Valentina Conte, la Repubblica 28/6/2012, 28 giugno 2012
IN 40 MILA RISCHIANO DI RESTARE SENZA ASSEGNO DA LUGLIO
Il rischio è arrivare allo sportello ed essere rimandati a casa senza pensione. Perché dal primo luglio chi non ha un conto corrente (né libretto postale o carta prepagata), non potrà più ritirare l’importo in contanti in banca o alla posta, com’era abituato a fare. Il nuovo obbligo, introdotto dal Salva-Italia di dicembre e valido solo per gli assegni mensili dai 1000 euro in su, rischia di mettere in seria difficoltà 39 mila pensionati. Anziani disinformati, malati o ricoverati, per lo più, conferma l’Inps a
Repubblica.
Che non si sono ancora adeguati alle
sollecitazioni inviate in questi mesi dall’Istituto (o nessuno l’ha fatto per loro, tramite delega) e che dal prossimo lunedì non potranno più pretendere i contanti, ma dovranno presentare un Iban per l’accredito.
In totale, i pensionati privi di coordinate bancarie e sopra i mille euro (netti) al mese erano 600 mila, prima della norma voluta dal governo Monti per una maggiore tracciabilità dei pagamenti (con un limite all’inizio ben più severo a 500 euro). La maggior parte si è attrezzata. Ne restano ancora 39 mila, di cui 19 mila “ex Inpdap”, dipendenti pubblici, confluiti nella gestione Inps. La soglia, tuttavia, non
mette al riparo chi è sotto. Lo stesso Inpdap avverte che anche i pensionati con assegni inferiori ai mille euro potrebbero, di tanto in tanto, sforare quel tetto in caso di rimborsi, competenze arretrate, somme aggiuntive. E a quel punto il disagio sarebbe ben più esteso.
Il tempo, seppur risicato, per mettersi in regola c’è. Così come la possibilità di aprire un conto corrente “di base”, a condizioni agevolate per le fasce “socialmente svantaggiate”. In base alla convenzione sottoscritta tra Abi (banche) e ministero dell’Economia lo scorso 28 marzo (ratificata
il 18 aprile e operativa dal primo giugno), per i titolari di pensione mensile netta fino a 1.500 euro il conto è gratuito (solo) relativamente a una serie di operazioni (carta di debito, prelievi bancomat, accredito pensione, invio estratto). Per i pensionati poi che hanno anche un indicatore Isee sotto i 7.500 euro (basta un’autocertificazione), il conto di base è invece totalmente senza spese (zero canone annuo) ed esente dall’imposta di bollo. Ma in questo caso non si potrà accedere a servizi aggiuntivi, neppure a pagamento.
Per evitare di trovarsi senza pensione, gli interessati possono rivolgersi in banca o in posta.
O all’Inps (negli uffici territoriali o sul sito internet, per chi è più pratico e ha già un Pin per i servizi telematici). Lo stop ai pagamenti in contanti, voluto per contrastare il “nero” e tracciare ogni scambio, in realtà a rivolto a tutte le amministrazioni pubbliche centrali e locali e ai loro enti che dal primo luglio, appunto, non potranno più erogare stipendi, pensioni, compensi a lavoratori o “prestatori d’opera” (dice l’articolo 12 del Salva-Italia), in denaro sonante. Ma solo «mediante strumenti di pagamento elettronici, bancari o postali, comprese le carte di pagamento prepagate».