PIERO NEGRI, La Stampa 27/6/2012, 27 giugno 2012
Insieme da 50 anni È un record? - Il 12 luglio1962 i Rolling Stones suonano dal vivo per la prima volta: 50 anni dopo, il gruppo esiste ancora
Insieme da 50 anni È un record? - Il 12 luglio1962 i Rolling Stones suonano dal vivo per la prima volta: 50 anni dopo, il gruppo esiste ancora. È un record? È insolito che un gruppo musicale resista insieme per tanto tempo. Basti pensare che in quel 1962 sono nati anche gli Animals, gli Hollies, in Italia l’Equipe 84, gruppi che hanno conosciuto momenti di grande successo e che da tempo non esistono più. Il caso Rolling Stones è unico per la popolarità dei suoi protagonisti Stones e perché il gruppo è sempre esistito, senza intervalli o pause di riflessione. Un anno cruciale, il 1962. Decisivo. È l’anno in cui (a settembre) i Beatles entrano in studio con il nuovo batterista Ringo Starr e registrano «Love Me Do», la loro prima canzone originale. Nel 1962 Robert Zimmerman diventa Bob Dylan e scrive «Blowin’ In The Wind». È l’anno in cui si gettano i semi della grande esplosione creativa che sconvolgerà la scena musicale mondiale. E in Italia? Le classifiche italiane sono dominate da Adriano Celentano, che con «Stai lontana da me» va al primo posto in hit parade e contestualmente fonda il Clan, gruppo di amici, squadra creativa, etichetta discografica che non sopravviverà più di sei anni. Anche questo, a suo modo, un gruppo destinato a vivere per una sola stagione. I Nomadi, che si dichiarano e probabilmente sono «la band più longeva del panorama musicale italiano», nascono solo l’anno seguente, nel 1963. I Pooh, che nei primi tempi si chiamano Jaguars, nel 1964. Tra i gruppi di quegli anni c’è chi fa ancora concerti? Proprio quest’anno i Beach Boys hanno ripreso a suonare dal vivo in tutto il mondo, anche in Italia (il 26 luglio a Roma, all’Ippodromo delle Capannelle e il giorno dopo a Milano). Il gruppo californiano è di un anno più vecchio dei Rolling Stones, è paragonabile come importanza nell’evoluzione della musica rock, ma non ha avuto una storia altrettanto lineare. Per anni il suo leader Brian Wilson è stato in tutti i sensi lontano dagli altri componenti della band, un po’ per i disturbi mentali di cui soffriva, un po’ perché in disaccordo sulla direzione creativa seguita dal gruppo. Il tour 2012, molto probabilmente l’ultimo dei veri Beach Boys (almeno dei superstiti: Dennis e Carl Wilson, co-fondatori nonché fratelli di Brian, sono morti da anni) lo riunisce con il gruppo guidato dal cugino Mike Love, che ha ereditato il nome Beach Boys, con il quale Brian Wilson neppure viaggia. Gli uni e gli altri arrivano sul luogo del concerto con mezzi di trasporto diversi e spesso non alloggiano neppure nello stesso hotel. Altri casi? Sono numerosissimi, quasi infiniti: la società di consulenza Deloitte ha completato una ricerca, a inizio anno, sull’età dei gruppi rock che più incassano nel mondo. Il 40 per cento dei musicisti risulta avere più di sessant’anni, l’età media non era mai stata così alta. E molti di questi sessantenni fanno parte di gruppi che si sono rimessi insieme, magari dopo anni di separazione, per incassare il dividendo della nostalgia. Negli ultimi due anni si sono riformati i Buffalo Springfield, scioltisi nel 1968, e poi i Take That, gli Ultravox, i Public Image Limited, i Soundgarden, gli Stone Roses, perfino le Spice Girls, solo per citare entità musicali completamente diverse le une dalle altre e appartenenti a differenti ere musicali. In Italia c’è stato il caso dei Litfiba, nati nel 1980 e passati attraverso molte defezioni e diversi scontri, fino alla parziale riunificazione del 2009. Si sono riuniti anche The Who? Sì e no. The Who, considerati con Rolling Stones e Beatles il terzo elemento della Trinità delle band britanniche degli Anni Sessanta, non si sono mai davvero sciolti (malgrado l’abbiamo anche annunciato, a metà Anni Ottanta) e però tra il 1982 e il 2006 non hanno pubblicato album. Inoltre, due dei quattro componenti del gruppo sono morti: la band ora è a tutti gli effetti un duo. Nulla si sa del progetto di un nuovo album, una rock opera che si sarebbe dovuta intitolare «Floss». Si sa invece che Pete Townshend, il chitarrista e compositore, ha scritto un’autobiografia che dovrebbe uscire in ottobre. A proposito di mostri sacri del rock, si parla da tempo di possibili rientri in scena dei Led Zeppelin (nati nel 1968) e dei Pink Floyd (fondati nel 1965). Ma chi è il «proprietario» di un gruppo? In questo campo, il precedente più citato è il caso Pink Floyd: quando Roger Waters, che aveva scritto quasi da solo i dischi più recenti del gruppo, a metà degli Anni Ottanta decise di scioglierlo, i suoi ex compagni ottennero il diritto di continuare a chiamarsi Pink Floyd. La maggioranza vince, insomma. In genere i gruppi sono società non diverse da tutte le altre, di cui i componenti effettivi posseggono le quote di proprietà e «assumono» a tempo determinato i musicisti necessari a completare l’organico. E spesso i gruppi sono semplicemente marchi con un unico proprietario: Simply Red, Simple Minds (Tiromancino in Italia) sono esempi di questa pratica, in realtà abbastanza comune.