Mariolina Sesto, Il Sole 24 Ore 28/6/2012, 28 giugno 2012
AL PDL UN MILIONE IN MENO DAL CAVALIERE
La crisi morde. E gli effetti cominciano a sentirsi anche sui conti dei principali partiti. Il rendiconto 2011 del Pdl, approvato martedì scorso, porta chiarissimo il segno dei tempi, a cominciare da quelle fidejussioni (leggi il lauto trasferimento di denaro da Silvio Berlusconi al partito) che, pur sempre presenti, si sono ridimensionate passando dai 5,3 milioni del 2010 ai 4 milioni del 2011.
La relazione del tesoriere Rocco Crimi appare preoccupata: «L’avanzo realizzato rappresenta il conseguimento di un buon obiettivo – scrive nella relazione che accompagna il rendiconto – ma il suo valore è disallineato rispetto alle aspettative che prevedevano un risultato molto migliore». A impensierire gli amministratori è soprattutto il volume del debito aumentato di 8,5 milioni rispetto al precedente esercizio. Cosa ha pesato sui conti di Via dell’Umiltà? I debiti verso fornitori (iniziative di comunicazione e kermesse varie del partito) sono la prima voce che ha accresciuto le passività. A queste si sono aggiunti i crediti vantati da Fi e An nei confronti del "nuovo" partito per le spese da essi sostenute dal 2009 al 2011. Il Pdl, ad esempio ha pagato 4,3 milioni agli azzurri per la messa a disposizione delle strutture di Via dell’Umiltà e di Via del Plebiscito (una voce annotata fra i costi per servizi).
Un’altra "sofferenza" viene dalla decurtazione dei rimborsi elettorali. Questo taglio ha avuto un doppio effetto per il Pdl: non solo quello di ridimensionare i fondi a disposizione ma anche quello dovuto alla cartolarizzazione effettuata a inizio legislatura. Così gli "oneri straordinari" comprendono la somma di 4 milioni che il partito ha dovuto rimborsare alla banca che aveva acquistato i crediti elettorali relativi alle elezioni nazionali del 2008, per i quali l’erogazione dell’annualità 2011 è stata ridotta.
E le prospettive per il 2012 sono ancora meno rosee per l’ulteriore taglio dei contributi, tanto che il tesoriere intende «potenziare al massimo le attività di autofinanziamento» e «recuperare gli arretrati dei versamenti mensili dovuti ai parlamentari e dai consiglieri regionali».
Un’altra linea d’intervento è quella del taglio dei costi che in quest’ultimo anno sono aumentati. In particolare colpisce l’aumento repentino del personale passato dalle 23 unità del 2010 alle 84 in forza al 31 dicembre 2011, di cui 60 impiegati presso le strutture nazionali e 24 presso le strutture periferiche. Più dipendenti e più sedi: ventidue quelle di nuova apertura che, aggiunte alle 70 preesistenti, hanno portato a un totale di 92 organismi periferici. Con ovvia lievitazione delle spese.