Nino Sunseri, Libero 23/6/2012, 23 giugno 2012
ANCHE AL JAZEERA IN CORSA PER LA7
Alle battute finali la partita per l’acquisto de La7. Mediobanca e Citigroup sono gli advisor scelti dall’azionista di controllo, Telecom Italia, per valutare le proposte. I nomi che si fanno più insistentemente sono quelli del gruppo L’Espresso di Carlo De Benedetti (che, tuttavia ha dichiarato di non essere interessato), Sky Italia, e Al-Jazeera, la Cnn del mondo arabo, vicina a Tarak Ben Ammar, l’uomo d’affari franco tunisino, con interessi nel cinema, presente nel board di Telecom Italia così come in quello di Mediobanca (ma anche Tarak ha smentito). Sul dossier si è mossa pure l’americana Discovery Channel, controllata da Liberty Media di John Malone. Il nodo principale dell’operazione restano i numeri dell’azienda. Nel 2011 la svalutazione di Mtv ha inciso sui conti di Telecom Italia Media, con un effetto negativo in parte compensato dal buon andamento de La7. La società guidata da Giovanni Stella ha chiuso il 2011 con una perdita di 83 milioni. Nel 2012 è prevista una crescita dei ricavi pubblicitari per La7 e La7D del 15% rispetto all’anno scorso. Inoltre le stime per fine anno prevedono una crescita del fatturato del gruppo superiore al 13%. Infine, c’è la questione degli investimenti. Il futuro della società ha bisogno di liquidità. E chi compra, non può illudersi di andare al risparmio. La decisione di vendere non è stata semplice. Non saranno certo i 160 milioni di beneficio complessivo che Telecom potrà ricavare dall’operazione a cambiare radicalmente i conti del gruppo telefonico. Soprattutto il gigantesco indebitamento che si aggira intorno ai trenta miliardi. Non a caso Franco Bernabè, negli anni scorsi,aveva sempre evitato di affrontare l’argomento. Aveva sempre manifestato l’intenzione di “valorizzare” l’emittente. Tuttavia non era mai passato alla fase realizzativa. Segno che, evidentemente, non voleva privarsi dell’avamposto nel mondo dei media. Il cambio della guardia ha portato novità importanti. Il nuovo amministratore delegato Marco Patuano appare più sensibile di Bernabè ai desideri dei grandi soci di Telecom sempre più preoccupati per la perdita di valore delle azioni. Da qui il colpo di acceleratore sulle vendite. A cominciare da La 7 la cui cessione ha, soprattutto un valore simbolico perché dimostra la svolta strategica. Poi, con tutta probabilità toccherà alla rete per la quale sono in corso contatti con il fondo F2i guidato da Vito Gamberale. È un’operazione che vale almeno15 miliardi. Bernabè l’ha sempre ostacolata nella convinzione che l’infrastruttura rappresenta la vera ricchezza del gruppo. Se ne privasse diventerebbe un semplice gestore come tutti gli altri. Patuano, però, sembra intenzionato ad andare avanti per estrarre quanto più valore possibile dall’azienda. Uno spettatore molto interessato per le scelte di Telecom è certamente Michele Santoro. Nel palinsesto autunnale de La7 compare la sua trasmissione di approfondimento politico. Dopo l’esperimento di andare in onda in contemporanea su Sky, sulle emittenti locali e sul web per avere una copertura nazionale e internazionale, il giornalista ha deciso di tornare al network tradizionale. Ha trovato quell’accordo mancato l’anno scorso provocando la rottura con Giovanni Stella, l’amministratore delegato di Telecom Italia Media. Una situazione che ha dato l’opportunità a Formigli di condurre Piazza Pulita. Questo treno però Santoro non lo poteva più perdere. Ora aspetta per capire chi sarà il suo nuovo editore.