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 2012  giugno 29 Venerdì calendario

Vita da bimbi globetrotter: viaggiano più dei genitori - Viaggiano come pazzi.O for­se un po’ pazzi, se non altro per il masochismo (alme­no da una certa età in giù), sono i genitori che li portano in giro: i bambini di oggi sono globetrot­ter, nati con lo zaino in spalla, anzi col passeggino imbarcato nella sti­va di­un aereo o incastrato nella ra­strelliera di un treno

Vita da bimbi globetrotter: viaggiano più dei genitori - Viaggiano come pazzi.O for­se un po’ pazzi, se non altro per il masochismo (alme­no da una certa età in giù), sono i genitori che li portano in giro: i bambini di oggi sono globetrot­ter, nati con lo zaino in spalla, anzi col passeggino imbarcato nella sti­va di­un aereo o incastrato nella ra­strelliera di un treno. Viaggiano come mai i loro genitori: prima della scuola hanno già visitato die­ci città,c’è qualcuno che a 16 anni ne ha già viste cinquanta (il 7 per cento, secondo un sondaggio con­dotto da Skyscanner.it). Per dire, più di molti adulti, e non solo quando avevano sedici anni: pro­prio nel totale della loro vita. In media, i bimbi fra uno e cinque an­ni hanno visitato il doppio delle città rispetto a mamma e papà, al­la loro età ( vale per il 90 per cento). E complimenti. A chi? Al corag­gio dei genitori, perché per girare per musei, strade, negozi, monu­menti con un bambino di un anno o due ci vuole davvero una spinta molto forte, talvolta quasi incom­prensibile? O ai bambini, che evi­dentemente sono così ben educa­ti, abituati a spostamenti e cam­biamenti da non innervosirsi, non perdere il sonno, l’appetito e quel minimo di civiltà che si richie­de alla convivenza in comune? Difficile a dirsi. Difficile anche sa­pere che cosa rimanga di un viag­gio, prima dei tre o quattro anni: molti genitori ci provano comun­que, ma si chiedono se davvero il figlio ricorderà, da grande, gite e vacanze sulle quali si è investito tanto, in termini di soldi e di fatica. Perché viaggiare coi bebè è uno sforzo fisico: bagagli infiniti, su e giù dal passeggino, poi in braccio o in collo, e il seggiolone del risto­rante che è sempre scomodo, e il fasciatoio o il bagno che non si tro­va, e il cibo che non va mai bene, il pianto disperato in mezzo alla chiesa, la scenata nel negozio do­ve la mamma sperava tanto di fare shopping, le urla mentre il papà è in coda. Ma poi certo questi sono dettagli, banalissimi oltretutto, su­perati e superabili ogni giorno, fat­to sta che a un anno i bambini- di­ce il sondaggio - hanno già visto quattro città, a due anni sei, a quat­tro nove: un bel record, per tutti. Saranno sicuramente bambini adattabili, con genitori zen. In ogni caso prima di aprire i libri di scuola avranno già conosciuto molto: tutti sanno che viaggiare fa bene, rende flessibili, tolleranti, aperti, curiosi, offre argomenti di conversazione e diapositive per i parenti, e ti fa desiderare di vede­re sempre altro, e ancora (in teo­ria: qualcuno, per reazione, maga­ri da grande non vorrà più mettere piede su un aereo). Secondo gli esperti del settore è merito dei mezzi di trasporto migliori, dei ser­vizi per famiglie, dei costi inferiori e della possibilità di organizzare e prenotare vacanze in modo or­mai semplicissimo. Di sicuro pe­rò ( almeno per gli under 3)c’entra anche lo spirito avventuroso di mamma e papà e, in ogni caso, la loro voglia di viaggiare, oltre che l’abitudine a farlo. Perché ormai, nell’era del low cost,spostarsi è di­ventato normale, quasi necessa­rio: è decisamente fuori moda non approfittare di un volo a venti euro per visitare Bratislava, o Bru­xelles, o qualche altro posto di cui mai avevate sospettato l’esisten­za. Una volta si spostava così tanto solo chi aveva il camper, o un pa­dre pilota d’aereo. Oggi è quasi per tutti. Del resto oggi i bambini sono sempre indaffarati tra piano­forte, tennis, recitazione, cinese, calcio, danza, concerti: assurdo poi lasciarli arenare su una spiag­gia (magari pure vicina) come le balene. E poi a scuola i bambini globetrotter hanno finalmente qualcosa di nuovo su cui mettersi a confronto: tu quante città hai vi­sto? Solo due? Che sfigato. Io in una settimana ne ho viste sette...