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 2012  giugno 29 Venerdì calendario

Cari tedeschi, consolatevi siete un po’ italiani pure voi - Prima di tutti l’aveva capito un fumet­taro

Cari tedeschi, consolatevi siete un po’ italiani pure voi - Prima di tutti l’aveva capito un fumet­taro. Franco Bonvicini, in arte Bon­vi, inventando le Sturmtruppen ave­va infilato tra quei pasticcioni di soldati te­deschi il «fiero alleaten Galeazzo Musole­si »: l’italiano forse un tantinello più scansa­fatiche e scansapericoli dei tedeschi, ma in sostanza noi e loro, Roma e Berlino, spa­ghetti e crauti, mica così diversi. Sarà che al­la fine, dietro i reciproci sfottò, vedi «culo­na » e copertine dello Spiegel che ci mafiosiz­zano tutti, sotto sotto noi vorremmo essere un po’ teutonici, ma anche a loro piacereb­be atteggiarsi un po’ a italiani. Mimesi d’ani­me che per tanti anni si è concretizzata in carnali unioni tra bionde turiste e bruni bagnini sulla rivie­ra romagnola. Cari tede­schi, dopo la bato­sta di ieri sera consolatevi: un po’ italiani lo siete davvero. E mica solo perché nei giorni scorsi avete tifato in modo ancor più partigiano di noi, o perché Angelona vostra esulta per un gol più di Pertini nell’indimenticabile notte del Bernabeu in cui vi abbiamo soffiato il mon­diale sotto i germanici baffi. E non c’è biso­gno nemmeno di rispolverare la storia mu­tevole degli stereotipi: nell’800 tutta l’Euro­pa considerava voi romantici sognatori: ve­nivate in Italia per il Grand Tour, che poi a parlare semplice sarebbe «faccio cose, ve­do gente» sollazzandomi al sole. C’è tutta una storia recente a dimostrar­lo. Alzi la mano chi non ha pensato a un ge­ne italico annidato nel purissimo Dna bava­rese del barone Karl-Theodor Zu Gutten­berg, ministro della Difesa di Angela Me­rkel costretto a dimettersi per aver copiaeincollato la tesi di laurea come un Trota qualunque. Eccezioni? Dopo lo scan­dalo Guttenberg sono stati beccati almeno altri due politici. E che dire del presidente della Repubblica Christian Wulff, anche lui costretto a mollare per aver accettato regali da amici imprenditori, pare assecondando la voglia della bella moglie Bettina di metter­si al volante di un’auto sportiva a prezzo di favore. Anche i crucchi «tengono famiglia». E a proposito della copertina di Der Spie­gel con pistola e spaghetti, siete proprio sicu­ri ch­e qualche stilla di mafiosità non si sia in­sinuata tra di voi? Come ha raccontato il cor­rispondente di Italia Oggi Roberto Giardi­na, una lettera alla Suddeutsche Zeitung ha scatenato il dibattito: siamo diventati omer­tosi anche noi? Una mamma ha sottoposto un problema di coscienza al giornale: il fi­glio 14enne e i suoi compagni hanno scelto di non denunciare il ragazzo problematico che durante la lezione di fisica aveva voluta­mente danneggiato un cavo, per evitar­gli l’espulsione (ammettiamolo, su dimissioni e punizioni loro sono un tantino più rigorosi). Ma a sconvolgere di più è stata la risposta dell’editorialista: i ragazzi hanno fatto bene. E non ci venite a dire che voi sgobbate mentre noi oziamo. L’Ocse sulle ore lavorate dice che in Germania la media è di 1.408 annue contro le no­stre 1778. Nella classifica dell’assenteismo noi siamo quarti? Voi quinti. Del resto, svela un son­daggio Gallup, il 70% dei tedeschi non lavo­rerebbe se non avesse problemi finanziari: infatti le pensioni anticipate sono è salite del 13% tra il 2007 e il 2010. Del resto «chi non lavora non fa l’amore» l’abbiamo inven­tato noi, mica Goethe. In compenso è diven­tato proverbiale un altro titolo dello Spie­gel: «Wer arbeitet, ist der Dumme», cioè «chi lavora è stupido». Solo germi, segnali, crepe su un muro di nordico rigore? Può darsi. Ma la strisciante filosofia dell’italico svacco pare far breccia anche in Germania. Ha fatto scandalo il cla­moroso ritardo nell’inaugurazione del nuo­vo aeroporto di Berlino dedicato a Willy Brandt: a tre settimane dal taglio del nastro, con diecimila inviti già spediti, la cerimonia prevista per lo scorso 3 giugno è stata cancel­lat­a per ritardi nei lavori all’impianto anti in­cendio, considerato ancora non abbastan­za sicuro. L’annuncio ha provocato un’on­data di indignazione. Anche perché doveva aprire nel 2007, e di volta in volta è stato rin­viato per intoppi burocratici e proteste dei cittadini degne della Val Susa. Cari tedeschi, prendete nota e ricordate­vene quando arrivate tronfi ai vertici inter­nazionali a fare i maestrini e vi fate pregare come madonne pellegrine. Ricordatevi an­che di come sbuffano i generali americani in altri summit, quelli Nato, quando si parla di interventi militari e i primi a tirare indie­tro i panzer, vedi la Libia, siete sempre voi. Cari tedeschi, stavolta è andata così. Arri­vederci al prossimo derby.