VARIE 29/6/2012, 29 giugno 2012
APPUNTI PER GAZZETTA. MONTI VINCE LA PARTITA CON LA MERKEL
CORRIERE.IT
BRUXELLES - L’accordo è stato raggiunto nella notte: i leader europei hanno trovato un’intesa sulla ricapitalizzazione diretta delle banche e sul ruolo dei fondi salva-Stato. I leader dell’Eurogruppo «hanno aperto alla possibilità che i paesi virtuosi usino i fondi salva stati Esfs e Esm per riassicurare la stabilità sui mercati». Ad annunciarlo alle 4 del mattino è stato il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy, che durante la conferenza stampa finale «ha parlato di un vertice difficile e fruttuoso, durante il quale è stato approvato un patto per la crescita e il lavoro in grado di mobilitare oltre 120 miliardi di euro».
Si tratta di una vittoria soprattutto per l’Italia e la Spagna, che avevano fatto fronte comune chiedendo all’Europa maggiore disponibilità ad andare incontro ai Paesi «virtuosi», che pur affrontando difficoltà recessive o di bilancio hanno adottato misure di risanamento e politiche per fare fronte alla crisi. E, per contro, si un cedimento della Germania, anche se la cancelliera tedesca Angela Merkel, che pure fonti tedesche avevano descritto come «irritatissima» con Rajoy, ma soprattutto con Monti, alla fine ha fatto buon viso a cattvo gioco: «Abbiamo ottenuto quello che volevamo e raggiunto buoni risultati sugli strumenti Esm ed Efsf, una buona base su cui lavorare».
MONTI: «PASSI AVANTI» - Anche il premier italiano Mario Monti ha detto parole analoghe: «Siamo soddisfatti, abbiamo ottenuto quello che volevamo». Ma nel caso dell’Italia si tratta di una posizione effettivamente corrispondente allo stato d’animo della delegazione di governo. «In questi due giorni abbiamo fatto importanti passi avanti - ha sottolineato il presidente del Consiglio -. Passi avanti che corrispondono molto a quelli che l’Italia da tempo sostiene: è stato adottato un patto per la crescita e l’occupazione che contiene importanti misure sia a livello nazionale che europeo». «Stiamo facendo anche un po’ d’azione di promozione presso altri Paesi - ha poi aggiunto il numero uno di Palazzo Chigi - dell’idea, per noi naturale ma non sempre considerata tale, tra sinergia tra disciplina di bilancio e misure per la crescita». «Siamo certi - ha evidenziato Monti - che questa visione pervada tutte le politiche economiche, anche quella francese che si era presentata, specie nel periodo elettorale, alla ribalta con accenti un po’ diversi».
Van Rompuy: «120 miliardi per la crescita»
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«MA NOI NON LO CHIEDEREMO» - Il capo del governo ha poi ribadito che l’Italia non ha alcuna intenzione di chiedere la copertura dello scudo europeo appena sgravato. Almeno non per ora: «In futuro, qualora serva come forma di incoraggiamento per l’economia, non escludo che l’Italia possa chiederlo. Ma non adesso». Monti ha poi confermato che per l’Italia l’obiettivo del pareggio di bilancio resta fissato al 2013 e che al momento l’esecutivo non ritiene di dover mettere in cantiere manovre finanziarie aggiuntive. «La situazione dell’economia italiana è pesante - ha ammesso il premier - e non ho mai pensato di poterla trasformare in leggera in pochi mesi, anche perché il governo ha dovuto prima darsi strumenti e portare avanti provvedimenti, dalla riforma delle pensioni a quella del lavoro, che il sistema politico non era fino a quel momento riuscito a portare a termine».
LA SODDISFAZIONE DI DRAGHI E BARROSO- Soddisfatto del risultato si è detto il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi: «Sono stati raggiunti risultati nel breve termine. La deroga dello status di creditore privilegiato per la Spagna è uno di questi risultati». «La futura possibilità di usare l’Esm per ricapitalizzare direttamente le banche, qualcosa che la Bce chiede da un po’ di tempo, è anche un buon risultato - ha poi sottolineato -. E dobbiamo tenere in mente che tutte queste cose, per essere credibili, dovrebbero essere accompagnate da stretta condizionalità. Questo è essenziale». Per il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso il vertice ha rappresentato un passo verso un’autentica unione monetaria della Eurozona. Sempre secondo Barroso, «i leader Ue sono stati capaci di prendere misure di breve e medio termine impensabili solo fino a pochi mesi fa».
MERKEL FA BUON VISO - La cancelliera tedesca si dice dunque contenta del risultato. Nella conferenza stampa al termine del vertice, Angela Merkel ha definito l’appuntamento di Bruxelles «un successo su tutti i fronti, servito a stabilizzare i mercati». Poi però ha puntualizzato: «La mia posizione sugli eurobond non è cambiata». E quanto all’applicazione degli interventi salva-Stati e anti-spread ha detto di confidare in particolare nella Banca centrale europea: «Noi abbiamo grande fiducia nella Bce perché è un ente indipendente ed ha interesse ad avere delle banche sicure». Sulla linea di Merkel e di Draghi è anche il presidente francese Francois Hollande che ha parlato di «un buon vertice», in cui si è trovato «un accordo globale» con «misure che saranno rapidamente messe in opera».
