Paolo Di Stefano, Corriere della Sera 29/6/2012, 29 giugno 2012
Leggere per Avere uno Sconto di Pena ma i Libri non Servono a Redimere – Un programma governativo, «Redenzione attraverso la lettura», permetterà ai detenuti del Brasile di avere uno sconto di pena
Leggere per Avere uno Sconto di Pena ma i Libri non Servono a Redimere – Un programma governativo, «Redenzione attraverso la lettura», permetterà ai detenuti del Brasile di avere uno sconto di pena. Si comincerà da quattro penitenziari, ma l’iniziativa potrebbe estendersi per legge a tutte le carceri del Paese sudamericano. Si tratta di questo: verrà messo a disposizione dei penitenziari un corpus di circa mille volumi; ogni detenuto potrà prenderne in prestito uno al mese e risponderà adeguatamente a una serie di domande sul testo, godrà di una riduzione della pena equivalente a quattro giorni. Il meccanismo può essere ripetuto per dodici mesi, il che porterebbe a un massimo di 48 giorni all’anno lo sconto della carcerazione. L’esito della lettura verrà valutato da una commissione ad hoc. A parte il suo eventuale valore simbolico, l’operazione, che vorrebbe (ingenuamente) proporsi come una delle tante idee per far fronte al sovraffollamento delle prigioni, si presta ad alcuni equivoci. In primo luogo perché alle ingiustizie già esistenti ne aggiunge un’altra favorendo i lettori abituali e penalizzando gli altri detenuti, magari analfabeti (anche quelli di ritorno) e magari meno criminali dei criminali acculturati: per esempio, pare che il boss mafioso Matteo Messina Denaro, latitante, sia un appassionato lettore. In secondo luogo, tradisce una visione della lettura alquanto semplificata e ambigua: se leggere ti fa guadagnare un premio è perché viene considerato una penitenza, un supplizio supplementare, una sorta di lavoro forzato da aggiungere al computo totale della punizione o perché nobilita l’animo, guarisce, corregge, riconduce sulla retta via? Insomma, un riconoscimento di buona condotta? Nei due casi, non ci siamo proprio. La lettura non è né un’autoflagellazione purificante né un fioretto né un’attività socialmente utile in sé. Tutt’altro discorso, ovviamente, è la necessità urgente di disporre nelle carceri di adeguate biblioteche per lo studio e la lettura come sollievo o opportunità di crescita civile e culturale. Ritenere che un libro al mese abbia il potere di redimere è semplicemente sbagliato.