Andrea Brenta, ItaliaOggi 28/6/2012, 28 giugno 2012
CASA DI SISSI, RESTAURO FRANCESE
Gli appartamenti veneziani dell’imperatrice d’Austria tornano a vivere grazie a un restauro finanziato dai francesi.
In queste ore cruciali per il futuro dell’Europa, c’è una iniziativa che sembra essere di buon auspicio.
Dal 10 luglio saranno infatti aperti al pubblico gli appartamenti di Sissi in piazza San Marco a Venezia, nell’ala napoleonica delle Procuratie nuove, dove si trova anche il Museo Correr.
Qui l’imperatrice, grande viaggiatrice, in fuga dalla pesante atmosfera della corte austriaca, soggiornava frequentemente.
Ora una parte di questi appartamenti (9 sale) è tornata all’antico splendore grazie a un restauro in gran parte finanziato dal Comitato francese per la salvaguardia di Venezia, accanto alla Fondazione Musei civici.
Gli appartamenti imperiali sono un’infilata di sale riccamente decorate, dove spiccano la sala delle udienze di Sissi, lo studio e la camera da letto, con i loro stucchi dorati, i marmorini, le ghirlande di fiori e le preziose tappezzerie. Fiore all’occhiello è la sala da toilette, con i preziosi decori di Giovanni Rossi.
La storia di questi appartamenti ne racconta anche un’altra: quella della tenacia del Comitato francese per la salvaguardia di Venezia, che si dedica al loro restauro da oltre 12 anni, da quando cioè gli appartamenti imperiali erano ancora occupati dall’amministrazione italiana e gli stessi veneziani avevano quasi dimenticato quest’ala del palazzo.
In nome di Napoleone e dei legami tra la Francia e l’Italia, il Comitato cominciò allora a mettere piede nell’edificio. «Abbiamo dato una mano a rinnovare il Museo Correr», spiega il presidente, Jérôme Zieseniss, che risiede a Venezia, «poi, a poco a poco, ci siamo interessati agli appartamenti».
Trovare i fondi necessari non è stato facile perché, spiega Zieseniss, «i francesi, contrariamente agli americani, non hanno una grande abitudine alla filantropia».
Il Comitato conta un centinaio di membri, ma tutti di peso. Ciascuno fa la sua parte, destinando fra 70 mila e 300 mila euro a sala. Il cantiere procede passo dopo passo, una sala all’anno.
Targhette discrete testimoniano la generosità di ciascuno. Così il salone delle dame d’onore deve la sua salvezza a Lvmh, lo studio dell’imperatrice a Henry e Béatrice Hermand, il boudoir di Sissi a Chantal Mérieux. E ancora, il grande scalone d’onore e la Sala ovale alla fondazione Florence Gould e la sala da pranzo al World Monument Fund. Hanno dato il loro sostegno anche il conte Colonna Walewsky, la contessa de Pourtalès, la Fondazione Napoleone e quella di Venezia e la prestigiosa azienda tessile veneziana Rubelli: quest’ultima ha rifatto in maniera identica le tappezzerie, sulla base di campioni dell’epoca, in segno di amicizia per la città. Oggi restano quattro sale da restaurare, e tre sono ancora occupate da uffici.
A termine, se il Comitato troverà i mecenati, il Museo Correr dovrebbe raddoppiare la superficie aperta al pubblico.