LE MISURE ADOTTATE - Con l’approvazione dello scudo anti-spread, l’Italia spera di evitare «un lunedì nero» alla riapertura dei mercati: pur non dovendolo utilizzare subito, la sola esistenza dell’«ombrello» europeo mette il Paese in condizione di fronteggiare meglio i mercati e le loro speculazioni. Mentre con l’apertura sulla ricapitalizzazione diretta delle banche, la Spagna auspica di potere ricevere gli aiuti fino a 100 miliardi di euro per aiutare i suoi istituti di credito senza fare lievitare il debito pubblico. L’accordo «sarà implementato dall’Eurogruppo a brevissimo termine, entro il 9 luglio», quando saranno stabiliti i criteri di applicazione. I Paesi che rispettano il patto di stabilità e le raccomandazioni, è stato deciso, «non dovranno sottostare al monitoraggio della troika», ma dovranno continuare a rispettare gli impegni presi.
La trattativa al vertice
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LA TRATTATIVA - L’Italia si è battuta durante la trattativa puntando i piedi e dicendosi determinata a non firmareinsieme alla Spagna, il patto sulla crescita qualora non fossero introdotte le misure per contenere lo spread. Giovedì sera van Rompuy parlando per la prima volta ai giornalisti aveva dovuto ammettere le difficoltà, pur smentendo «un veto italiano». Poi era stato il presidente francese François Hollande a chiarire, poche ore dopo, che i leader della Ue avevano trovato l’accordo sul patto per la crescita e l’occupazione, ma che Roma e Madrid avevano deciso di rinviare la loro firma.
Parla Van Rompuy ma in sala stampa si guarda la partita
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L’ACCORDO - Ma alla fine le riserve di Italia e Spagna sono state tolte: ad annunciarlo è stato il premier del Lussemburgo Jean-Claude Juncker, passate le 4 del mattino, al termine del vertice Eurogruppo. «Affermiamo che è imperativo rompere il circolo vizioso tra le banche e il debito sovrano».
DICHIARAZIONE DEL VERTICE DELLA ZONA EURO
- 29 giugno 2012 -
• Affermiamo che è imperativo spezzare il circolo vizioso tra banche e debito sovrano. La Commissione presenterà a breve proposte relative a un meccanismo di vigilanza unico fondate sull’articolo 127, paragrafo 6. Chiediamo al Consiglio di prenderle in esame in via d’urgenza entro la fine del 2012. Una volta istituito, per le banche della zona euro, un efficace meccanismo di vigilanza unico con il coinvolgimento della BCE, il MES potrà avere facoltà, sulla scorta di una decisione ordinaria, di ricapitalizzare direttamente gli istituti bancari. Questa procedura si baserà su un’appropriata condizionalità, ivi compresa l’osservanza delle regole sugli aiuti di Stato, che dovrebbe essere specifica per ciascun istituto, specifica per settore ovvero applicabile a tutta l’economia e sarà formalizzata in un memorandum d’intesa. L’Eurogruppo esaminerà la situazione del settore finanziario irlandese nella prospettiva di migliorare ulteriormente la sostenibilità del programma di aggiustamento che sta dando buoni risultati. Casi simili saranno trattati allo stesso modo.
• Insistiamo affinché sia concluso celermente il memorandum d’intesa allegato al sostegno finanziario a favore della Spagna per la ricapitalizzazione del suo settore bancario. Riaffermiamo che l’assistenza finanziaria sarà fornita dal FESF fino a quando il MES non sarà disponibile, meccanismo al quale sarà in seguito trasferita senza ottenere status preferenziale.
• Affermiamo il nostro forte impegno a compiere quanto necessario per assicurare la stabilità finanziaria della zona euro, in particolare facendo ricorso, in modo flessibile ed efficace, agli strumenti FESF/MES esistenti al fine di stabilizzare i mercati per gli Stati membri che rispettino le raccomandazioni specifiche per paese e gli altri impegni, tra cui i rispettivi calendari, nell’ambito del semestre europeo, del patto di stabilità e crescita e delle procedure per gli squilibri eccessivi. Tali condizioni dovranno figurare in un memorandum d’intesa. Ci compiacciamo che la BCE abbia convenuto di fungere da agente per conto del FESF/MES nel condurre operazioni di mercato in modo effettivo ed efficace.
• Incarichiamo l’Eurogruppo di attuare tali decisioni entro il 9 luglio 2012.
