Mattias Mainiero, Libero 27/6/2012, 27 giugno 2012
IL SOTTOSEGRETARIO KAMIKAZE CHE PUNTA A RUBARCI LE FERIE
Il lancio di agenzia arriva alle 12. Mezzogiorno in punto, sole a picco e 29 gradi. Non sapremo mai se la colpa è stata del caldo o della propensione per l’esternazione anche fuori luogo purché memorabile (probabilmente un mix). Leggiamo: «Lavoriamo nove mesi all’anno, gli altri tre se ne vanno in vacanza». Nel dettaglio: «Un lavoratore ha diritto a 5 settimane di ferie all’anno, fino a 15 permessi e a 12-13 feste infrasettimanali. Se a questi aggiungiamo 10 giorni di astensionismo, tra malattie e scioperi arriviamo a tre mesi». Conclusione: «O lavoriamo di più o questo livello salariale è insostenibile». Quanto di più? «Sette giorni». Nome: Gianfranco. Cognome: Polillo. Data di nascita: 9 gennaio 1944. Professione: kamikaze. C’era chi si schiantava al suolo con l’aereo: bomba umana. E chi si schianta con la dichiarazione impossibile, la provocazione e anche la gaffe: bomba mediatica. Polillo, mediaticamente parlando, è un arsenale. Sentite questa. Quando, obbedendo all’operazione trasparenza, il sottosegretario ha reso pubblica la sua situazione patrimoniale, ha scritto che guadagna 189mila euro lordi l’anno, ha un appartamento di 150 metri quadrati in un villino bifamiliare sul litorale laziale e un appartamento a Roma di 160 metri. Ha aggiunto che possiede una Smart acquistata di seconda mano e usa un ciclomotore Honda. Poi ha specificato: socio del Reale Circolo Tevere Remo, che non è un fondo di investimento o una polizza vita. Perché lo ha specificato? E vallo a capire. Forse perché gli piace il ruolo di chi racconta sempre come stanno le cose. O forse perché ha un talento straordinario: parla di tutto senza mai far capire dove voglia andare a parare e soprattutto senza spiegare a che titolo parli. L’abitudine alla dichiarazione non richiesta è di vecchia data. Quando alla presidenza del Consiglio c’era Amato, Polillo (il più politico dei tecnici montiani) era capo del Servizio studi di Montecitorio. Disse: «Il governo dovrà fare una manovra bis». A che titolo parlava? «A titolo personale », precisò l’ufficio stampa della Camera. Qualche tempo dopo, governo di centrodestra, Polillo fu chiamato a Palazzo Chigi come capo del Dipartimento affari economici. Quando Elsa Fornero pianse in tv, spiegò: «Un politico con un pizzico di esperienza non avrebbe mai fatto l’icona della fontana che piange». A che titolo parlava? A titolo personale. Qualche settimana dopo, diventò il volto tv più noto del governo tecnico. Quando scoppiò la polemica sui costi dei conti correnti dei pensionati, disse che bisognava eliminare la gratuità per i pensionati con un reddito fino a 1.500 euro, poi smentì. A che titolo parlava? Sempre a titolo personale. Da quel giorno, non ha mai più lasciato il microfono. La tv è la seconda casa del sottosegretario Kamikaze (o alla Gaffe, secondo i maligni). A tal punto, spiegano i supermaligni, che sul salotto tv Polillo paga anche l’Imu. Mister Bomba Mediatica è onnipresente e onnisciente. E come tutti quelli che parlano molto talvolta straparla. Ad Agorà, RaiTre, ha ricordato il noto libro di Antonio Tabucchi: “Diceva Pereira”. Il libro, notoriamente, si intitola “Sostiene Pereira”. Alla Zanzara, Radio24, ha raccontato come è diventato sottosegretario: «Per caso. Ho dato il mio curriculum a Cicchitto, di cui ero consulente. Lui lo ha dato a Monti, che non conoscevo. Tutto qui». Non affrettatevi a dare il vostro curriculum a Monti: al governo non ci sono più posti. Sempre alla Zanzara, lui ex comunista, poi socialista, poi berlusconiano, poi montiano, poi si vedrà, ha ribadito che il Cavaliere gli piace: «Mi auguro che possa fare il presidente della Repubblica. Potrebbe essere nominato senatore a vita. Ne hanno nominati tanti, in fin dei conti, di cosa è incriminato?». Chissà, forse Berlusconi dovrebbe dare il suo curriculum a Cicchitto, che lo darebbe a Monti, che lo passerebbe a Napolitano. A Piazza Pulita, La7, ha avuto un battibecco con un commerciante. Il negoziante si lamenta per le tasse, annuncia che chiuderà, estrae dalla tasca un mazzo di chiavi e lo offre a Polillo. Il commerciante: «Domani i miei negozi li aprite voi». Polillo, forse pensando a vecchie polemiche ed evasioni: «Ma qui vedo una chiave da Suv». Il commerciante: «Veramente sono le chiavi dell’anti - furto. Abbiamo anche questo problema». Non c’è da presentare il curriculum ai ladri: solo denunce in Questura per furto o estorsione. A “In Onda”, La7, ha detto che per gli esodati non ci sono problemi: «Se cambiano le condizioni che hanno legittimato l’accordo con l’azienda, i lavoratori possono chiedere che quell’accordo sia nullo». Elsa Fornero forse si è chiesta perché mai Monti abbia accettato quel maledetto curriculum. Ora il Kamikaze ne ha detta un’altra. Ha concesso un’intervista al Quotidiano Nazionale, è tornato sulle ferie che non andrebbero fatte (anche se tanti italiani disoccupati sono in ferie forzate tutto l’anno) e ha spiegato: «Siamo disperati, non sappiamo più dove andare a prendere i soldi. Dobbiamo trovare otto miliardi e dobbiamo farlo subito ». E nonostante il buco ha sentenziato: «Siamo i primi della classe». Forse ha presentato il curriculum dell’Italia a Cicchitto, che lo ha dato a Monti, che lo ha passato alla Merkel. L’Italia è salva. Polillo chissà. E voi italiani, mi raccomando, lavorate e producete di più. A consumare ci penseranno i tecnici. Mister Kamikaze in testa.