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 2012  giugno 28 Giovedì calendario

Fenomenologia del libro antifemminista– Devi sapere che appena varchi la mia soglia per essere la mia Sottomessa, io farò di te quello che voglio

Fenomenologia del libro antifemminista– Devi sapere che appena varchi la mia soglia per essere la mia Sottomessa, io farò di te quello che voglio. Devi accettarlo e desiderarlo. Ti scoperò in qualsiasi momento, in qualsiasi modo, in qualsiasi luogo, ti punirò quando mi ostacolerai. Ti addestrerò a compiacermi». Così parla Christian Grey, bellissimo miliardario di Seattle, alla sua giovane amante Anastasia, che per lui è disposta a scendere negli abissi di ogni perversione: è la trama di Cinquanta sfumature di Grigio, il romanzo, primo di una trilogia, che nel mondo ha venduto 20 milioni di copie in 10 settimane, e in Italia, pubblicato dalla Mondadori con una tiratura iniziale di 500 mila copie, è in testa alla classifica dei libri stranieri più venduti: 100 mila copie in 10 giorni dall’uscita, il 6 giugno. È stato tradotto in 37 paesi ed è subito schizzato in cima alle top ten di ognuno. Il genio che lo ha scritto è una casalinga inglese con il doppiomento, E. L. James (pseudonimo di Erika Leonard), che sul tavolo della sua cucina in un appartamento di West London è riuscita a creare una mostruosa macchina da guerra in grado di battere Dan Brown e d’insidiare J. K. Rowling: «I miei libri hanno cambiato la vita sessuale di milioni di persone» si è vantata in un’intervista la nuova santa patrona della rivoluzione sessuale ai tempi di internet, l’inventrice del pornoharmony, la sdoganatrice della frusta da camera. E. L. James, 48 anni, viene da una famiglia della piccola borghesia: padre scozzese operatore televisivo, madre cilena dai molti lavori. Una laurea in storia medioevale e due figli adolescenti, una passione sfrenata per Twilight, la saga dei vampiri che, sostiene, è stata la fonte della sua ispirazione. La signora decide di mettersi a scrivere e, come tanti, piazza i suoi lavori su internet. Ma mentre per quasi tutti non succede niente, per lei si scatena un vero boom. Quando una piccola casa editrice australiana la pubblica, scatta la corsa a scaricare l’e-book. Perché se il vecchio libro Harmony lo si imboscava tra le pagine proustiane di All’ombra delle fanciulle in fiore, qui le peripezie erotiche di Ana(stasia) vengono lette comodamente in segreto sui Kindle. E anche una volta che il romanzo diventa di carta frotte di donne corrono comunque in libreria a prenotare il cofanetto «sporcaccione» per leggerlo in spiaggia. Viene da chiedersi: ma siamo davvero così desiderose di assomigliare a un’eroina sottomessa e felice? O siamo soltanto nuove romantiche, evoluzione delle nostre nonne che leggevano Delly? Certo, rispetto a loro (che comunque avevano il battitappeti di legno, anche quello tornato in auge come oggetto erotico) abbiamo a disposizione qualche attrezzino in più (frustini, manette, mascherine di pizzo...) e una massiccia dose di noia tra le lenzuola. Di sicuro siamo finalmente libere di scegliere per lettura un romanzo spinto, con pagine hot quasi da giornaletto porno. Gli uomini della liberazione sessuale anni Settanta avevano Men e Caballero, il calendario da camionisti e i film di Gerard Damiano. E noi? «Abbiamo sdoganato una forma di sadomaso soft, è come se avessimo capito che concedendoci del tutto vinciamo ancora di più» spiega l’esperta Francesca Mazzucato, scrittrice erotica, che nel suo ultimo romanzo Lo svizzero per la Giraldi racconta una storia vera di Bdsm (acronimo di bondage, dominazione, sadismo e masochismo) che ha come protagonista un banchiere. «Lei si lascia fare le cose più efferate. Ma è l’uomo che ha paura di perdere il suo dominio: da dominatore si trova a essere lui il dominato». È quello che accade nel sequel (uscito in Italia sabato 23 giugno), Cinquanta sfumature di Nero, dove il timore di Grey di perdere la sua schiava lo trasforma da Marchese De Sade nel Ridge di Beautiful. Eppure anche in questa versione ammorbidita continua a incantare e vendere come il pane. «Non lo so e non lo voglio neanche sapere perché questo libro ha avuto successo: forse è arrivato il momento della legittimazione