DANIELE BANFI, Tuttoscienze-La Stampa 27/6/2012, 27 giugno 2012
Crescono le coppie infertili ma è boom di baby-mamme - La situazione è paradossale: da un lato c’è un numero crescente di persone che desidererebbero avere un figlio e non riescono, dall’altro è boom di gravidanze non volute nelle giovani e nelle adolescenti
Crescono le coppie infertili ma è boom di baby-mamme - La situazione è paradossale: da un lato c’è un numero crescente di persone che desidererebbero avere un figlio e non riescono, dall’altro è boom di gravidanze non volute nelle giovani e nelle adolescenti. Ma, se nel primo caso il calo della fertilità è dovuto a diversi fattori, tra cui stili di vita poco sani ed aumento dell’ età media di concepimento, nel secondo, invece, è la scarsa educazione e la poca conoscenza, spesso alimentata da falsi miti, a farla da padrone. Ed è proprio di questo che si è discusso la scorsa settimana all’«Esc» di Atene, il convegno organizzato dalla European Society of Contraception and Reproductive Health. I dati parlano chiaro: l’Italia è un Paese che fa sempre meno figli e le neo-mamme partoriscono il primo bambino intorno ai 31 anni di media. Lo slittamento nell’età di concepimento è infatti uno dei fattori principali dell’aumento dei casi di infertilità. Oggi si stima che circa una coppia su 7 abbia problemi. Un numero importante, supportato dal dato che vede un continuo aumento negli anni del numero di persone che si sottopongono, in maniera quasi ossessiva, alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Dalle 46 mila coppie nel 2005 si è arrivati, oggi, a toccare quota 65 mila. Ma l’innalzamento dell’età media non è il solo fattore. Spesso, e soprattutto nel maschio, lo sono gli stili di vita sbagliati. Negli uomini l’ipofertilità, quella situazione in cui il seme non ha caratteristiche normali e che allunga eccessivamente il periodo necessario a indurre il concepimento, è causata infatti da infezioni, varicocele, alterazioni ormonali e problemi metabolici. Come spiega Luciano Negri, andrologo dell’Unità Operativa di Medicina della Riproduzione dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano, «i comportamenti a rischio giocano un ruolo importante nell’ ipofertilità. La vita sedentaria e un’alimentazione senza frutta sono due fattori che incidono notevolmente. E non soltanto. Anche smettere di fumare e controllare il peso possono migliorare la situazione. Spesso, infatti, vediamo che chi si rivolge al nostro centro per problemi di ipofertilità è uno scarsissimo consumatore di frutta. Attraverso la sua assunzione oppure mediante l’utilizzo di integratori alimentari abbiamo visto che in alcuni casi è possibile migliorare la qualità del seme». Prudenza, invece, per quanto riguarda quella cattiva abitudine di tenere il computer sulle gambe. La possibile correlazione tra questo gesto ormai quotidiano e l’infertilità non sembrerebbe trovare riscontro: gli obesi e le persone con varicocele hanno temperature costantemente elevate a livello dei testicoli, superiori a quelle che un laptop appoggiato sulle gambe può generare, e non per questa ragione hanno problemi riproduttivi. Ma, se le coppie adulte tendono a essere meno fertili, nei giovani invece è boom di gravidanze. Delle 360 mila pillole del giorno dopo vendute in Italia, quasi il 55% viene utilizzato dalle under 20. Non solo. Ogni anno si calcola che siano all’incirca 10 mila le gravidanze indesiderate in questa fascia di età. Alla base di questi dati impressionanti, oltre che ad un evidente problema educativo, vi è sicuramente una scarsissima informazione dei giovani in materia di contraccezione. «Nel nostro Paese - afferma Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia Medica e Sessuologia all’ Ospedale San Raffaele Resnati di Milano - la contraccezione ormonale è utilizzata dal 16% della popolazione, un dato fra i più bassi in Europa». In questo caso le giovanissime sono la categoria più vulnerabile. Come è stato ribadito al convegno di Atene sono spesso le false credenze a generare una scarsa adesione ai metodi contraccettivi. Una su tutte, inspiegabile eppure ancora presente tra non poche giovanissime, è la convinzione che al primo rapporto non si possa rimanere incinta. «Oltre a questi casi-limite - spiega Graziottin - solitamente alla base della mancata adesione al metodo contraccettivo della pillola vi sono ragioni di tipo estetico. Vi è una credenza ancora dura a morire che questo presidio faccia ingrassare e causi la cellulite. Ma nelle giovani è la scarsissima attività fisica, supportata dall’alto tasso di abbandono dello sport dopo le prime mestruazioni, ad essere la causa di sovrappeso e inestetismi. E non certo - conclude la sessuologa - l’utilizzo del contraccettivo».