Alessandra Baduel, la Repubblica 28/6/2012, 28 giugno 2012
E L’EX LEADER DELL’IRA SALUTÒ LA REGINA “ARRIVEDERCI, CHE DIO LA BENEDICA”
Due mani che si stringono e due sorrisi, da un lato la regina, dall’altro l’ex militante dell’Ira Martin McGuinness che le bisbiglia in irlandese «Arrivederci e che Dio la benedica ». Così ieri si è consumato l’atteso momento di un primo incontro fra un leader del Sinn Fein e un monarca britannico, cercato per sancire una pace prima impossibile per 29 anni, fino agli accordi del ’98, poi difficile da costruire fino a poco tempo fa, e con migliaia di morti da piangere. Erano le undici e mezza di mattina a Belfast quando la regina Elisabetta e McGuinness, ora vice primo ministro dell’Irlanda del Nord, hanno scambiato stretta di mano e sorrisi a beneficio delle telecamere, all’uscita di una mostra d’arte irlandese nel Lyric Theatre della città. Ma già mezz’ora prima si erano incontrati in una saletta interna in privato e nulla è trapelato di quelle prime parole. Al mondo è stata mostrata la breve passeggiata fra i quadri della regina seguita dal marito, dal primo ministro irlandese
Peter Robinson e da McGuinness, che si è anche avvicinato a Filippo per un breve dialogo. Scena molto difficile da immaginare fino a ieri, per tutti gli inglesi e tutti gli irlandesi, oltre che per la specifica appartenenza di McGuinness, in quel passato che ora si cerca di superare per sempre, al gruppo del-l’Ira che uccise Louis Mountbatten, cugino di Elisabetta e zio molto amato di Filippo. Ma le vittime di una lotta durata dal 1969 al 1998 sono state quasi 3.500 e già martedì, primo giorno di visita della regina in Irlanda del Nord, i parenti dei morti accettavano l’idea di quella stretta di mano con rispetto, però ricordando il loro dolore.
Il timore di ferire la sensibilità di molti ha dettato per la giornata di ieri e per l’intera visita di due giorni della regina, dedicata ufficialmente alle celebrazioni del Giubileo, una regia delicata e attenta, accompagnata dalle parole di Mc-Guinness che prima assicurava: «Si tratta di stringere la mano della pace, stringendola alla regina che rappresenta centinaia di migliaia di unionisti qui nel Nord», e dopo precisava alla Bbc:
«L’incontro è stato molto bello. E io resto repubblicano ». Martedì Elisabetta ha scelto come prima meta Enniskillen, lì dove una bomba dell’Ira uccise undici persone nel 1987, e dopo una messa nella cattedrale anglicana di St Martin, ha camminato fino alla chiesa cattolica di St. Michael, dove la attendeva un centinaio di persone. Nessuna altra messa, ma entrando in quella navata Elisabetta ha realizzato un’altra “prima volta”: la visita di un luogo di culto cattolico in Irlanda del Nord. Una delle vittime di quell’attentato, Stephen Gault, che rimase ferito e vide morire il padre, dopo averla incontrata, ha detto al Guardian: «La giornata di oggi ci riporta a dei ricordi terribili, questo è
certo, ma più di tutto ci mostra che le vittime di Enniskillen non saranno dimenticate».
Ieri Belfast attendeva la regina con solo pochi segni di scontento, un tafferuglio di un centinaio di manifestanti con la polizia nella notte e qualche scritta contro il Giubileo. Niente a che vedere con viaggi ormai lontani nel passato in cui Elisabetta II era costretta a dormire in mare, sul Britannia, per ragioni di sicurezza. E neppure con la visita dell’anno scorso quando lo stesso McGuinness e l’intero Sinn Fein si rifiutarono di vederla. Eppure, il gesto compiuto nel 2011, un omaggio al monumento dei patrioti irlandesi nel parco della Rimembranza a Dublino, ha preparato il cambiamento di ieri. Intorno al Lyric Theatre un cordone di sicurezza aveva fatto il vuoto. Oltre, in strada, Marty, un ragazzo, spiegava il suo punto di vista al Times: «McGuinnes ha finalmente accettato che non ci sarà un’Irlanda unita, è molto semplice». Dentro, si svolgeva la visita: quaranta minuti in un luogo scelto apposta perché lontano dalle celebrazioni del Giubileo e vicino invece agli irlandesi, dove fra quadri poco noti e cestini d’artigianato locale una regina vestita appositamente di verde e un McGuinness anche lui con la cravatta verde condividevano un momento speciale mostrando la più assoluta serenità.