del nostro masochismo» protesta Barbara Alberti, scrittrice, storica femminista che con il marito, il produttore Amedeo Pagani, scrisse la sceneggiatura del più bel film sulla potenza del rapporto vittima-carnefice: Il portiere di notte (di Liliana Cavani, 1974). «È una tendenza culturale che ci accompagna dall’inizio dei tempi. Siamo sottomesse da sempre, per sopravvivere». La giornalista americana Katie Roiphe ha preso spunto dall’incredibile successo americano di E. L. James per scrivere una controversa storia di copertina su Newsweek, dedicata alle fantasie sessuali delle donne di potere. Copertina con una donna nuda e bendata. La tesi è ardita. Roiphe vede nel sottomettersi un modo nuovo di combattere lo stress da uguaglianza raggiunta. Lasciarsi andare, arrendersi: uno stereotipo antico e molto rassicurante. Come se le donne si fossero d’un tratto rese conto che avere il controllo di tutto non è poi così divertente. Chi, tornando a casa con la spesa in mano, la cena da preparare, i compiti dei figli da controllare, non si è fermata a sognare per un attimo che ad aspettarla ci fosse un Christian Grey? «Ma sì, finalmente uno che dice: ci penso io, tu non preoccuparti di niente. Io ho invidiato molto che, nel libro, il computer che lui le regala fosse già impostato per l’uso » ammette la giornalista Annalena Benini. E aggiunge Sonia Rottichieri, 40 anni, medico di base in un paese del Bergamasco: «Il fatto è che ci siamo stancate: lavoro, figli, genitori vecchi e suoceri malati. Vogliamo tornare a essere geishe». Rottichieri ha appena pubblicato per l’Aliberti Sul mio corpo, esordio erotico dove il protagonista (incontrato su internet) la veste, la spoglia, la lava, la protegge e poi la incatena, le strappa le mutandine (tanto gliele ha regalate lui) e la possiede con violenza. È una storia antica secondo Fabrizio Quattrini, presidente dell’Istituto italiano di sessuologia scientifica: «Il masochismo» dice «è l’unica parafilia soprattutto femminile, la donna ha una predisposizione fisica, culturale alla sottomissione. Le donne negheranno, ma la loro fantasia sessuale più frequente è quella di essere prese da dietro da uno sconosciuto». O da un principe azzurro divenuto «dark», cui i jeans cadono perfettamente (scoprendo un’erezione consistente): è lui che decide tutto, dal menu culinario a quello erotico, lui che ti sculaccia, ma poi ti medica con la crema alla calendula e di notte suona Chopin al piano. Ma dove sono questi uomini? Certamente nei romanzi di Philiph Roth, vera divinità del sesso letterario, che in L’animale morente spiega perfettamente la potenza del dominio: «È la pietra focaia, fa sprizzare la scintilla, avvia il meccanismo. Vedrai a cosa porta essere dominati». Ma sottomissione non significa solo questo, sesso e violenza, come spiega la scrittrice cattolica Costanza Miriano dalle pagine del suo Sposati e sii sottomessa (Vallecchi). La sottomissione, a suo dire, è qualcosa di profondo e nobile. «E l’uomo davanti alla donna accogliente non resiste». Un successo inaspettato anche il suo: le sono arrivate centinaia di email di donne che dicono di essere tornate nei ruoli di un tempo, a occuparsi dei loro mariti. E questo avrebbe salvato più di un matrimonio. Leggendo E. L. James sembra anche che essere dominati porti a suite di lusso, ostriche e champagne, alla sofferenza di essere sempre accompagnate dall’autista, al dolore di avere un guardaroba apposito scelto dal Padrone. Ma il sadomaso patinato con tanto di sala delle torture in casa, come la sauna dei ricconi anni Ottanta, è l’ultima frontiera del sogno. Mentre la dura realtà quotidiana rischia di essere un’altra. Quella delle serate nei locali sadomaso della capitale, dove si scende in tristi privé. Le coppie parlano del più e del meno: «Noi non vediamo l’ora di tornare a casa per travestirci da schiava e padrone...» cinguettano. Lei, 50 anni, sovrappeso, lavora alle Poste, così come il suo compagno, che la tiene affettuosamente legata con una catena al collo. Non è facile immaginarli mentre rientrano nel tinello color marrone, si tolgono gli abiti da travet e, mentre lei s’infila nel tubino di latex, lui le frusta le natiche. Eppure forse è meglio così che pensarli seduti sul divano a parlare di Imu.