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 2012  giugno 28 Giovedì calendario

ADIEU FLAMMARION, RCS VENDE LA CASA EDITRICE FRANCESE

Rien va plus. Dopo una lunga trattativa Rcs fa le valigie, saluta la Francia e vende la casa editrice Flammarion – quarto gruppo d’Oltralpe – che aveva acquistato nel 2000, cedendo il controllo alla prestigiosa Gallimard. Una boccata d’ossigeno per l’editrice del Corriere della Sera che da diversi mesi, dissapori tra i numerosi soci permettendo, sta cercando una via d’uscita concreta dal pantano di un indebitamento che sfiora il miliardo. Dalla cessione del gioiellino francese Rcs incasserà 230 milioni (inclusi 45 milioni di debiti ), con un guadagno a livello di gruppo di circa 88 milioni. Una somma leggermente inferiore alle attese (indiscrezioni della stampa francese in maggio avevano parlato di una richiesta, da parte di Rcs, di 300 milioni), ma comunque soddisfacente soprattutto visto il contesto di crisi. Quello che lascia perplessi gli osservatori a questo punto è il futuro del gruppo italiano. Tanto più che Flammarion rappresentava una delle poche attività floride di Rcs che, se l’operazione andrà in porto, dovrà fare i conti con il conseguente calo di fatturato, tenuto conto che nel 2011 l’editore francese ha generato ricavi per 215,8 milioni: più del 10% del totale. Non a caso secondo quanto trapelato nei mesi scorsi, la visione degli stessi soci sulla cessione non era unanime.
LO SA BENE anche il mercato, che ieri ha mandato il titolo sull’ottovolante. Del resto, tra i commenti degli analisti si registrava maggiore preoccupazione per l’andamento della Spagna e, più in generale, della raccolta pubblicitaria, che non galvanizzazione per la potenziale riduzione del 20% circa del debito, che si avvicinerebbe così alla sempre pur ragguardevole somma di 770 milioni. “La vendita di Flammarion offre un po’ di sollievo – ha, per esempio, commentato Centrobanca – ma non risolve il problema”. Secondo gli analisti, infatti, il pericolo di un aumento di capitale nel caso in cui le condizioni economiche dovessero peggiorare “diminuisce sul breve termine, ma non scompare”. Esattamente quello che invece vorrebbe evitare il salotto buono che controlla Rcs (dove siedono Medio-banca, Fiat e Intesa, per tacere della travagliata Fondiaria-Sai per ora dei Ligresti, cui manca solo di dover mettere mano al portafoglio per il Corriere della Sera). Un rischio che secondo uno studio del 19 giugno (realizzato dalla stessa Mediobanca, i cui analisti, non a caso, sono tra i pochi ottimisti sul titolo Rcs), potrebbe essere scongiurato affiancando alla cessione di Flammarion il conferimento dello storico palazzo di via Solferino a un fondo immobiliare e la vendita del 40% delle attività spagnole in costante perdita. Con la prima
operazione che dovrebbe però tener conto delle preoccupazioni sindacali e la seconda degli evidenti limiti strutturali. Non sarà facile sfrattare il Corriere da via Solferino, la direzione ha avvisato la proprietà già l’anno scorso: di qui non ci muoviamo. “Da ex presidente del consiglio di amministrazione, mi dispiace molto che Flammarion sia stata venduta: ne ho un meraviglioso ricordo”, racconta il direttore Ferruccio de Bortoli. “È stato un rapporto italo-francese particolarmente significativo . Flammarion rappresenta un pezzo molto importante dell’editoria francese: Rizzoli fece un ottimo investimento. Ovviamente capisco le ragioni della decisione di oggi, anche di fronte all’offerta di Gallimard, ritenuta dagli azionisti all’altezza del valore creato in questi anni su Flammarion”.
RAMMARICATO per la perdita dell’editrice fondata negli anni 60 dell’Ottocento da Ernest Flammarion (fratello dello scrittore Camille, progenitore della letteratura fantascientifica) anche Alessandro Bompieri, amministratore delegato di Rcs libri: “Se dicessi che non mi dispiace, mentirei. Flammarion è un marchio prestigioso, che avevamo comprato più di dieci anni fa e che avevamo contribuito in questi anni a far crescere. Ma c’è anche grande orgoglio nel concludere un’operazione molto vantaggiosa dal punto di vista finanziario. Diciamo che come Rcs libri abbiamo fatto un piccolo grande sacrificio per il gruppo... L’operazione è intelligente anche dal punto di vista industriale: il mondo dei libri va verso la concentrazione di aziende più grandi. Credo che nel mondo digitale la dimensione pagherà molto”.