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 2012  giugno 24 Domenica calendario

Ostriche e aperitivi chic, le spese allegre di Penati - Ha speso 47 euro per due toast,un caf­fè e un’aranciata in un lussuosissimo ho­tel milanese

Ostriche e aperitivi chic, le spese allegre di Penati - Ha speso 47 euro per due toast,un caf­fè e un’aranciata in un lussuosissimo ho­tel milanese. Ha sganciato oltre 4.700 eu­ro a uno studio fotografico per «due ri­tratti istituzionali in maniche di camicia e cravatta». Più volte s’è seduto ai tavoli dei ristoranti più «in» di Roma per pran­zare con gli amici a ostriche e Morellino di Scansano. E spendendo sempre tra i 130 e i 260 euro. Insomma, un bel pugno nello stomaco della crisi, per lui che per anni ha guidato dalla poltrona di primo cittadino la Stalingrado d’Italia,la rossis­sima Sesto San Giovanni. Perché di Filip­po Penati, finito mesi fa sotto inchiesta dalla procura di Monza per corruzione e finanziamento illecito ai partiti, tutto si può dire tranne che abbia il cosiddetto braccino: come tanti altri della «demo­cratica » cerchia di amici, anche il buon Filippo ha dimostrato di avere a sinistra solamente il cuore. E il portafogli? No, quello sta altrove... Come riportava l’edizione di ieri del quotidiano genovese il Secolo XIX , l’ex capo della segreteria politica di Pier Lui­gi Bersani aveva trovato un modo tutto sommato brillante per godere a pieno dei piaceri della tavola: non pagare. O meglio, farsi rimborsare pranzi, spunti­ni, aperitivi e cene dalla sua fondazione Fare Metropoli . Nata del 2008 come associazione cul­turale senza scopo di lucro, Fare Metro­poli è stata uno dei canali attraverso cui l’ex vicepresidente del consiglio regio­nale l­ombardo ha ricevuto finanziamen­ti da privati per decine e decine di miglia­ia di euro: l’associazione è entrata nel­l’inchiesta della Procura di Monza nel­l’agosto del 2011, quando il pm Walter Mapelli ha firmato il decreto di perquisi­zione con cui la Guardia di Finanza si è presentata negli uffici del commerciali­sta dell’associazione e nella sede milane­se in via Galilei sequestrando estratti conti, ricevute di versamenti in contan­ti, copie di bonifici, elenchi di finanziato­ri e tutta la documentazione relativa ai trasferimenti economici tra l’associazio­ne e i comitati elettorali di Penati per le Provinciali del 2008 e per le Regionali del 2010. Due settimane fa, parallela­mente alla chiusura delle indagini, sono spuntati anche gli scontrini che fotogra­fano la dolce vita di Penati: negli atti de­positati a Monza si legge che l’ex primo cittadino ha incassato dalla fondazione 21.502,34 euro in 17 mesi, dal luglio del 2009 al novembre del 2010, somma giu­stificata dal rimborso di spese di viaggio, alberghi e consumazioni di pasti. Allo stesso modo sono finiti 6.419 euro di rim­borsi a Rita Dileo, moglie di Penati, e 12 .847 euro al portavoce Franco Maggi. Ed è proprio spulciando tra i rimborsi pubblicati ieri dal Secolo che si possono ricostruire le «imprese» culinarie e non di Penati. Proprio così: vere e proprie im­prese. Perché per pagare 47 euro due toast, un caffè e un’aranciata bisogna mettersi d’impegno.E pazienza se alla fi­ne a saldare il conto era qualcun altro. Come non facile deve essere stato sgan­ciare 4.740 euro per due- dicasi-due foto­grafie. Certo. Sono «ritratti istituzionali» e avranno fatto risaltare al massimo il sorriso pacioso e bonario del buon Filip­po: però sono sempre oltre otto milioni delle vecchie lire per due poster... Dai rimborsi della fondazione, poi, salta fuo­ri che Penati, ex uomo forte del Pd lom­bardo, è spesso di stanza a Roma. E della Capitale dimostra di conoscere più i ri­storanti che i sacri palazzi della politica: gli scontrini raccontano di pranzi e cene al Bolognese di piazza del Popolo (spe­cialità cucina regionale, conto di 220 eu­ro); in più di un’occasione Penati si pre­senta al Sapore di Mare, pieno centro della Capitale, dove ordina ostriche e crostacei, bagnati da abbondante Morel­lino di Scansano. Costo delle (ripetute) spedizioni? Tra i 130 e i 260 euro a «sedu­ta ». Tutto puntualmente rimborsato da Fare Metropoli, che a seconda dell’occa­sione Penati trasforma in Fare Cassa , Fa­re il pieno o Fare botta e ribotta , giusto per scomodare i luculliani pranzi di Gio­suè Carducci. Penati è quindi avvistato al Raw Fish Cafè di Milano, specialità crudità di pesce, o alla Buganvillea di Sabbioneta dove per un menu fisso paga un conto di 100 euro. A pancia piena si ragiona meglio. Se poi a pagare è qualcun altro...