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2h Stefano Montefiori Stefano Montefiori @Stef_Montefiori
@MarioPlatero sono d’accordo, per me possono chiamarlo pure Gigi. Buffa però questa specie di nuovalingua
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3h Stefano Montefiori Stefano Montefiori @Stef_Montefiori
#Hollande: non spingo Monti a usare il mecanismo, sarà lui a scegliere. Potrebbe non essere necessario, già l’annuncio potrebbe bastare
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#Hollande: gli eurobond restano una prospettiva
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#Hollande ha il tono di chi ha vinto la sua battaglia. Per lui è indubbiamente un grande successo politico. Vedremo se funzionerà
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Hollande: sottoporrò al Parlamento la ratifica, insieme, di tutto il quadro globale. Fiscal compact e patto di crescita
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#Hollande: nessuno Stato ha perso, nessuno ha vinto. Ha vinto l’Europa
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#Hollande: differenze di interpretazione con Merkel? Un testo è stato approvato, quello fa fede. Nessuna marcia indietro
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#Hollande: priorità alla crescita, project bond, tobin tax, più capitali alla Bei
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#Hollande: integrazione solidale (è il modo della Francia di chiamare il federalismo europeo, ndr)
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#Hollande: per l’Italia e gli altri Paesi, solo l’obbligo di seguire le raccomandazioni della Bce
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#Hollande: per la Spagna, aiuti alle banche senza aggravare il peso del debito dello Stato
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#Hollande: potremo ricapitalizzare direttamente le banche, sotto la supervisione della Bce
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#Hollande: infine, abbiamo introdotto meccanismi di stabilità. Da ora a fine 2012 la supervisione bancaria sarà una realtà
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#Hollande: oltre alla crescita, il secondo risultato è la decisione di creare una tassa sulle transazioni finanziarie, a fine anno
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#Hollande: importante anche che abbiamo trovato la sede dell’organismo sui brevetti. Cioè Parigi
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#Hollande: poi ricapitalizzazione della Bei, e fondi strutturali
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#Hollande: abbiamo approvato un nuovo strumento, i project bond
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#Hollande: accordo globale e coerente. La crescita integra finalmente il patto fiscale
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#Hollande: è stato un buon summit. Avevo tre obiettivi: 1) crescita 2) stabilità finanziaria 3) unione economica e monetaria a medio termine
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E’ arrivato Hollande pic.twitter.com/d6Txfp1x
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Proprio nella stanza accanto, intanto, parla #Merkel pic.twitter.com/gzO8hxCw
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La conf stampa di #Hollande in ritardo di un’ora. Anche Barroso e Van Rompuy tardano #euco
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RT @chedisagio Signore e signori, Super Mario Balotelli pic.twitter.com/hSQHeN1s
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Cioè adesso è l’Spd tedesca a essere scontenta del cedimento della Merkel? http://bit.ly/MDZIrE
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EDITORIALE DI MARCELLO MESSORI SUL CORRIERE DI STAMATTINA
I problemi che hanno caratterizzato il Consiglio europeo di ieri e che - con ogni probabilità - saranno al centro della riunione odierna dei diciassette leader dell’Unione economica e monetaria europea (Uem), dipendono dalla difficoltà di rendere temporalmente compatibili le esigenze dei due maggiori Stati «periferici» e i veti incrociati di Francia e Germania. L’Italia mira ad attivare un meccanismo europeo che calmieri gli spread interni all’area dell’euro, senza obbligare i Paesi a «rischio contagio» - ma con politiche rigorose di consolidamento del proprio bilancio pubblico - ad attivare il programma di aiuti già in atto per Grecia, Irlanda e Portogallo. La Spagna necessita di un sostegno europeo al proprio settore bancario che non pesi sul suo bilancio pubblico e che rompa, così, il circolo vizioso fra rischi finanziari e rischi del debito sovrano.
Per fungere da efficace barriera alla deflagrazione dell’area dell’euro, ambedue questi strumenti vanno varati in via immediata. La Germania teme, però, che le richieste di Italia e Spagna siano il «cavallo di Troia» per una progressiva socializzazione europea dei debiti sovrani e delle perdite bancarie dei Paesi «periferici»; per conseguenza, essa vincola ogni apertura al riguardo alla realizzazione di un’unione fiscale e di un’unione bancaria, inevitabilmente proiettate nel medio periodo.
Tale incompatibilità temporale è aggravata dalla posizione francese. Pur appoggiando le richieste italiane e spagnole, il presidente Hollande è disposto ad avvicinarsi alle «sabbie mobili» della cessione di sovranità nazionale (implicita nell’unione fiscale e bancaria) solo se l’Uem attua un credibile rilancio della domanda aggregata nel breve termine così da aprire prospettive di crescita economica. Tale insieme eterogeneo di obiettivi e vincoli può apparire un ginepraio; esso rappresenta, tuttavia, un progresso rispetto alla situazione di poche settimane fa. Di fronte alla minaccia di fallimento dell’euro, i leader dell’Uem hanno scoperto le carte, hanno riconosciuto la compatibilità degli approdi da essi disegnati e stanno collaborando per una convergenza fra le loro diverse rotte. In tale prospettiva, ognuno deve essere pronto a correzioni.
