposta di Alessandro I: «Tutto qui? E io che ogni sera ceno con Bennigsen e Uchanov, che hanno strangolato mio padre!». (Tommaso Giancarli, Panorama.it 2/7/2012) «Zarismo: assolutismo temperato dall’assassinio» (il conte Ernst zu Münster) (Marco Zucchetti, il Giornale 29/6) Alessandro II si fece mandare champagne dal francese Louis Roederer in bottiglie speciali, con fondo piatto e trasparente: temeva che nel classico fondo a campana qualcuno potesse nascondere dell’esplosivo e assassinarlo. (focus.it 13/8/2010) Zar morti ammazzati: Alessandro II si prese bombe lanciate dai cospiratori mentre rientrava al palazzo dopo un’esercitazione a cavallo. Paolo I strangolato in camera da letto dai congiurati (forse con il benestare del figlio Alessandro I). Nicola II fucilato dai bolscevichi insieme a: moglie, cinque figli (tre ragazze non morirono all’istante e fu necessario trafiggerle con le baionette), il medico, l’inserviente, il cuoco, la dama di compagnia e due cagnolini. (ricerche varie) La morte dello zar Paolo I: «I congiurati, dopo aver sfondato la porta della sua stanza, si precipitano, la più parte ubriachi, sul disgraziato sovrano, gli squarciano il cranio e il petto a colpi di spada, a pugni, a calci, e, finalmente, lo strangolano con una sciarpa. E poiché il cadavere, a tratti, sembra rabbrividire ancora, uno degli assassini gli salta sul ventre a pie’ pari, per fargli uscir l’anima». (Armando Torno, Corriere della Sera 1/7/2012) Nicola II solito ripetere: «Sono nato il giorno di Giobbe molto sofferente, e sono pronto ad accettare il mio destino». (Edvard Radzinskij, "Rasputin, La vera storia del contadino che segnò la fine di un impero", Mondadori, 2000) La madre di Stalin in visita al figlio insediato al Cremlino: «Qual è esattamente il tuo lavoro?». Stalin: «Ti ricordi il nostro zar? Ecco, io sono una specie di zar». La mamma: «Mah! In fin dei conti, sarebbe stato meglio che ti fossi fatto prete». (Gaetano Afeltra sul Corriere della Sera del 30/06/2001)