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 2012  giugno 29 Venerdì calendario

l’Inchiesta della Procura e le Mosse dei Duellanti – La magistratura ha battuto un colpo sul fronte della holding Premafin, ma non ha trovato una sponda in Sator e Palladio, le due finanziarie che contendono Fonsai a Unipol

l’Inchiesta della Procura e le Mosse dei Duellanti – La magistratura ha battuto un colpo sul fronte della holding Premafin, ma non ha trovato una sponda in Sator e Palladio, le due finanziarie che contendono Fonsai a Unipol. La nuova proposta di Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo è infatti rivolta, come la precedente, solo al gruppo assicurativo, mentre Alessandro Della Chà, custode giudiziale del 20% di Premafin intestato alle due fiduciarie offshore The Heritage ed Ever Green Securities Trust, aveva chiesto una nuova assemblea di Premafin che revochi l’aumento di capitale riservato a Unipol nel caso emerga un’alternativa migliore. Al momento, dunque, sul tavolo di Premafin c’è solo la proposta della compagnia assicurativa delle cooperative rosse. Sulla carta, Unipol valorizza oltre i 3 euro l’una le azioni Fonsai in portafoglio alla Premafin. La cosa può suscitare discussioni a Firenze, ancorché nei concambi per la quadruplice fusione tra Premafin, Fonsai, Milano e Unipol Assicurazioni sia stato infine trovato un accordo. Ma 3 euro e rotti rappresentano una valorizzazione di Fonsai non trascurabile in capo a Premafin. Ciò nonostante, la magistratura non può limitarsi a prendere atto ex post. Attraverso il custode giudiziale delle due offshore e i curatori fallimentari delle società private del gruppo Ligresti, Sinergia e Immobiliare Costruzioni, la Procura controlla il 40% di Premafin e rivendica il diritto di vederci chiaro. Seguendo il calendario prestabilito, Premafin, Fonsai e Milano hanno riunito consigli ed assemblee. Il piano Unipol è scattato il 12 giugno mentre custode e curatori sono stati nominati poco dopo. Questi professionisti hanno il dovere di verificare che cosa hanno approvato le società ancora condizionate dai Ligresti che ne avevano provocato il dissesto. Probabilmente, se i Ligresti si fossero dimessi tre mesi fa, tutto sarebbe già concluso. Hanno tergiversato, cambiato le carte in tavola, giocato di carambola tra Unipol e Sator-Palladio. Alla fine, grazie anche alle prescrizioni della Consob sul ritiro della manleva e del recesso in origine concessi da Unipol, i Ligresti sono stati messi nell’angolo. Ancorché non si diano mai per vinti, come dimostrano la reazione di ieri di Paolo Ligresti e il fatto che la sorella Giulia sia tra i destinatari della lettera di Sator e Palladio. Resta che l’accertamento della sostenibilità del piano — la capacità del futuro gruppo UniFonsai di servire il debito — è stata fatta un po’ di corsa, nella concitazione di una vicenda peraltro interminabile. Ma resta pure che Sator e Palladio avvertono il bisogno di segnalare un primario istituto finanziario accanto a Palladio, a indiretta conferma che da sola la finanziaria vicentina, come aveva rilevato il Corriere sulla base dei conti 2011, faticherebbe a far fronte all’impegno.