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 2012  giugno 27 Mercoledì calendario

SE L’ITALIA ORA PAGA IL CONTAGIO IBERICO

Italia e Spagna non hanno molto in comune. La Spagna ha inviato all’Eurogruppo una richiesta ufficiale di aiuto per ricapitalizzare le banche e ha ottenuto dai partners dell’Eurozona una disponibilità fino a 100 miliardi. L’Italia sta stanziando 2 miliardi per il Montepaschi, senza chiedere alcun sostegno esterno perchè non ci sono voragini bancarie da sanare. Il debito/Pil della Spagna potrebbe lievitare, nel caso di uno stanziamento per le banche da 100 miliardi, al 90% quest’anno, più che raddoppiato dal 40,2% del 2008. Nello stesso quadriennio, il debito/Pil italiano dovrebbe salire molto meno, dal 105% al 123 per cento. Infine, il deficit/Pil spagnolo l’anno scorso era all’8,9% contro il 3,9% dell’Italia mentre per quest’anno la Spagna ha fissato un target del 5,3% contro il 2% italiano. Il debito privato spagnolo in rapporto al Pil è superiore a quello italiano e i conti degli enti locali e territoriali spagnoli non sono sotto controllo come quelli italiani.
Eppure, sul mercato primario e secondario dei titoli di Stato le differenze che distinguono questi due Paesi si opacizzano per l’effetto-contagio. I rendimenti delle Letras in asta ieri hanno registrato aumenti anomali, ma anche i CTz - pur a fronte di una domanda sostenuta - hanno dovuto piegarsi ad un tasso di assegnazione molto elevato, al 4,71%, una settantina di centesimi di rialzo dall’emissione del mese precedente. In una recente analisi per la clientela istituzionale, il chief economist di Citi Willem Buiter ha pronosticato che dopo un salvataggio pieno della Spagna con un "troika programme" Eurozona-Fmi-Bce, anche l’Italia sarà costretta a chiedere formalmente aiuti esterni, per colpa dell’alto debito pubblico, della recessione e dell’elevato costo di rifinanziamento del debito pubblico. Italia e Spagna, per quanto alle prese con problemi di intensità molto diversa, vengono poste sullo stesso piano quando si tratta di richiedere assistenza finanziaria esterna, anche se nella forma di un programma "precauzionale" con i fondi di stabilità europei.
L’Italia, al contrario della Spagna, non deve ridurre drasticamente il deficit/Pil, nè smaltire lo scoppio di una bolla speculativa immobiliare o ricapitalizzare le banche per decine di miliardi di euro. Quello di cui ha bisogno l’Italia, al pari della Spagna, è un livello adeguato degli oneri del servizio del debito pubblico: i Bonos e i BTp decennali rispettivamente sopra il 7% e il 6% prosciugano risorse che possono essere meglio impiegate dagli Stati per rilanciare l’economia e uscire dalla recessione. Ed è questa la novità che si aspettano i mercati al Consiglio Europeo: l’annuncio di misure innovative per tenere bassi i rendimenti dei titoli di Stato italiani e spagnoli.