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 2012  giugno 30 Sabato calendario

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

BRUXELLES — Dopo venti ore di negoziati, alle cinque del mattino, si presenta davanti ai microfoni senza cantare vittoria, ma descrivendola: «Abbiamo le misure per stabilizzare, mi sembra, la zona euro»; i Paesi che le useranno «non dovranno sottostare al monitoraggio della troika»; «l’Italia si è molto battuta».
La vittoria diplomatica sulla Merkel è arrivata a notte fonda, poco ore dopo il successo dell’Italia del calcio sulla Germania: «Sono orgoglioso e felice per il successo della Nazionale», aggiunge, un buon motivo per essere in tribuna a Kiev, domani sera.
Alle undici del mattino, dopo tre ore di sonno, Mario Monti ritorna nel palazzo del Consiglio: gli altri leader lo accolgono con sorrisi e strette di mano; prende un caffè con Hollande, che ne ha sposato la battaglia, i due si fermano a parlare. La Merkel, poco distante, ha il volto tirato, non riesce a sorridere: «È stata una protagonista costruttiva e sportiva del negoziato, resta un ottimo rapporto con lei, come prima», dirà il premier.
Occhi rossi per la nottata, alle due del pomeriggio, si presenta in conferenza stampa. A fianco Vittorio Grilli, che ha condotto buona parte dei negoziati tecnici, notturni e diurni, e il ministro Enzo Moavero. È la sua «squadra», cui rende omaggio, includendovi l’ambasciatore europeo, Nelli Feroci. L’enfasi, iniziale, è per «i passi avanti fatti dalla Ue in questi due giorni, con una visione che corrisponde molto a quello che l’Italia sostiene».
È la prima rivendicazione che il premier si concede, descrivendo «l’operazione imponente» varata sulla crescita, con un pacchetto di misure «che valgono l’1% del Pil dell’Unione». Ma «da solo, il pacchetto crescita, nudo e crudo, non sarebbe bastato...». Si torna dunque al motivo per cui la Borsa italiana è la regina d’Europa, o alla ragione per cui lo spread sui Bund si sta accorciando in modo vistoso, di oltre 40 punti in chiusura.
Il successo sulle misure di breve periodo, che «saranno implementate entro il 9 luglio», è descritto in questo modo: «Una buona operazione, che i mercati attendevano, fatta in modo congiunto con la Spagna». Buona anche perché «non c’è la troika nelle procedure previste per Esm e Efsf e quindi non c’è quella pesantezza di precarietà e cessione di sovranità». Ci sarà solo, nel caso in cui un Paese richieda l’intervento dei Fondi per acquistare i propri titoli, «l’applicazione di un memorandum di intesa». Basterà? «Di regola, i mercati non sono prevedibili».
Aver tolto la troika, aver dato il mandato di «agente» per gli acquisti dei due Fondi alla Bce, sono fra gli obiettivi raggiunti nella notte dagli italiani. Non meno importante, in primo luogo per la Spagna, «la rimozione dello status di creditore privilegiato per l’Esm», «la previsione per il Fondo di poter intervenire direttamente per ricapitalizzare le banche» in difficoltà. È anche il frutto del lavoro congiunto fra Roma e Madrid.
Ma l’Italia è veramente in regola con i fondamentali economici? Monti premette che «in questo momento non si pensa di attivare questo meccanismo», anche «se non è detto che non lo si farà in futuro». Poi ammette che «la situazione economica italiana è pesante, ma non ho mai pensato che si potesse trasformare in leggera in pochi mesi».
Dall’Italia arrivano, fra le lodi, singole voci critiche. La Lega è scettica, l’ex ministro Brunetta parla di polpetta avvelenata: «Vorrei tranquillizzare un osservatore molto attento, acuto e sempre vigile sulle questioni economiche italiane come Brunetta. Non ho avuto il tempo di chiamarlo, ma lo scudo antispread non è una polpetta e soprattutto non è avvelenata».
Un filo di ironia anche per rispondere al presidente della Confindustria, che ha parlato di «abisso» nel quale sarebbe precipitato il Paese. Alcuni secondi di riflessione prima di aprire bocca, poi Monti sceglie queste parole: «Mi sto imponendo una moderazione interpretativa: faccio solo presente che in una rara devianza dalle cose che ha affermato in queste settimane si è detto sicuro che avrei convinto la Cancelliera perché conosco il tedesco». Pausa. «Non conosco il tedesco». Pausa. «Ma ciò non mi ha impedito di avere con lei un dialogo fruttuoso, a volte superiore a quello che intratteniamo con le parti sociali».
Altri limiti linguistici non hanno ostacolato l’intesa con Madrid: «Io non parlo lo spagnolo, lo capisco solo e non mi si accrediti che lo parlo, ma con il premier Rajoy ci capiamo, come si è visto in questi giorni». E ovviamente la comprensione reciproca è stata massima nel corso della notte dei negoziati, quando insieme i due Paesi hanno «congelato» di fatto le conclusioni del vertice, condizionandole all’adozione del meccanismo antispread.
Anche Mario Draghi, nella notte, ha dato il suo contributo, mentre Mario Balotelli affondava la Germania. E Mario Monti ricorda che durante i lavori, nonostante la tensione, si è trovato modo di scherzare: «Da ieri sera potremmo fare un comunicato congiunto con il professor Draghi il cui contenuto dica: "ci siamo anche noi!"».
Riflessioni finali in chiave interna: «Siamo venuti qui per cercare di contribuire alla costruzione dell’Europa» e dell’Italia, «ma se ne viene anche un rafforzamento del governo non possiamo che esserne lieti». E dunque la legislatura non si troncherà? «Mai avuto un orizzonte più breve delle elezioni della primavera prossima». C’è anche da «ringraziare» il Parlamento italiano per il sostegno, prima di enfatizzare un altro risultato che gli stava a cuore, punto 2, lettera a, delle conclusioni del vertice: l’embrione operativo della golden rule, la «valutazione «qualitativa della spesa pubblica, in particolare per gli investimenti».
Marco Galluzzo