La cancelliera Merkel deve riconoscere che il progetto redatto dai presidenti del Consiglio europeo (Van Rompuy), della Commissione europea (Barroso) e della Bce (Draghi) rappresenta un credibile avvio dei processi di unificazione fiscale e bancaria. Il presidente francese deve interpretare il limitato piano europeo di investimenti come il primo mattone di un growth compact (programma di crescita). Il nostro presidente del Consiglio e quello spagnolo devono garantire ai partner dell’Uem (se richiesti, anche sotto forma di unilaterale cessione di sovranità nazionale) che sistematiche iniziative europee per l’allentamento delle tensioni sugli spread fra i titoli pubblici degli Stati membri e sui rischi bancari di insolvenza non indeboliranno ma rafforzeranno gli impegni fiscali assunti nei confronti dell’Uem e dell’Unione Europea. L’opportunità di queste correzioni di rotta, che getterebbero le basi per una credibile ripartenza dell’Uem, è ben presente a ciascuno dei leader europei. Ma occorre reciproca fiducia e lungimiranza.
Marcello Messori
Marcello Messori
CORRIERE.IT
Mario Monti ha scelto la linea dura sul salva-spread e, insieme al premier spagnolo Mariano Rajoy, ha posto la riserva al via libera all’accordo sull’insieme delle misure che saranno varate del vertice dei leader europei riuniti a Bruxelles. E alla fine di una tormentata notte di trattative, che si è conclusa intorno alle 4 del mattino di venerdì, la risposta c’è stata: i leader dell’Eurogruppo «hanno aperto alla possibilità che i paesi virtuosi usino i fondi salva stati Esfs (Fondo europeo di stabilità finanziaria) e Esm (Meccanismo europeo di stabilità) per riassicurare la stabilità sui mercati». Lo ha detto il presidente della Ue Herman van Rompuy, in un incontro stampa al termine del vertice Eurogruppo. Poco dopo è arrivato anche il commento della cancelliera tedesca Angela Merkel: «Abbiamo raggiunto buoni risultati sugli strumenti Esm ed Efsf, una buona base su cui lavorare. Si prosegue domani».
LE RISERVE DI ROMA E MADRID - A questo risultato si è giunti dopo le riserve espresse da Italia e Spagna sull’accordo. Nella tarda serata era stato Van Rompuy a far capire che la trattativa sarebbe stata lunga, anche se il presidente del Consiglio Ue aveva smentito «un veto italiano» sull’intesa, assicurando che la discussione stava continuando. L’accordo sul lavoro e la crescita «è vicino» - aveva detto - ma il confronto resta aperto sulla stabilità finanziaria, il debito e le eventuali misure di contenimento dell’oscillazione dei differenziali di rendimento tra i i titoli di Stato decennali. «È vero che ci sono due paesi che tengono molto a discutere di misure a medio e lungo termine e anche a breve termine - si era limitato ad ammettere Van Rompuy riferendosi proprio a Italia e Spagna - ma non c’è blocco». Qualche ora dopo il presidente francese François Hollande aveva spiegato che i leader della Ue avevano trovato l’accordo sul patto per la crescita e l’occupazione, nonostante la decisione di Roma e Madrid di rinviare la loro firma.
PATTO PER LA CRESCITA - Intanto al termine della prima giornata del vertice, giovedì sera, «il vertice Ue ha preso una decisione cruciale sul piano per la crescita che muoverà subito 120 miliardi di euro», ha detto Van Rompuy in una conferenza stampa. Tra le decisioni prese dal Consiglio c’è anche l’aumento di capitale della Bei da 10 miliardi di euro che, ha sottolineato, permette di avere «60 miliardi di euro di capacità di prestito».
LA PARTITA DELLO SPREAD - Chissà se i due gol di Mario Balotelli hanno dato una mano a Mario Monti impegnato a sostenere la necessità dell’introduzione del cosiddetto scudo-antispread. Di certo, ai leader è stato precluso lo svago del calcio: «Niente partita, siamo seri, stiamo facendo delle cose serie» aveva tagliato corto il presidente del consiglio Ue.
L’APPOGGIO DI HOLLANDE - Con Mario Monti si è schierato il presidente francese François Hollande, concordando sulla necessità di un meccanismo anti-spread che intervenga in favore dei paesi virtuosi «senza che sia loro imposto un programma aggiuntivo» di impegni, perché hanno già fatto gli sforzi necessari: «Monti e Rajoy mi avevano avvisato della loro posizione» per avere «un accordo globale» e «sono d’accordo». Se «Monti cerca un meccanismo che preveda un intervento che abbassi i tassi nel quadro dei trattati esistenti», Hollande è d’accordo ad utilizzare «i meccanismi esistenti in modo che siano pienamente efficaci nel combattere la speculazione e siano messi al servizio dei paesi» vulnerabili. Il presidente francese aveva escluso, rispondendo a una domanda, che la riserva di Italia e Spagna potesse considerarsi un ricatto: «Conosco le loro difficoltà e capisco che vogliano molto velocemente misure per la stabilità». Nella notte, prima dell’annuncio ufficiale del raggiungimento dell’accordo, il presidente socialista francese ha lanciato anche un importante messaggio politico a Berlino: «La zona euro non può restare dov’è», «l’unione bancaria è indispensabile» e si deve arrivare alla «unione fiscale» e «a un ministero del Tesoro europeo che emetta debito e lo mutualizzi» ma anche che faccia «una politica economica comune». Per l’idea francese di sovranità nazionale è potenzialmente una svolta epocale.
