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 2012  giugno 27 Mercoledì calendario

Lucette, danza macabra attorno al culto di Céline - LucetteAlmanzorconob­beLouis- FerdinandCéli­ne, del quale acquisirà il vero nome, Destouches, e ruberà quel che rimaneva del suo cuore, che era ancora molto, nel 1936,l’anno di Mort à credit

Lucette, danza macabra attorno al culto di Céline - LucetteAlmanzorconob­beLouis- FerdinandCéli­ne, del quale acquisirà il vero nome, Destouches, e ruberà quel che rimaneva del suo cuore, che era ancora molto, nel 1936,l’anno di Mort à credit .«Al no­stro primo incontro io avevo 23 an­ni, lui 41. Mi dava appuntamento al Luxembourg, non parlava, cer­cava la mia forza ». Cercava la mia forza . Lucette, che lui chiamava Lili, e Céline, che lei chiamava Louis, si sposeranno nel 1943 e ri­marranno insieme fino alla morte dello scrittore,nel 1961.Lucette,in­vece, è ancora viva. Abita nella casa di Meudon, nei dintorni di Parigi, circondata da pochissimi amici. Og­gi ha cento anni. Nata nel 1912, ballerina al­l’Opéra di Parigi, fin dal primo in­contro Lucette si dedicherà total­mente a Louis. «È con te che voglio finire la mia vita, io ti ho scelto per raccogliere la mia anima dopo la mia morte», le scrisse in una lettera Louis-Ferdinand alla fine degli anni Trenta. E lei, nelle sue memo­rie Céline secret , tra­scritte dalla voce di Lucette per mano dell’allieva Véroni­que Robert, uscite in Francia nel 2001 e ora pubbli­cate in Italia ( Céli­ne segreto , Lanta­na), ricorda: «Io non capivo assolutamente nulla. Con lui non cercavo la felicità, aspiravo sempli­cemente a renderlo meno infelice. Luiavevabisognodellamiagioven­tù e della mia allegria, e io della sua testa di uomo che aveva vissuto. Ec­co perché ci siamo incastrati subito l’uno nell’altra».E alla riga dopo,ec­co la rasoiata: «Era un essere dispe­rato, di un pessimismo totale che nello stesso tempo dava una forza incredibile.C’era in lui un’intensità nella tristezza che tutti sfuggivano». Sfuggiti da tutti, senza parenti, senza affetti, senza amici o quasi, so­lo con i loro gatti, tra cui il leggenda­rio Bébert che si portavano ovun­que, Lucette e Louis condivisero tut­to: l’arte, la guerra, il breve periodo trascorso a Parigi in rue Lepic, la fu­ga attraverso la Germania ( «A Berli­no strisciavamo sotto terra con Bé­bert. Non c’era più una sola casa in piedi. Era un’atmosfera da fine del mondo e di fuochi fatui. Vedevamo sentinelle dappertutto e crepava­mo di fame»),l’esilio in Danimarca («È il Paese più triste del mondo. Abitato da porci ipocriti... Là Louis si è rimesso a scrivere e io a danzare. Davo lezioni alla nipote di Goering, che era sposata con il figlio di un rab­bino »), il rimpatrio nel ’51, la vita a Meudon dove Céline vive gli ultimi dieci anni di vita in completo isola­mento, a scrivere la trilogia del Nord... E poi la povertà, le malattie, il processo per collaborazionismo, la condanna, il carcere («La prima guerra ne aveva fatto un mezzo uo­mo, un solo orecchio, un solo brac­cio, la testa in ebollizione.La prigio­ne l’ha finito. Ha fatto di lui un mor­to vivente»), l’ostracismo del mon­dointero. EtuttoquestoLucettelori­corda nelle sulle memorie. Lucette fedele compagna tradita dalle os­sessioni di Céline, da Céline strega­ta e a Céline totalmente dedita, che difenderà in vita e in morte, tanto da giustificarloanchenelsuoantisemi­tismo. «Era un uomo scontento che, come molte persone a quei tempi, rendeva responsabili di tut­te le sue disgrazie gli ebrei e i masso­ni. Louis