Salvatore Cannavò, il Fatto Quotidiano 29/6/2012, 29 giugno 2012
MARCHIONNE CON FURORE: SENTENZA FIOM È FOLKLORE - È
un piccolo show quello di Sergio Marchionne che torna a parlare per la prima volta dopo la sentenza del Tribunale di Roma che impone alla Fiat di assumere 145 lavoratori Fiom a Pomigliano. Una sentenza folkloristica, dice il manager che, ancora una volta, torna all’attacco della Fiom accusata di indire scioperi “solo per vedere la partita dell’Italia”. Un Marchionne show, dunque, che però, dietro le parole a maggior effetto nasconde poi una sostanza più dura: l’ad Fiat-Chrysler, infatti, ha parlato in Cina nel corso dell’inaugurazione di un nuovo stabilimento esaltando la dimensione globale della sua azienda e il basso costo del lavoro cinese “che mi pare sia in un rapporto di 1 a 5 con quello italiano”. L’ennesimo segnale su quale sia la strategia globale del gruppo che, infatti, ha deciso di aumentare di un altro 3,3 per cento la quota in Chrysler, portandola al 61,8 per cento. Sulla sentenza della scorsa settimana Marchionne è netto: “Questa legge non esiste in nessuna parte del mondo. Focalizzare l’attenzione su questioni locali ignorando il resto è dannoso. Un evento unico che interessa un particolare Paese che ha regole particolari che sono folcloristicamente locali”. Il leader del principale gruppo privato italiano definisce dunque “folkloristiche e locali” le leggi e il diritto del proprio paese. Marchionne direbbe anche di più ma ai cronisti spiega: “Non posso dirle quello che penso, ma le dirò che Fiat farà appello contro la decisione del tribunale”. Poi aggiunge: “Mi incontrerò con gli avvocati. Abbiamo visioni diverse da quelle espresse dalla sentenza, ma la rispetteremo”. Marchionne, di fatto, accusa i giudici di fossilizzarsi solo sull’Italia come se i magistrati non dovessero far applicare la legge dello Stato ma quella dell’impresa. “Non ho mai visto nei miei viaggi, – sottolinea - nei miei incontri qualcuno che fosse veramente interessato a questa decisione (del tribunale, ndr), nessuno che é li a fare la fila per venire a investire, non credo che cambierà nulla, ma creerà un nuovo livello di complessità nell’ambiente italiano”.
NELLE STESSE ore dalla multinazionale italiana arriva un nuovo affondo contro la Fiom rea di aver indetto uno sciopero allo stabilimento Sevel di Val di Sangro solo per vedere la partita di calcio Italia-Germania. “La scelta dell’orario e la programmazione solo sul secondo turno – scrive l’azienda - non lasciano dubbi. Si ripropone un film già visto in passato, quando guardare la partita di calcio era più importante che andare a lavorare”. Accusa respinta dal segretario provinciale di Chieti della Fiom, Marco Di Rocco: “La nostra buona fede è dimostrata dal fatto che oggi (ieri, ndr) ci sono almeno 500 lavoratori in permesso retribuito consentito dall’azienda per vedere la partita. Invece per aderire al nostro sciopero di 4 ore, e non solo di due, i lavoratori perderanno 60 euro: la partita dell’Italia li vale?”.
A Marchionne replica duramente il Pd: “Non insulti l’Italia. Per Maurizio Zipponi, dell’Idv, è meglio che “si rassegni: le sentenze della magistratura vanno rispettate perché la legge nel nostro Paese è uguale per tutti”. Duro anche Nichi Vendola che giudica le parole dell’ad “insopportabile arroganza e disprezzo per democrazia e legalità”.