POSSIBILE INTESA - E in una trattativa lunga tutta la notte, sono arrivati i primi spiragli di accordo: un’intesa per dare mandato all’Eurogruppo di definire i dettagli di uno scudo anti-spread. Lo hanno riferito fonti diplomatiche presenti al vertice: «Stiamo ancora trattando ma ci stiamo avvicinando ad un accordo». «È vero - ha confermato una seconda fonte - le posizioni sono più vicine e si sta arrivando ad un accordo di principio che dia mandato all’Eurogruppo di definire i dettagli di un meccanismo che consenta nel breve periodo di stabilizzare i mercati finanziari e in particolare lo spread. La trattativa è ancora in corso perché l’Italia chiede che il mandato sia più dettagliato possibile». Trovato l’accordo, il mandato sarà discusso all’Eurogruppo del 9 luglio prossimo.
AIUTI ALLE BANCHE - Dai ministri delle Finanze dell’Eurozona sarebbe arrivata la proposta che i fondi di salvataggio Esm-Efsf acquistino titoli di Stato e che l’Esm sia dotato di licenza bancaria. Nell’agenda dei leader - riferiscono fonti - vi sarebbe anche l’aiuto diretto dei fondi alle banche.
AVANTI A OLTRANZA - La trattativa prosegue ad oltranza e impegnerà l’euro-working group (il gruppo di lavoro che prepara i lavori dell’Eurogruppo) per buona parte della notte. Per l’Italia, negozia il vice ministro dell’Economia Grilli. Venerdì, i risultati della trattativa arriveranno sul tavolo dell’ Eurogruppo, che si riunirà al termine del vertice a 27.
Vertice Ue, l’arrivo dei leader a Bruxelles
EUROBOND - A poche ore dall’avvio del Consiglio europeo, la Germania si era detta disposta ad aprire agli eurobond, e cioè alla mutualizzazione del debito sovrano dei Paesi dell’Eurozona, ma soltanto con uno «zar» europeo a vigilare sui conti pubblici dei 16 Paesi dell’euro. Lo aveva detto Wolfgang Schaeuble, ministro delle Finanze tedesco, in un’intervista concessa al Wall Street Journal. Ma quando, tenuto conto del fuso orario americano, la notizia ha fatto il giro delle redazioni ed è stata rilanciata dai media di mezza Europa, Berlino ha fatto dietrofront: gli eurobond - ha precisato lo stesso ministero delle Finanze accreditando l’ipotesi di un fraintendimento delle parole del ministro - si possono fare solo dopo una Unione sui bilanci, e l’uso di Efsf o Esm (ovvero i fondi salvastati) per acquistare bond sotto stress può avvenire solo nell’ambito delle regole già previste.
INVERSIONE DI MARCIA - È sembrato dunque che la Germania fosse tornata ad allinearsi alla posizione più intransigente della cancelliera Angela Merkel che nei giorni scorsi aveva detto che gli eurobond non sarebbero mai passati finché fosse stata in vita.
REPUBBLICA.IT - BORSE
MILANO - L’accordo del Consiglio europeo 1 non ha tardato a farsi sentire sui mercati, che archiviano una giornata da incorniciare con Milano che guadagna il 6,59%. Per trovare una seduta migliore (+11,28%) occorre tornare indietro al 10 maggio 2010, proprio il giorno dell’annuncio dell’istituzione del Fondo salva stati da 750 miliardi di euro, il primo argine alzato contro la crisi del debito in Europa. L’intesa sull’utilizzo dello stesso Fondo per calmierare lo spread ha fatto ripartire i listini e ha incassato il plauso del presidente Usa, Barack Obama,
Sul fronte obbligazionario, dopo aver chiuso ieri a 468 punti, lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi a 10 anni è apparso in calo a quota 424 (rendimento sotto il 5,79%) dopo essere sceso a 409. Stesso risultato in Spagna: dai 543 di ieri a 475 punti (rendimento al 6,25%), dopo un minimo a 471. La moneta unica è tornata a superare quota 1,26 contro il dollaro. Ieri sera dopo la chiusura di Wall Street la moneta unica era scambiata a 1,24. Lo yen è a 101,2.
La novità ha avuto riverberi decisamente positivi anche sui mercati azionari: a Milano il Ftse-Mib ha chiuso in forte rialzo grazie soprattutto ai titoli bancari come Unicredit che guadagna quasi il 10%. Nel resto d’Europa a Londra l’indice Ftse 100 avanza dell’1,42%, a Parigi il Cac 40 sale del 4,75% mentre a Francoforte il Dax guadagna il 4,33%. Bene anche Madrid +5,66%, Lisbona +5,66% e Atene +7,4%. Negli Stati Uniti, alla chiusura dei mercati europei, lo S&P 500 viaggia in rialzo del 2%, il Dow Jones a +1,8% e il Nasdaq a +2,3%. Tra i titoli Usa spicca in negativo Rim, la società canadese che produce il BlackBerry 2, in calo del 17% dopo una nuova pessima trimestrale.