ha sentito dirne male per tutta la sua infanzia, come uno sfon­do sonoro ... Louis era incosciente ...Non voleva capire neppure quan­doglidicevo:“ Timettiunalastrasul­la testa”, quando scriveva Bagatelle per un massacro a Saint-Malo. So­sterrà fino alla fine di aver scritto i pamphlet con uno scopo pacifico, punto e basta. Era sincero». Sincera, Lu­cette racconta il suoLouis,ilCéli­nesegreto, quel­lo che non c’è nei romanzi, né nelle biografie «ufficiali». Ado­rava Shakespea­re, «di cui dice­va che avrebbe dato tutto ciò che aveva fatto per essere capa­ce di scrivere uno solo dei suoi versi». Era ossessionato dal sesso. «Ave­va a­lcune aman­tidicuimiparla­va. Raccontar­midiloroloecci­tava. Per creare aveva bisogno di quelle visioni... Ho sempre rifiutato di partecipare a delle orge per lui, ascoltavo le sue confidenze ma non mi impegnavo col corpo»). Lingui­sticamente puro. «Louis mi aveva proibito di pronunciare una sola pa­rola in danese, fosse anche “pane”, broad . Il suo amore per il francese non sopportava nessun compro­messo ». Il suo sentirsi prima di tutto medico.«Grazieallamedicina,Céli­ne si sentiva nel cuore delle cose, al centro della vita, nell’essenziale... Di fronte a un bambino che muore, nulla ha più importanza, la lettera­tura come il resto». Per il resto, basta la prima frase del suo libro: «Dalla morte di Louis, la vita non mi interessa più». *** Ecco perché ho proibito la ristampa di «Bagatelle» Per gentile concessione dell’editore,pubblichiamo un brano del libro di memorie del­l’ultima moglie dello scrittore Louis­ Ferdinand Céline, Lucette Destouches, dal titolo Céline segreto (Lantana, pagg. 138, euro 14,50). di Lucette Destouches A Meudon, gli ultimi anni sono stati terri­bili. La prigione aveva reso pazzo Céli­ne. Ormai era abitato dall’odio. Pensa­va di aver pagato per gli altri e si è sentito perse­guitato. In qualche modo lo era realmente. Quando i giornalisti hanno cominciato a veni­re a Meudon per visitare il mostro, lui ha esagera­to, li ripagava con la stessa moneta. Recitava un ruolo, faceva di se stesso la propria caricatura. Gli credevano e lui esultava.Come nell’antichi­tà romana, nella fossa dei leoni, era il sangue che venivano a cercare. Allora lui gliene dava. (...) Quando ha saputo cosa era realmente succes­so nei campi di concentramento, ne è stato orri­pilato, ma non ha mai potuto dire: «Mi rincre­sce ». Non gli è stato mai perdonato di non aver riconosciuto i suoi torti. Non ha mai detto: «Mi sono sbagliato». Ha sempre affermato di aver scritto i suoi pamphlet nel 1938 e nel 1939 con uno scopo pacifico, e niente di più. Per lui, gli ebrei spingevano alla guerra e lui voleva evitar­la. Tutto qui. OggilamiaposizionesuitrepamphletdiCéli­ne, Bagatelle per un massacro , La scuola dei ca­daveri e La bella rogna , resta fermissima. Ho proibito la loro riedizione e ho fatto causa, sen­za tregua, a tutti coloro che, per ragioni più o me­no confessabili, li hanno fatti apparire clandesti­namente, in Francia e all’estero. Questi pamphlet sono esistiti in un certo con­testo storico, in un periodo particolare, e ci han­no portato, a Louis e a me, solo disgrazie. Ai gior­ni nostri non hanno più nessuna ragione di esse­re. Ancora adesso, proprio per la loro qualità let­teraria, possono, per certe menti, detenere un potere malefico che io ho voluto, a tutti i costi, evitare. Ho coscienza della mia impotenza a lungo ter­mine e so che, presto o tardi, risorgeranno in pie­na legalità, ma io non ci sarò più e non dipende­rà più dalla mia volontà.