Mario Platero, Il Sole 24 Ore 29/6/2012, 29 giugno 2012
PROMOSSA LA SANITÀ DI OBAMA - I
trenta milioni di americani che rischiavano di vedere abolita la loro grande conquista, quella di un’assicurazione sanitaria obbligatoria, ce l’hanno fatta. Con una decisione a sorpresa, e con l’appoggio del "Chief Justice" John Roberts, un repubblicano, la Corte Suprema americana ha confermato ieri la legittimità costituzionale della riforma sanitaria di Barack Obama.
Una decisione storica, sofferta, che ha riguardato vari aspetti della legge, ma che per la componente centrale - il diritto di poter imporre a un individuo l’acquisto di una polizza di assicurazione - ha registrato alla fine una stretta maggioranza di 5 voti a 4, con la sorpresa nella sorpresa: un giudice del calibro di Roberts, di assoluta fede repubblicana, si è schierato in una dimostrazione di assoluta autonomia intellettuale, con l’ala sinistra della Corte. «La richiesta che certi individui paghino una penalità finanziaria se non dispongono di una polizza assicurativa può essere ragionevolmente caratterizzata come una tassa – ha scritto Roberts, nel passaggio centrale della sentenza di ieri -. Visto che la Costituzione permette una tassa simile, non è nostro compito o ruolo proibirla o giudicarla nella sua equità o saggezza».
C’è una differenza nel giudizio rispetto alle richieste degli avvocati di Obama: affermavano che le imposizioni penali della legge erano possibili grazie alle leggi che regolano il commercio fra gli stati, cosa che i giudici non hanno considerato dando invece priorità al diritto di tassare da parte del Congresso. L’interpretazione sulle regole che regolano il commercio fra stati danno ragione ai giuristi conservatori. I giudici hanno invece bocciato la norma della legge che obbligava gli stati a contribuire con una parte più importante al Medicaid, il programma di aiuti sanitari per i più poveri. La legge in sostanza prevedeva una sorta di ricatto, se gli stati non avessero accettato di aumentare i fondi al Medicaid avrebbero visto una riduzione dei loro contributi federali. Fra l’altro 26 stati si erano ribellati alla legge e avevano chiesto autonomamente di non rispettarla. Le componenti di questa sentenza sono dunque molto diverse fra loro e richiederanno un’analisi dettagliata delle 90 pagine in cui è stato scritto il giudizio per comprendere appieno tutte le sue ramificazioni.
Fra le più importanti, in un anno elettorale ci sono quelle politiche. Barack Obama, raggiante, ha conquistato una vittoria importante sotto molti di vista. Si è presentato davanti alle telecamere alla East Room alla Casa Bianca per un breve discorso, allo stesso tempo solenne e battagliero. «I fatti dimostrano che ho fatto la riforma non per ragioni politiche ma perché ero certo che fosse una buona cosa per il Paese – ha detto -. Al di là degli aspetti politici la decisione di oggi è stata una vittoria per la gente che in questo Paese saprà da oggi di avere maggiore sicurezza».
Ma Obama sa che ci sono due punti deboli per la corsa elettorale. La maggioranza degli americani guarda con sospetto alla sua riforma sanitaria e Mitt Romney adesso potrà focalizzare la sua attenzione contro questa legge e trasformare le elezioni in un referendum non solo sull’economia ma anche sulla legge, che potrebbe essere cambiata da un Congresso repubblicano e, soprattutto da un presidente repubblicano alla Casa Bianca. L’altro aspetto su cui potrà capitalizzare Romney riguarda la componente "tasse". Ora che la Corte Suprema ha catalogato le penalità come "tasse", potrà cavalcare il pericolo rappresentato da un presidente che vuole solo «aumentare le tasse»: «Obamacare era una cattiva politica ieri, ed una cattiva politica oggi – ha detto Romney - ora gli americani hanno una ragione in più per votarmi per la Casa Bianca a novembre».
La questione era talmente intricata dal punto di vista tecnico/giuridico e le aspettative erano talmente elevate per una bocciatura del progetto di legge che al momento dell’annuncio la rete televisiva Cnn ha dato la notizia che la Corte Suprema aveva «killed», stralciato la proposta di legge di Barack Obama. Ma i mercati avevano capito subito: quando sui nastri delle agenzie è apparso il testo della Corte a favore della legge, i titoli farmaceutici si sono mossi al ribasso e quelli degli ospedali al rialzo. Ma la ramificazione economica più importante l’avremo sui conti dello Stato. Quanto costerà questa riforma che dovrà entrare in vigore nel 2014. Ancora di preciso non lo ha capito nessuno.