Sul fronte macro la produzione industriale in Giappone a maggio è scesa del 3,1% rispetto ad aprile, mostrando il secondo mese consecutivo di flessione, a causa soprattutto del calo nella produzione di auto. In Francia invece il Pil resta fermo a quota zero nel primo trimestre rispetto ai precedenti tre mesi, dopo il +0,1% del quarto trimestre 2011 e il +0,3% del terzo. Il tasso di inflazione a giugno nell’Eurozona è atteso al 2,4%, invariato rispetto a maggio. Ad aprile il tasso si era attestato al 2,6%. Negli Usa, come da attese, i redditi personali sono cresciuti dello 0,2% a maggio, mentre le spese per i consumi sono rimaste invariate, mentre l’indice della Fed di Chicago è salito a 52,9 punti in giugno da 52,7 in maggio.
Apertura in forte rialzo per il petrolio a New York, dove le quotazioni salgono dello 5,3% a 81,84 dollari al barile. L’oro è in rialzo: il lingotto con consegna immediata viene scambiato a 1.564,2 dollari guadagnando lo 0,7% sulla vigilia.
Sui mercati azionari asiatici la Borsa di Tokyo, dopo le perdite d’avvio, ha girato in positivo con la svolta sul ’piano anti-spread’ delineatosi nei negoziati tra i leader del Consiglio europeo, fino a terminare gli scambi in progresso dell’1,50%. L’indice Nikkei, dopo un massimo intraday a 9.044,04 (intorno a +2%), si mantiene sopra i 9.000 punti per la prima volta da maggio, fino ad attestarsi a quota 9.006,78, grazie anche al contestuale rallentamento dello yen contro dollaro ed euro. Chiusura in forte ascesa per la Borsa di Hong Kong che guadagna oltre il 2,19%, bene anche Shanghai, con l’indice Composite che ha chiuso a +1,35%.
(29 giugno 2012)
REPUBBLICA.IT - STANDARD AND POOR’S NEI GUAI
MILANO - ll giorno in cui Standard & Poor’s ha declassato l’Italia, il 13 gennaio 2012, esprimendo giudizi negativi anche sulle banche, il responsabile per le banche di S&P, Renato Panichi, ha inviato una mail agli autori del report contestando loro di aver espresso giudizi contrari alla realtà sul sistema bancario.
La mail è stata depositata due giorni fa, assieme a nuovi atti d’indagine, dal pm di Trani Michele Ruggiero, che a fine maggio ha fatto notificare ai vertici di Standard & Poor’s un avviso di conclusione delle indagini preliminari.
Gli indagati, accusati di concorso in manipolazione del mercato continuata e pluriaggravata, sono l’ex presidente di Standard & Poor’s Financial Services, l’indiano Deven Sharma, il managing director head on insurance rating di Londra, Yann Le Pallec, e gli analisti senior del debito sovrano che firmarono i report sull’Italia, Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer. Nella mail interna Panichi scrive a Zhang e Kraemer e contesta al primo che "non è giusto" scrivere nel ’RU’ dell’Italia "che c’è un elevato livello di vulnerabilità ai rischi di finanziamenti esterni. Attualmente - sottolinea - è proprio il contrario, uno dei punti di forza delle banche italiane è stato proprio il limitato ricorso/appello ai finanziamenti esterni o all’ingrosso". La missiva si conclude con un invito esplicito: "Per favore rimuovi il riferimento alle banche!".
Nei confronti dei cinque indagati e delle sedi
legali di Londra e New York di Standard & Poor’s nei prossimi giorni il pm Ruggiero, a meno di colpi di scena dell’ultim’ora, dovrebbe firmare la richiesta di rinvio a giudizio. Alla società il magistrato contesta violazioni della legge sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. Entro luglio la procura dovrebbe chiudere le indagini, tuttora in corso, sulle altre due agenzie di rating: Fitch e Moody’s.
IL TESTO della email
Il documento è stato scritto in inglese il 13 gennaio 2012 dal responsabile per le banche di S&P, Renato Panichi, a due dei tre analisti indagati, Eileen Zhang e Moritz Kraemer, autori assieme a Franklin Crawford Gill, del report di declassamento di due gradini del debito sovrano dell’Italia da (A a BBB+) reso noto nello stesso giorno:
"Ciao Eileen e Moritz. Ho provato a chiamarvi entrambi. Ho il RU dell’Italia e vedo una frase proprio all’inizio dove menzionate ’La vulnerabilita’ crescente dell’Italia ai rischi di finanziamenti esterni, considerato l’elevato livello di presenza esterna nel settore finanziario e in quello del debito pubblico.
Eileen, non mi hai detto questa frase ieri, e non è giusto che tu dica che c’è un elevato livello di vulnerabilità ai rischi di finanziamenti esterni. Attualmente è proprio il contrario, uno dei punti di forza delle banche italiane è stato proprio il limitato ricorso/appello ai finanziamenti esterni o all’ingrosso. Per favore rimuovi il riferimento alle banche! Grazie. Renato".
