Antonio Calitri, ItaliaOggi 28/6/2012, 28 giugno 2012
PINNE, FUCILI E DECRETI
Alla Camera arrivano 13 decreti legge in scadenza tra luglio e agosto e i deputati vanno in tilt. Con Fabrizio Cicchitto che apre le danze attaccando il ministro Piero Giarda e separando la sua strada dal censore delle ferie dei lavoratori italiani Gianfranco Polillo. E con i tanti leader che negli anni scorsi si eclissavano tra i mari tropicali, ville e yacht esclusivi che si scoprano seguaci di Aleksej Grigor’evi Stachanov; ma anche no! Tra luglio e agosto infatti, la Camera dovrà esaminare ben 13 decreti legge in scadenza.
Un lavoro intenso, a partire dai decreti annunciati dal governo sulla dismissione del patrimonio pubblico, alle disposizioni urgenti in materia sanitaria e alla Spending review 2. Si incomincia nella settimana che va dal 2 al 6 luglio, con l’arrivo in aula della Spending review propriamente detta, della mozione di sfiducia al ministro Elsa Fornero, il decreto sugli osservatori militari dell’Onu e la convenzione di Lanzarote sulla tutela dei minori. Dal 9 al 13 poi, bisognerà lavorare sui dl sugli eventi sismici, sul riordino dei contributi per l’editoria e sul codice degli appalti. La settimana successiva invece sarà la volta del più delicato decreto sviluppo mentre per l’ultima settimana di luglio ci saranno Comites, Rendiconto e assestamento interno della Camera. Infine per la prima settimana di agosto arriveranno il dl Vigili del fuoco, il ddl di ratifica del fiscal compact e dl dismissione del patrimonio pubblico, spending review due. Un tour de force che ha fatto letteralmente andare in tilt Montecitorio. Tutto è partito da Cicchitto che martedì sera è intervenuto contro il ministro Giarda che discuteva con Simone Baldelli (Pdl) sul calendario dei lavori parlamentari ammonendo che «se ci volete far stare qui fino al 12-13 di agosto, sono problemi vostri... A quel punto ve la dovrete trovare voi una maggioranza: in bocca al lupo!». Ieri con molti quotidiani che hanno impallinato Cicchitto o hanno approfittato per ricamare articoli sulle vacanze dei parlamentari, partendo da quelle di Giulio Andreotti in convento per arrivare a quelle alla Maldive di Francesco Rutelli la questione è diventata di pubblico dominio. Tanto che Gianfranco Fini ha ammonito che «i lavori potranno continuare, se necessario, anche nelle settimane centrali di agosto». Cosa che aveva già scritto con altre parole su Twitter Pier Ferdinando Casini: «altro che vacanze! Per me si può rimanere alla Camera anche a Ferragosto!». Mentre per Pier Luigi Bersani, «stiamo passando il segno. Queste cose mi preoccupano perché portano il Paese al disastro. Qui c’è gente che non ha paura di lavorare. Ci sono dei decreti, dei provvedimenti, e lavoreremo ad agosto finché c’è da lavorare» salvo poi è precisare in chiaro stile veltroniano del ma anche, che «c’è un limite a tutto. Abbiamo tutti una famiglia, che ha diritto di stare due giorni con il padre o con la madre». E lo stesso Cicchitto, bersagliato anche dalla rete che ha precisato che non parlava per interesse proprio anzi, «io ci starò, perché ho le vacanze a due ore da qui, ma non ci sarà nessun altro» e ancora che «sono stato frainteso, preoccupato su intasamento lavori». E infine tutta questa polemica ha consumato pure il connubio tra Cicchitto e Polillo. Anzi, privatamente il capogruppo Pdl attribuisce al sottosegretario una parte delle sensibilità sul caso proprio perché da settimane Polillo insiste con la sua proposta di tagliare di una settimana le vacanze ai lavoratori per far aumentare il Pil. E criminalizzando così la pausa estiva di un lavoratore comune, è chiaro che per i privilegiati parlamentari l’argomento diventa tabù.