ItaliaOggi 27/6/2012, 27 giugno 2012
FIAT, SINDACATI CONTRO TRIBUNALE
Fim, Uilm, Ugl, Fismic e Aqcf, i sindacati firmatari degli accordi per la Fiat, hanno dato mandato ai propri uffici legali «allo scopo di verificare un’ipotesi di intervento» contro la sentenza del tribunale di Roma, che obbliga il Lingotto ad assumere 145 lavoratori iscritti alla Fiom nello stabilimento di Pomigliano d’Arco. Le organizzazioni di categoria «coinvolgeranno le proprie strutture sul territorio allo scopo di attivare iniziative volte a impedire atti discriminatori nei confronti di tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti alle altre organizzazioni».
Secondo le sigle sindacali, «la tutela occupazionale per tutti i dipendenti Fiat Group Automobiles dello stabilimento Giambattista Vico, senza alcuna discriminazione, è contenuta nell’accordo del 15 giugno 2010, peraltro fortemente osteggiato dalla Fiom-Cgil e nel quale si prevede la progressiva riassunzione di tutti gli addetti di Pomigliano. Persistendo la negativa congiuntura del mercato dell’auto stiamo assistendo piuttosto a un ritardo nel raggiungimento dell’obiettivo dell’accordo stesso, che prevede la piena rioccupazione entro giugno 2013 al termine della cigs. Riteniamo sia indispensabile orientare gli sforzi di tutti per realizzare quest’importante obiettivo di salvaguardia dell’occupazione e di sviluppo dello stabilimento di Pomigliano».
Intanto il responsabile relazioni industriali della casa torinese, Paolo Rebaudengo, ha dichiarato che i livelli di produzione e, dunque, il grado di occupazione all’interno dello stabilimento di Pomigliano non dipendono dai vertici aziendali ma dalla crisi, poiché il Lingotto ha fatto tutto quello che «poteva e doveva fare». Il manager ha ricordato che, nonostante ci siano state centinaia di assunzioni, rimangono ancora 1.400 persone in cassa integrazione. «Di sicuro, le prospettive economiche e di mercato che abbiamo oggi sono decisamente peggiori rispetto a quando la Fiat, con coraggio, avviò la sfida della nuova Panda. Allora l’obiettivo era 1.050 auto su turni di sei giorni. Oggi se ne producono 700 in cinque giorni. La stabilizzazione e i volumi produttivi dipendono dal mercato; noi quello che dovevamo e potevamo fare, l’abbiamo fatto». Rebaudengo non è entrato nel merito della sentenza del tribunale di Roma.