Dalla mail - sempre a giudizio di fonti vicine alle indagini - emergono anche i contrasti tra analisti al vertice della società di rating e la deliberata volontà di declassare l’Italia pur in assenza dei presupposti, come implicitamente dichiarato dagli stessi analisti il giorno stesso del declassamento.
Agli atti sono allegate altre mail sequestrate. Due quelle ritenute rilevanti. Nella prima Panichi scrive a Zhang: "Ciao Eileen, per favore sappi che mi piacerebbe condividere con te qualsiasi riferimento alle banche in Italia RU, se ci sono, in modo da evitare possibili errori o disallineamenti con la visione FI di domani, sono in ufficio disposto a parlarne. Grazie. Renato".
L’altra scritta da Kraemer a Panichi: "Ciao Renato, visto che tu te ne occupi dei titoli di Stato italiani, hai per caso ricevuto indicazioni specifiche da parte dell’ufficio compliance che ci consente di condividere il testo con te prima della sua pubblicazione. Se no, chi altro lo potrebbe ricevere al posto tuo? Buona notte, Moritz".
(29 giugno 2012)
REPUBBLICA.IT - VITTORIA
ROMA - "Il processo è stato duro, il risultato buono". Poco dopo l’alba, a conclusione dell’estenuante trattativa al vertice europeo 1, il presidente del Consiglio, Mario Monti, esce tra gli ultimi. "L’Italia è soddisfatta - dice - E’ stato un giorno difficile perché, pur riconoscendo l’importanza del pacchetto crescita, l’Italia e poi la Spagna hanno messo una loro riserva d’attesa alla sigla dell’intesa. Per noi andava approvato tutto un pacchetto unitario con le misure di stabilizzazione a breve da decidere a 17. C’è stata tensione e una lunga discussione, ma alla fine si è raggiunto l’accordo".
"Zona euro rafforzata" - "Le misure a breve sulla stabilizzazione della zona euro sono un fatto molto positivo per l’Eurozona e una duplice soddisfazione per l’Italia che ne ha stimolato il processo. L’Italia - spiega ancora il premier - si è battuta per queste misure, ma non abbiamo intenzione di avvalercene, tuttavia ritenevamo che fosse un meccanismo utile in linea di principio. La zona euro ne esce rafforzata. Non avrebbe avuto senso decidere su un Patto per la crescita lasciando sguarnita la zona che può pregiudicare la crescita".
Il presidente del Consiglio ha spiegato che al vertice non è stata presa alcuna decisione sull’eventuale aumento della dotazione per il fondo salva-Stati, ma ha sottolineato che comunque dopo la decisione di affidare all’Esm il compito di stabilizzare gli spread, l’importante è il fattore psicologico: "C’è uno sblocco mentale", ha detto. Alla domanda se sia in campo l’ipotesi di trasformare il fondo Esm in banca per consentire l’accesso alla liquidità della Bce, Monti ha chiarito che non se ne è parlato al vertice, ma che "tutte le ipotesi sono in campo".
"Nessun programma specifico" - Tornando a spiegare la funzionalità del meccanismo anti-spread, Monti chiarisce che "la novità importante di questo nuovo sviluppo è che i Paesi che volessero beneficiare di questi interventi di stabilizzazione dovrebbero naturalmente chiederli, ma, se ricadono nel caso di osservanza di tutte le condizioni esistenti, non dovranno sottoporsi a un programma specifico, dovranno firmare un memorandum d’intesa, ma non avranno la troika e dovranno continuare ad adempiere alle condizioni che adempiono".
Monti ha aggiunto: "Per assicurare una efficiente gestione i fondi Efsf ed Esm agiranno nel mercato come titolari di queste operazioni di acquisto e vendita di titoli, attraverso la Bce come agente, che ha una familiarità con le condizioni di mercato e una capacità operativa che il fondo salva-stati non ha".
"Andrò a Kiev per la finale" - Commentando la vittoria della Nazionale sulla Germania, Monti ha poi detto: "Sono felice e orgoglioso per il successo della Nazionale. Domenica andrò a Kiev per la finale. Di solito non faccio pronostici né sui mercati finanziari né sui risultati sportivi: ma un’idea ce l’ho e anche un cuore...".
La frenata di Merkel - Arrivando questa mattina al Consiglio europeo per la ripresa dei lavori, Angela Merkel aveva rilasciato una dichiarazione in apparente contraddizione con le conclusioni riassunte alla stampa da Monti: i Paesi i cui bond verranno acquistati dai fondi Esm/Efsf, aveva detto la cancelliera tedesca, dovranno rispettare condizioni che saranno verificate dalla troika Ue-Bce-Fmi. Monti ha invece escluso un intervento della troika in costanza di comportamenti "virtuosi" sul piano delle politiche di bilancio.
La dichiarazione della Merkel sembra in realtà un tentativo di ripristinare il ruolo "dominante" della Germania dopo un vertice in cui, nei fatti, sugli spread Berlino ha dovuto incassare l’aut aut dell’alleanza Roma-Madrid-Parigi. Nella confusione che ha seguito l’accordo, però, la stessa Merkel ha poi dovuto rettificare, dicendo che la supervisione sarà compito di Ue e Bce perché il Fondo monetario internazionale non sarà coinvolto. E una volta rientrata a Berlino, in un intervento al Bundestag, ha affermato che "c’è stato un equivoco nella comunicazione", spiegando che non si accede ai fondi dell’Efsf senza rispettare le condizioni.
I media: "Berlino sconfitta" - Lo Spiegel online ha riassunto la giornata con un titolo che non lascia dubbi: "Italia e Spagna vincono il poker sulle trattative". "Come nel calcio - scrive il settimanale - così anche al vertice sull’euro: l’Italia si è imposta in una lunga notte di trattative e la cancelliera si piega". "La sconfitta della Merkel in una notte storica", titola invece Die Welt on line: "Questa notte sarà un punto di svolta nei libri di storia sulla crisi - scrive - gli antagonisti di Angela Merkel sono riusciti a spostare la linea rossa della cancelliera più volte e con successo".
Monti: "Non ci sarà troika" - Monti, nel corso della conferenza stampa pomeridiana, è tornato su quello che ha definito un "piccolo equivoco chiarito", sottolineando ulteriormente che "non ci sarà la troika per le procedure ’salva-stati’. Non ci sarà cessione di sovranità o un intervento pesante" come quello attuato da Ue, Bce e Fmi nelle capitali europee che hanno chiesto aiuti, ma "solo l’applicazione di un memorandum of understanding". "Se ci fosse stata la troika con la pesantezza con cui l’abbiamo giustamente vista ad Atene o a Dublino, non saremmo stati contenti".
"Mai pensato di lasciare prima del 2013" - Rispondendo a domande di politica interna, il premier ha ringraziato il Parlamento per il sostegno accordato alla missione del governo al vertice, ha confermato di non aver mai pensato di interrompere l’esperienza dell’esecutivo prima della scadenza della legislatura nel 2013 e si è detto convinto del fatto che l’esito del Consiglio europeo di Bruxelles produrrà una spinta anche per l’azione del suo esecutivo.
"Merkel? Ottimi rapporti" - "Con la signora Merkel ci rivedremo a Roma il 4 luglio e con lei abbiamo un ottimo rapporto. Cosa che c’era anche prima - ha detto Monti, rispondendo a una domanda sull’argomento - C’è stata una buona dinamica, con scambi molto franchi, anche a livello sportivo".
"Mai chiesto automatismi per l’anti-spread" - "Non credo di aver mai pensato a meccanismi automatici o semi automatici di controllo dello spread". Così ha risposto Monti a chi gli ha chiesto se fosse deluso di non aver ottenuto l’intervento dei fondi di salvataggio Ue in maniera automatica, ma solo dopo un memorandum di intesa.
Squnzi e l’abisso. "La recessione c’è, il debito in crescita c’è, l’abisso...". Non prosegue Monti replicando alle parole del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Poi aggiunge: "Mi sto imponendo una moderazione interpretativa sul linguaggio del presidente della Confindustria". Per poi aggiungere: "Siamo sulla strada per un avanzo strutturale nel 2013".
La mediazione di Parigi - Il presidente francese, Francois Hollande, ha cercato di attenuare i toni, dicendo che si è trattato di un "compromesso per tutti", non solo per la cancelliera tedesca. Stessa linea dal presidente Ue Herman Van Rompuy: "Non ci sono vincitori e vinti: quello che è stato deciso dal Consiglio europeo", ha detto, risponde a "un compito e una missione comuni: stabilizzare l’Eurozona. Quando un Paese riceverà un sostegno, sarà sempre sotto condizioni molto severe". Hollande, però, ha replicato a distanza affermando che per i Paesi in regola che intendono ricorrere allo scudo anti-spread non ci saranno "condizioni aggiuntive". E ha annunciato che la tassa sulle transazioni finanziarie (la cosiddetta Tobin tax) sarà definita e adottata da un gruppo di Paesi entro la fine del 2012. Secondo il capo dell’Eliseo, la Germania "appoggia con forza" questa legge, anche se la sua aliquota non è ancora stata decisa.
Draghi: condizioni precise e rigorose - L’esito del vertice è stato giudicato positivamente dal governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi che si è detto "molto soddisfatto per le decisioni prese". A suo avviso, "l’utilizzo dell’Esm e dell’Efsf" per temperare le pressioni sullo spread avverrà "secondo le linee guida di questi meccanismi" ed anche gli interventi per la ricapitalizzazione diretta delle banche dovranno avvenire a determinate e rigorose condizioni, "altrimenti non sarebbero credibili".
La Casa Bianca si aspetta altri passi. Il portavoce Jay Carney ha espresso la soddisfazione di Barack Obama le "incoraggianti indicazioni che arrivano dall’Europa con i leader della Ue che la scorsa notte hanno realizzato dei progressi". La Casa Bianca fa comunque sapere che il presidente si aspetta "misure molto più dettagliate" volte ad arrestare la crisi in Europa, considerando il risultato del vertice di Bruxelles solo come "i primi passi di un processo che ne deve prevedere altri in futuro".
(29 giugno 2012)